mercoledì, 08/11/2006

It’s all about footprints

Buon ultimo, ma che ci volete fare.
Un paio di giorni fa, sul suo blog Footprints in the snow, Jukka ha preso spunto dal recente tour italiano dei Grizzly Bear per criticare più o meno provocatoriamente il «sistema media musicale» italiano, e in particolare i blog, dando il via nei commenti a una discussione piena di spunti.
Citando il punto che riassume meglio il concetto:

«e’ evidente, se cerchi on line sui blog italiani che parlano di musica alternativa dei G.B. non se ne parla…mentre si sono persi in sbrodolamenti per le peggio cose…e nel dire questo ovviamente prendo una posizione. dico che molti blog seguono le mode e sono pressapochisti nel giudicare la musica. in italia ne abbiamo tantissimi che sono fatti da mezzi scrittori che in fin dei conti sono pure davvero bravi a far risalatare le loro storie personali… ma di blog che parlino di musica..anche quelle diverse da quelle che ascolto io sono veramente poche..e sembrano spesso la brutta copia delle testate in edicola o di quelle web.» [JR – #]

Dei tanti aspetti toccati dalla discussione (da semplici questioni di gusto a più complesse pretese di completezza, dall’indipendenza di giudizio alla qualità dello stesso, dalla mancanza di una piattaforma unica che dia visibilità e concretezza a tante voci frammentate all’irrisolvibile diatriba professionalistmo VS dilettantismo) quello che in qualche modo mi incuriosisce di più (e che, in maniera trasversale, si collega a quanto scrivevo la settimana scorsa) è la richiesta di una maggiore completezza e qualità nei contenuti da parte dei blog che si ritrovano più spesso a parlare di musica indipendente. 
In proposito, mi sembra impossibile non riportare il commento di Enzo che riassume in maniera perfetta ciò che penso anch’io:

«Mi preme sottolineare che secondo me non dovresti avere certe aspettative dai blog. Il blog non può essere informativo e completo come il sistema dell’informazione. Se io provassi un "senso di colpa" perché con un blog ho "bucato la notizia" di un gruppo, un disco o un concerto, sarei fuori di testa. Non ho il "dovere" di informare, non è un lavoro, non devo seguire tutto.» [Polaroid – #]

Per quanto mi riguarda, non solo non ho alcuna pretesa di completezza, originalità o particolare qualità, ma me ne guardo bene. Preferisco segnalare la musica che mi piace, illustrarne questo o quell’aspetto collaterale e, quando ritengo di avere qualcosa da dire e ho tempo per farlo, raccontare ciò di cui mi parla. Raramente mi dilungo sugli aspetti strettamente musicali, visto che in merito non credo di avere cose particolarmente interessanti da dire. E poi, fondamentalmente, non mi diverto a farlo.
Posto che un blog è un guscio vuoto e quindi, in quanto tale, può potenzialmente riempirsi di qualunque tipo di contenuti, se un blog arrivasse a raggiungere la qualità e la completezza desiderate da Jukka, si trasformerebbe in una webzine, tenuta da una sola persona. Con tutta evidenza qualcuno con un sacco di tempo libero.
Ma non è proprio ciò che li differenzia da giornali e webzine a rendere interessanti i blog? Non è esattamente la loro tendenza a costruire nel tempo una forte identità personale (limitata, per definizione) e ad applicarne il punto di vista a ciò che li circonda (e quindi anche alla musica) a far affezionare i suoi lettori? E non è anche l’inevitabile ristrettezza di tempo e risorse che li costringe a selezionare e rilanciare quanto, secondo la suddetta identità e il gusto ad essa connessa, trovano significativo tra quello in cui si imbattono nel mare magnum della produzione musicale (anche se spesso sono gli stessi nomi che girano su Pitchfork e sugli m-blog americani, esatto) ciò che li porta ad essere voci ascoltate?
Ciascuno lascia le sue tracce nella neve, sperando che qualcuno le segua. E ciascuno segue le tracce che promettono di portarlo nei posti migliori o quelle più profonde e visibili, quelle più fitte o quelle che gli ricordano di più i suoi stessi passi, quelle che sembrano appartenere a un essere particolarmente esotico, o quelle che si addentrano nel bosco evitando i centri abitati. Sono semplici scie, e la neve che cade rischia costantemente di cancellarle. Intanto, però, sono lì.

17 Commenti a “It’s all about footprints”:

  1. utente anonimo ha detto:

    io rutto e bloggo, rutto e faccio musica.

  2. codyallen ha detto:

    These pills pills for logorrea.

    Take it twice.

  3. utente anonimo ha detto:

    torno a casa da un veloce fuori porta all’estero. incrocio l’ospite della mia coinquilina. mi dice “sai, siamo andate al covo a vedere grizzly bear. poca gente, ma davvero un bel concerto”. le dico che non li conosco. che ne ho letto, sicuramente, ma non li ho mai ascoltati.

    ecco. sentire la giovanna –di cui non so nulla, né immaginavo ascoltasse musica– dirmi questa cosa mi ha incuriosito.

    ovviamente ho dimenticato il giorno dopo, subito.

    stasera leggo qui e sono di nuovo incuriosita.

    poi vado a leggere il post di jukka. leggo i commenti, saltando le righe, sugli ultimi. sono proprio le pippe di cui non voglio leggere. sega su sega su sega.

