mercoledì, 15/11/2006

Il guardone che passa inosservato

Difficile immaginare un personaggio meno di moda di Mike Patton. Ancorchè abbonato ad aggettivi pass-partout come «eclettico» e «poliedrico», e da tutti riconosciuto come personalità artistica di grande caratura e responsabile di un enorme numero di progetti interessanti (dai Faith no more ai Tomahawk, dai Mr. Bungle ai Fantomas), Patton non è mai diventato un’icona della musica come molti suoi colleghi e coetanei anche meno meritevoli. Non ha firmato nessun anthem generazionale buono per il revival degli anni ’90 (ammesso che lo sia, Diggin’ the grave vale solo per noi in Italia, thanks to Jack Frusciante film). Ha partecipato a troooooppi dischi con troppe realtà diverse appartenenti a contersti troppo diversi per essere adottato come simbolo di alcunchè. E’ sconfinato spesso e volentieri in generi assolutamente uncool come la musica sperimentale e il noise (a volte imparentato col metal). E, last but not least, non ha mai prodotto nulla di anche solo vagamente associabile all’etichetta indie.
Quest’anno, lo saprete, Mike Patton è tornato alla carica con un nuovo progetto, chiamato Peeping Tom, che ha dato alle stampe un disco omonimo davvero notevole. Un disco al contempo estremamente immediato (è la cosa più pop che il nostro abbia prodotto da molto, molto tempo) e molto complesso, che snocciola generi (dall’hip-hop alternativo alla bossanova) come fossero caramelle e ospiti (da vari nomi Anticon fino ai Massive Attack, Norah Jones e Bebel Gilberto) come fossero figurine, e che è stato accolto in maniera appena meno fredda di una qualunque collaborazione con John Zorn o di un qualunque delirio cinematico dei Fantomas. Ovvero: non se l’è cagato quasi nessuno.
E sì che il disco ha tutti i singoli al posto giusto, una manciata di collaborazioni che incuriosiscono anche solo a sentirle nominare e una produzione forse non esattamente perfetta ma di certo foriera di soluzioni insolite e a volte sorprendenti. Invece niente: recensioni tiepide, pochi superlativi, pochissime copertine e l’impressione che, soprattutto in America, abbiano attirato meno attenzione di una qualunque band di 18enni al primo singolo che clonano i Gang of Four.
Quasi fosse una maledizione, il guardone Patton, che scruta dalle serrature della musica contemporanea, filtra quello che vede, e lo ritira fuori con la classe che lo contraddistingue, non viene notato da nessuno proprio quando produce la sua opera più accessibile da 10 anni a questa parte.
Per definizione, il guardone ci vede bene, ma non viene visto. Fossi in voi stavolta aguzzerei la vista, però.   

[I Peeping Tom saranno il 16/’11 alla Flog di Firenze, il 17/11 ai Magazzini Generali di Milano, il 18/11 al Deposito Giordani di Pordenone e il 19/11 all’Estragon di Bologna. Sono molto curioso di vederli. Chissà se ci sarà anche stavolta il piadinaro del Buon Gusto Romagnolo]


Peeping Tom (feat. Rahzel and Dan The Automator) –
Mojo (MP3)
Peeping Tom (feat. Odd Nosram) – Five Seconds (MP3)

 

24 Commenti a “Il guardone che passa inosservato”:

  1. utente anonimo ha detto:

    #17 siamo complementari.

    Io detesto i Queen.

    e detesto il modo in cui i queen vengono adorati da chi li adora.

    Devo ammettere che questo mio odio non trova giustificaizone solo nella musica che hanno prodotto (pacchiana e pomposa fino alla noia), ma anche e soopratutto in Freddy, che ho sempre trovato fastidioso, a pelle.

    Mike Patton è un personaggio unico, sereno, tranquillo, ironocio, con un umorismo cinico e grottesco irresistibile.

    E alla musica ha dato tanto, a mio avviso più di Freddy e dei Queen.

    Stasera andrò al concerto a Milano. Mi aspetterò la sua conseuta ottima musica e tanta ironia.

    tutta in perfetto (o quasi) italiano.

    Sao Café

  2. adayinthelife ha detto:

    disco grandissimo. io vado al concerto domenica, sperando che ci sia il piadinaro e mike patton ci delizi con “piadine alla merda”, come successe a bologna anni fa.

