venerdì, 13/06/2008

C’era una volta il nastrone

E’ un rito che ai tempi abbiamo fatto decine di volte.

Abbiamo passato ore a scegliere tutti i pezzi uno ad uno, a decidere l’ordine migliore, cosa mettere in apertura e cosa in chiusura, dove piazzare i pezzi da novanta e dove posizionare i pezzi che sottolineavano meglio il messaggio che volevamo mandare (c’era sempre un messaggio). Abbiamo scritto i titoli uno dopo l’altro stando attenti a non far sbaffare il tratto-pen sulla carta lucida della copertina (io, per evitare di passarci sopra con la mano e toccare l’inchiostro fresco, li scrivevo in ordine inverso), abbiamo considerato se mantenere un look sobrio e anonimo (titoli e poco più, di solito io facevo così) o se donargli una veste grafica più accurata (una foto? un ritaglio di giornale? un disegno?), abbiamo scelto il titolo (la chiave -ovviamente enigmatica- per capirne il senso profondo), valutato se fare una dedica o quantomeno una firma o una sigla, e alla fine l’abbiamo messo nella piastra e premuto «play», per sentire come suonava dell’inizio alla fine.

 

Abbiamo registrato mixtape per far colpo sulle ragazze, per far conoscere musica nuova agli amici, per avere la nostra colonna personale nell’autoradio, per festeggiare ricorrenze nostre o altrui, per selezionare la scaletta killer di un artista o un genere, per confezionare il mix da party definitivo, e per far colpo sulle ragazze (l’ho già detto?). Alla fine degli anni ’90 siamo passati ai cd masterizzati, sembrava un passo naturale ma già non era la stessa cosa. Ora facciamo le playlist sull’iPod, scriviamo le scalette sui blog, linkamo i nostri muxtape, ma la magia è persa, e lo sappiamo. La magia dei nastroni e della loro cultura è persa, e non tornerà.

 

Mix Tape – L’arte della cultura delle audiocassette è il libro compilato da Thurston Moore (voce e anima dei Sonic Youth, tra le decine di altre cose) per celebrare ed onorare questa piccola forma d’arte ormai scomparsa. Pubblicato negli States nel 2005 e appena uscito nelle nostre librerie nell’edizione italiana (bellissima e assolutamente fedele all’eccezionale veste grafica dell’originale) grazie alla sempre beneamata ISBN Edizioni, Mix Tape raccoglie le storie e le immagini di decine di nastroni originali a suo tempo creati da una serie di personaggi dell’undergound americano, selezionati da Moore.

Un libro che è un piacere sfogliare e guardare, rifacendosi gli occhi con le BASF dai colori acidi e le Sony nere e sobrie, con i titoli scarabocchiati a penna, le grafiche do-it-yourself, il mondo perso che evocano e i ricordi che fanno riaffiorare. Un libro che è un piacere leggere, nelle annotazioni brillanti di Thurston Moore e di Bruce Sterling (autore, nell’introduzione all’edizione italiana, di alcune delle osservazioni più lucide), nelle storie minime -ironiche, curiose, malinconiche- raccontate dagli autori dei nastri, nelle scalette d’altri tempi che riportano, e negli squarci di vita che se ne possono desumere. Un libro eccezionale.

 

Stasera, a Get Black, (come sempre alle 21 sui 103.1 FM a Bologna e provincia, per gli altri in streaming OGG o MP3, e dal weekend scaricabile in podcast) parliamo di nastroni, mixtape, cassette e di quello che hanno significato per noi, nei nostri personali amarcord e nella storia della musica e della sua fruizione.

Non paghi di scoperchiare questo vaso di Pandora, tentiamo nel nostro piccolo di emulare Thurston Moore e il suo certosino lavoro di ricerca sul tema, e chiediamo aiuto a voi: mandateci via mail (all’indirizzo black |at| getblack.it) i vostri nastroni storici e le storie che ci sono dietro, salite in soffitta e tirateli fuori dagli scatoloni, soffiate via la polvere e date loro nuova vita spiegandoci cosa succedeva in quei giorni, cosa vi ha guidato nella scelta della scaletta, a chi l’avete regalato (o da chi l’avete ricevuto) e cosa ha significato per voi. Se volete armatevi anche di scanner e macchina fotografica, per farci vedere la grafica e far sospirare un po’ anche noi. 