    (domani però torno in ufficio e mi scarico grizzly bear. se me ne ricordo)

  4. medo ha detto:

    A forza di parlare di neve è arrivato l’inverno.

  5. subliminalpop ha detto:

    Anch’io sottoscrivo quanto detto da Enzo_Polaroid.

  6. Wiseacre ha detto:

    Piccato? E perche’?

  7. utente anonimo ha detto:

    oh fabrizio, vengo anche qui da te a rispondere.

    perche’ leggo spesso le tue cose, direi quotidianamente…

    sai essere innamorati di un mondo di porta a fare cose da pazzi…pretendere il meglio…anzi pretendere che si faccia sempre di piu’ quel mondo.

    e se dunque una provocazione puo’ innescare un’utile(inutile per le sorti progressive dell’umanità) dibattito, o cmq una serie di riflessioni. ne sono molto contento.

    La cosa scritta partendo per l’appunto dai grizzly era mossa da uno slancio di amore esagerato ed interesse per tutto quello che il mondo musicale. mi spiace non si sia capito…o che qualcuno non l’abbia capito(non mi riferisco ovviamente a te)

    come dire usando come metafora il mondo calcistico: non sono solo le partite di calcio a rappresentarne il tutto…ci sono un mucchio di cose… gli stadi che han fatto la storia…i commentatori che han fatto la storia…le partite che assumono lo status di disco che ha influenzato la storia della musica.. le tifoserie con il loro pregi e tantissimi difetti.. i processi el malaffare…le belledonne e le partite degli amatori… gianni brera e le chiacchere da bar.

    si gianni brera e le chiacchere da bar.

    perche’ vedi, e qui mi riferisco in modo anche un po’ piccato a qualche tuo lettore, esiste chi ama gianni brera perche’ lo vede come un appasionato/innamorato del calcio..che sapeva trasmettere quell’amore quel “sentire il calcio” prima ancora che come un bravo giornalista.

    un amore che a volte trovi in qualche ex calciatore, quelle figure spesso anche po’ tristi ma capaci di dire cose che altri non sarebbero mai riusciti a trovare o vedere…proprio per una differenza di punti di vista.

    del bar sport invece ne abbiamo tutti i coglioni pieni, a meno che sia il “nostro” bar con i “nostri amici “…perche’ anche quello e’ un modo per parlare di una passione.

    lo spaghetti pitchfork essenzialmente lo lascio ai poco fantasiosi, mi sarebbe piaciuto riuscire ad arrivare, non so ,ad aggregare in qualche forma le opinioni della rete, superando la forma della webzine sia la forma dell’aggregazione per maggior numero di amici nella colonna dei link…per intenderci.

    e soprattuo, come scrivevo in un altro commento mi piacerebbe che la musica non fosse considerata solo come “musicista sul palco”…” o su disco “…ma come tutto un sistema culturale…a cui il proprio contributi…in modo easy sui blog… e magari rigirando articoli od impiegando 5 minuti o piu’ a settimana su una piattaforma comune…ed ho usato della parola di trovare forme nuove.

    fabrizio, e tu lo sai benissimo , ma forse altri no. scrivere e parlare di musica è forse il motore che ti spinge ad ascoltare musica…le due cose si alimentano.

    io sono un avido lettore di musica. leggo tantissimo di musica. in ogni dove. tanta ne ascolto tanta ne leggo. ho scoperto cose bellissme non solo come dischi…ma parlo di pagine di caratteri battuti che formano frasi che descrivono mondi ect ect..

    saro’ come quei vecchi calciatori arrugginiti ed acciaccati che a fine cariera si reinventano commentatori e sono poco interessanti. eppure “io sono el diego” mi sembra un gran libro dove escono ricordi e spunti suggeriti da un delinquentello come maradona.

    ne vorrei dire pure un altra. un grande artista visivo e viveur italiano come renato gottuso non solo faceva ll’artista ma si occupava di promuoverla attraverso uun’azione politica para/volontaria…donando esso stesso sue opere a “compagni di strada” ed alla causa…

    pensava che con l’arte questo mondo sarebbe stato migliore nella sua completezza di espressioni e pensava che l’arte di per se portasse beltà ed arrichimento alle persone che ne godevano anche incosapevolmente della sola presenza.

    mi ha sempre affascinato questa cosa. e da qui partiva anche un po’ l’idea di avere non uno spazio di tuttologi… ma uno spazio dove ritrovarsi per mettere i propri punti di vista. senza ovviamente abolire la propieta’ privata o voler il sacrifizio di nessuno…

    a chiosa

    “il personale ” non puo’ essere mai eluso in nessun tipo di critica ed analisi.

    a meno che non si tratti di un referto medico.

    ma chi le vuole le chiacchere di musica come referti medici?

    ok fabrizio ora torno al lavoro, in un campo nomadi, provo a vedere che ne pensano della pallavolo raccontata da un ex pallavolista

    ;-)

  8. Disorder79 ha detto:

    Discussione molto interessante.