  3. utente anonimo ha detto:

    sentite un po’: sarà porcheria, ma il new metal, tutto, arriva da angel dust. e angel dust non era porcheria. affatto. :)

    tanto per: i linkin park (pollice verso) non hanno fatto altro che rifare a small victory e midlife crisis.

  4. utente anonimo ha detto:

    i fnm sono stati un gruppo trasversale e molto popolare, per questo odiati da molti e rinnegati velocemente.

    certo non sono imperdibili, ma quanta gente che sembra sia cresciuta a pane, polvo e sebadoh ai tempi ascoltava the real thing a tutto spiano?

    il destino di fnm e patton è lo stesso di police e sting, di manonegra e manu chao.

    erano il veicolo per scoprire altri generi, ma appena approdati sull’isola la barca veniva affondata.

  5. utente anonimo ha detto:

    in effetti, io ero batterista

    ma mai scopato neppure grazie a un 4/4, perciò tanto valeva farsi le seghe coi cambi di tempo dei Fnm

    che poi non me ne viene in mente uno, di cambi di tempo dei fnm, ma fa nulla

    (grande leonardo, hai QUASI convinto annche me)

    icepicK

  6. inkiostro ha detto:

    Evidence è la mia canzone preferita dei Faith no more. E Leonardo è un genio anche quando parla di musica, anche se parto da una posizione molto diversa riesce quasi a convincermi anche stavolta, mannaggialui. Moriremo col Buddha Bar, moriremo.

  7. utente anonimo ha detto:

    confermo tutto quanto è stato detto sugli anthem dei faith no more e rilancio con altri due anthem trasversali come la cover di Easy che andava tantissimo anche come sottofondo delle pubblicità delle linee erotiche ed Evidence che era amatissima dai fighetti che presto si sarebbero convertiti al buddha bar

  8. utente anonimo ha detto:

    Io, quelli che amavano i Fnm negli anni Ottanta, non li sopportavo e ancora non li sopporto. Se eravate appena sei mesi più vecchi vi sareste beccati i Queen (che suonavano pure meglio), e adesso non fareste tanto i fighettini.

    Non c’è un motivo per tanto astio. Senza essersi scopato nessuna mia ex, comunque Patton non mi è sopportabile. E’ una scoreggia cosmica mascherata in mille fuochi artificiali. Uno che il massimo a cui ambire è coverizzare paro paro Lionel Richie, uno che cambia mille cose senza cambiare mai niente. Mojo potrebbe stare in un qualunque album del suo rutilante complessino anni Ottanta, e farebbe cagare uguale.

    Lo odio molto, insomma, per colpa sua alla fine anni Ottanta se suonavi in un complesso dovevi fare i cambi di tempo, come se a qualcuno al mondo oltre al batterista gliene fosse fottuto mai qualcosa a qualcuno del cambio di tempo. Batteristi! Ma vi siete mai scopati qualcuno cambiando un dodici ottavi in un sei quinti? Patton, il dio degli sboroni incoscienti che forse tra 15 anni scopriranno, non so, i King Crimson.

  9. utente anonimo ha detto:

    potremmo fare un ritrovo a torino, come fanno quelli che hanno visto bob marley a milano nell’80…

    ah aha ah

    ice

  10. t0r3 ha detto:

    la maglietta era sulla mafia, ma la scritta era un brano di falcone o borsellino o tutt’eddue…c’ero anch’io allora…direttamente dalla calabrifornia ;-)

  11. Seymandi ha detto:

    Questo blog è inquietantemente curioso…

  12. LiborioButera ha detto:

    un saltino si può fare…

  13. utente anonimo ha detto:

    tegame, sei tu?

  14. utente anonimo ha detto:

    sull’imperdibilità: secondo me è successa la stessa cosa ai jane’s addiction che per me ad esempio sono imperdibili

    credo c’entri il metal, il funky metal, l’hip hop, l’hard rock: se non ti sono mai piaciuti davvero tanto, allora si spiega

    l’anonimo n. 8 ha ragione sulle bottigliette, e angel dust lo consiglierei tutto

    cmq la maglietta aveva la scritta “MAFIA” a cui seguiva un testo illeggibile, presumibilmente la definizione da dizionario di cosa nostra

    ice

  15. utente anonimo ha detto:

    diciamo che a cavallo tra l’89-90-91 sono stati decisivi nel segnare la fine del metal. la tradizione vuole che il metal sia stato ucciso da slts dei nirvana. puo’ darsi, ma i fnm sono stati tra i primi a spostare i gusti verso qualcosa di diverso (assieme ai jane’s addiction e ai primi rhcp). a tacere che un tema che nessuno tocca mai e’ che in realta’ chi ha posto fine alla stagione metal “dall’interno” siano stati i gnr stessi.