Chi ci manderà il nastrone più significativo, in ogni possibile senso del termine, riceverà una copia di Mix Tape – L’arte della cultura delle audiocassette, grazie a ISBN Edizioni. Diversamente dal solito avete a disposizione una settimana (premieremo il vincitore venerdì 20 giugno), così avete tutto il tempo per recuperare i nastroni dai luoghi in cui sono finiti, o di contattare quella ex a cui avevate fatto una formidabile compilation nel ’96 per chiedergliela indietro (tanto l’ha ascoltata al massimo due volte, ormai lo sapete). Chissà che, da questo, non nascano altre storie da raccontare.

 

10 Commenti a “C’era una volta il nastrone”:

  1. utente anonimo ha detto:

    Regalai una bellissima cassetta dei Cure, preparata da me, ad una ragazza di cui mi ero innamorata. Eravamo già in periodo cd masterizzato, ama lei viaggiava con un walkman a cassette sony, grigio e rosa. Le regalai questa cassetta. Lei lesse Cure e mi disse: roba triste? Io: non sempre.

    Lei: non ascolto roba triste ma grazie lo stesso……

  2. utente anonimo ha detto:

    che ficata di concorso…

    Eazye

  3. gas1978 ha detto:

    Hehe

    le care vecchie cassette da intorto!

    Chissa’.. forse potrei riuscire a recupererne un paio… =)

    Peccato le pessime copertine =P

  4. inkiostro ha detto:

    Vale tutto, anche i muxtape. Che però, vista la intrinseca mancanza di fascino, partono un po’ svantaggiati. Ma sono la cura, il significato e la storia che c’è dietro, a fare la differenza.

  5. hankmooody ha detto:

    Il problema ora è un altro: con quale nastrone partecipo? Quello monografico con le b-sides degli einsturzende neubauten che mi sono fatto nel ’98? Quello che regalai a una ragazza e che la fece inesorabilmente cadere ai miei piedi (la causa è quella, lo so)? Quello che regalai alla stessa ragazza qualche mese dopo, dalla cui pigrizia e poco ispirazione ha probabilmente capito che non ero più poi così preso e mi ha giustamente mollato? Quello fatto a mio cugino di 16 anni che prima ascoltava Jovanotti e dopo ho convertito alle produzioni della Mescal e del CPI? O quello che mi sono fatto un paio di mesi fa per l’autoradio (è un cd, ma quello ho), con alcuni arditi collegamenti tra i Justice, i Joy Division, i Kraftwerk e i Beach Boys (e una copertina bellissima)? Troppo difficile.

  6. utente anonimo ha detto:

    mmmh…valgono anche le compilation su CD ?!?! in fondo il numero di brani è lo stesso. no ?!?

  7. SweetMisery ha detto:

    per noi poveri mancini, i veri pariah del mondo occidentale :P, la compilazione dei titoli col tratto pen era davvero il momento più drammatico.

    “primavera 94” è ancora di sicuro da qualche parte, lo troverò.

  8. cru7do ha detto:

    temo che le “c-100 da marpionamento” che facevo negli anni ’90 siano ormai tutte smagnetizzate, (spero a causa dei troppi ascolti) al massimo saranno rimaste le custodie scritte a mano…

    sarei curioso di risentirle in tutta la loro ingenuità, mista a fruscii di fondo…

    http://www.cassettefrommyex.com/ segue un po’ quel percorso, a volte è bello passare radente ai magoni altrui ;)

  9. utente anonimo ha detto:

    Il tempo di tornare a casa dei miei genitori e ritrovare in cantina lo scatolone della cassette, poi ve lo mando. VOGLIO questo libro, che costa la bellezza di 22 euro, e ho dei mixtape talmente belli che vinco di sicuro.

  10. utente anonimo ha detto:

    l’immagine di lui che ascolta a basso volume col registratorino vicino alle orecchie mentre accanto nel letto la “sua amata kim” dorme è poesia.

    per non dire del ghetto blaster che si comprano come “autoradio” per viaggiare in tour.

    prendete questo libro, ti fa stare bene.

    d.