    Che poi, ognuno l’aggregatore se lo può fare personalizzato, con la sua bella cartella di feed.

    (sarà un commento troppo web 2.0?)

  9. utente anonimo ha detto:

    é andato online proprio stamattina, manco a farlo apposta (anche perchè questa discussione me l’ero persa in toto, anche se sono d’accordo con te, sicuramente)

    http://www.vitaminic.it/2006/11/download_file.html

  10. inkiostro ha detto:

    _Sulla chiosa di Nonsischerzapiù: dopo JR è la volta di JiR, dovevo immaginarlo.. :
    _Su MDD: era notevolissimo, in effetti.
    _Sul maxi-blog unico (o aggregatore): l’idea è spuntata fuori più volte negli anni (l’aggregatore è stato anche realizzato…chiedere a Gecco), ma con tutta evidenza sarebbe una cosa logisticamente troppo complessa da gestire. Non tanto dal punto di vista tecnologico, ovviamente, ma da quello contenutistico/editoriale. Servirebbe una forte identità di gruppo, che forse una volta ci sarebbe anche potuta essere, ma che ora, come è ovvio, è assai più frammentata. Ed è proprio questo il suo bello.
    _Sui Grizzly Bear: io non ne ho mai scritto perchè non sono molto il mio genere; eppure venerdì un po’ per curiosità un po’ per caso ero al loro concerto, e devo dire che sono rimasto molto piacevolmente sorpreso. A parte questo, però, non saprei cosa scrivere di più. Un semplice ‘mi sono piaciuti molto’ può bastare?
    _Sulla scimmia: ha convinto un po’ tutti, in effetti.. :)

  11. Wiseacre ha detto:

    Rispondo al punto 2 di Mario: nessuna dimenticanza. A me, che non compro riviste e non leggo pitchfork, che sono emiliano ma non vado al Covo dal 1998 e sfoglio davvero un numero risicato di blog, a me, dicevo, sono passati per le orecchie.

    Per la cronaca, li citava http://thepetunias.net a fine settembre.

    Chi fiuta le tracce e sa scegliersi le piste a lui piu’ consone, trova.

  12. codyallen ha detto:

    Diciamola tutta. Io il secondo dei Jet lo volevo comprare. Ma quella scimmia e’ stata fottutametne convincente…

  13. utente anonimo ha detto:

    non ho tempo (appunto) per leggermi bene tutta la discussione

    mi sembra comunque che:

    1) J. sia davvero mooolto irritato dalla dimenticanza generalizzata dei G.B., e pertanto si parte già da un fatto “personale” che influisce se non altro sull’intensità dell’invettiva

    2) se c’è stata davvero una tale dimenticanza, per me qualcosa forse potrebbe significare qualcosa. con tutti gli italici bloggers attenti ed informati (soprattutto nell’area di bologna, ah ah ah) questo gruppo è sfuggito così? nessuno ne ha compreso il valore ?

    3) ho esaurito il mio tempo

    ciao

    mario

  14. Wiseacre ha detto:

    No, Fare Musica manca. Boogie nights celo, Rumore celo, eccetera.

    Chissa’ se MDD e’ vivo e lotta con noi.

  15. utente anonimo ha detto:

    lo segnalavo in un commento da me, ma pare non funzionino: la discussione è proseguita anche qui.

    Wiseacre: fu proprio De Dominics a farmi scoprire Douglas Coupland, in uno dei primi numeri di Rumore. Te lo ricordi anche negli Ottanta su FareMusica?

    ciao,

    e.

  16. Wiseacre ha detto:

    Neanche io vedo e sento l’esigenza di uno spaghetti-pitchfork, in qualunque forma. Come ho commentato altrove, mi sembra piu’ un’ esigenza di chi vorrebbe scriverne anziche’ di chi vorrebbe ascoltarne, di musica. Chi cerca, trova tutte le tracce nella neve che desidera e con una percentuale di successo molto (ma molto!) piu’ elevata di un tempo.

    Poi, per fare lo scunzamnestra come dicono tra Zuni e la Piola, la questione e’ anche di forma (e scendo nel personalismo). Ho smesso di comprare riviste musicali da quando hanno limitato gente come Marco de Dominicis (per chi se lo ricorda), ovvero un blogger ante-litteram su carta stampata. Recensioni e proposte musicali fatte da chi suona risultano pallosissime e tendono a fornire un contributo emotivo/empatico asintoticamente tendente a zero. Se voglio leggere, imparare cose nuove e scoprire la magia del calcio mi leggo Brera, Soriano o Mura e non certo l’ex-calciatore ora commentatore, per intenderci.

  17. utente anonimo ha detto:

    Come dire, Jukka è stato fregato dalla sua stessa metafora.. :D

    In realtà l’idea di un unico grande blog polifonico è interessante, perchè non provate a realizzarla?

    S.