  16. inkiostro ha detto:

    Sono sinceramente ammirato.. :)
    Ai tempi di Jack Frusciante film conoscevo giò bene i FNM, ma in effetti li ho ‘frequentati’ esclusivamente negli anni ’90, e faccio ancora fatica a credere che negli anni ’80 siano stati ‘di moda’. Devono essere uno di quei gruppi che si colloca in una bolla extra-temporale per cui tutti i miei conoscenti stretti del periodo (ma anche quelli successivi, con poche eccezioni) non li consideravano particolarmente imperdibili. Detto ciò, posso solo rispondere che ‘Voglio una piada ripiena di merda’. Qualcuno sa perchè.

  17. utente anonimo ha detto:

    aveva litigato coi gnr per aver istigato il publico a lanciare bottigliette di plastica contro gli stessi FNM.

    la maglietta non la ricordo: al concerto del prego di milano del 17 maggio 1990 indossava una maglietta dei mr. bungle con la scritta “there’s a tractor in my balls again”

    surprise! you’re dead e’ un altro anthem, quantomeno in certi circoli

    consiglierei a tutti di riascoltare caffeine da angel dust, un pezzo perfetto che chiude un’epoca, un po’ come the rat dei walkmen ha chiuso il revival post-punk newyorkese

  18. utente anonimo ha detto:

    anche we care a lot è un anthem, ma lui non c’era ancora

    detto questo

    lego: bravissimo (che giornata quella eh?) ma vinci se solo se mi dici anche che maglietta aveva

    mi ricordo che nel back stage si era rischiata la rissa coi g & r che lui aveva mandato a cagare dal palco

  19. utente anonimo ha detto:

    ink, forse hai conosciuto patton ai tempi di jack frusciante, quando i fnm non erano più “di moda”, così come l’ex gruppo del frusciante e i jane’s addiction.

    però nell’88 erano altra cosa e epic è stato uno dei pochi anthem generazionali del periodo, cantato a squarciagola tanto da chi ascoltava indie e punk quanto dai metallusi, apprezzato dai b-boy e passato anche dalle radio commerciali.

    * icepick: la saggissima frase se la sparò davanti al delle alpi strapieno di gente il 27 giugno del 1992. ho vinto qualche cosa?

  20. utente anonimo ha detto:

    Epic e’ un anthem, magari non generazionale, ma e’ un anthem. Lo ho sentita in parecchi bars qua e la’. Forse non e’ revival anni ’90, ma per quello aspetta ancora qualche anno: e’ in corso quello metal se ancora non ve ne foste accorti. Solo Sofia Coppola pensa che siamo ancora nel 2001.

  21. utente anonimo ha detto:

    secondo me mr.crown è patton medesimo

    vi lascio con una sua saggissima frase: “io mangio la merda del papa”

    icepick

  22. utente anonimo ha detto:

    beh, passino gli sperimentalismi e le collaborazioni nell’ultrametal, ma sto disco fa proprio cagare.

    patton non è un’icona e forse mai più lo sarà. a forza di dare un colpo al cerchio e uno alla botte perde progressivamente di credibilità.

    mr.crown

  23. utente anonimo ha detto:

    il disco personalmente l’ho amato parecchio.

    più che guardone patton lo trovo volutamente (spero per lui) fuori tempo, avesse fatto peeping tom subito dopo lo scioglimento dei fnm probabilmente sarebbe diventato un dio della nuova generazione metal crossover, invece ha preferito una carriera di basso profilo (di esposizione) con progetti semi avanguardistici come i mr bungle, i fantomas, i tomahawk..

    il classico personaggio col biglietto vincente della lotteria in tasca che fa finta di non averlo

    Junkiepop

  24. t0r3 ha detto:

    bhe rumore una copertina di qualche mese fa l’ha dedicata allo zio mike, non so le altre riviste specializzate. a me cmq non fa più specie che le cose buone non vengano cagate, vorrà dire che saremo sempre in pochi a godercele.