venerdì, 13/10/2006

Italiani brava gente /2

Mersenne – Stolen dresses (Urtovox)
Come qualcuno forse ricorderà, dei Mersenne ho già parlato mesi fa, in un un post che parlava di anni ’90 e sogni disattesi, con il tono entusiastico di chi si è appena innamorato di una band e non può fare a meno di dirlo a tutti quelli che incontra. Ora che è finalmente nei negozi il disco d’esordio Stolen dresses (uscito per la ottima Urtovox), posso confermare e anzi, ribadire a gran voce che non si è trattato di un’infatuazione passeggera. Il pop chitarristico venato di indie-rock da suburbia americana della band siculo-bolognese non perde con gli ascolti, e la presunta carenza di originalità della formula nulla può di fronte a canzoni tanto ben fatte. Voi correte pure dietro la prossima next big thing americana; io, la mia, l’ho già trovata. 
[i Mersenne saranno stasera al Covo. se siete in zona Bologna non provate a perderveli]

Mersenne – Show my best (MP3)
Mersenne – I can’t stop (MP3)

Pinktronix – Right on delay (Irmaelettrica)
In Italia siamo bravi, dai. Tra indie, post-rock, post-punk e musica d’autore, lo stivale ha prodotto e produce parecchie cose interessanti, che, non fosse per l’immagine da terzo mondo musicale unicamente neomelodico che da sempre ci accompagna, troverebbero attenzione anche dall’estero. Prendete i Pinktronix, il progetto di Alex Dandi e Fresh Drumma, nomi noti non da oggi nella scena elettronica nazionale (il primo negli anni ha messo i dischi praticamente ovunque e ha pure firmato pure un paio di blockbuster del primo bastard-pop, mentre il secondo collabora nientemeno che con Swayzak). Il loro esordio Right on delay, un bignami electro -nel senso più ampio del termine- trascinante e straordinariamente curato con parecchi ospiti eccellenti, ha tutte le carte in regola per competere con i grandi nomi del genere e fare faville nei dancefloor più attenti di mezzo mondo. Non per nulla il disco è stato fatto uscire prima all’estero (dove pare si stia facendo notare), e vede la luce solo in questi giorni in Italia. Riuscirà ad ottenere l’attenzione che merita? Forse questa è la volta buona. Per il momento, però, provate ad ascoltarlo senza battere il piede…

Pinktronix – Change (MP3)
Pinktronix – Pink Champagne (MP3)

21 Commenti a “Italiani brava gente /2”:

  1. Enver ha detto:

    sì, che poi una lettera giunse al SIB sul tema, la pubblicò anche, e disse che ci si poteva pensare appunto per jukebox all’idrogeno. bogli&muoi è fuori luogo, dato il suo carattere instant

  2. utente anonimo ha detto:

    Ne ha parlato Olindo Isidoro Zanda in ‘Buoi Italiani & Mogli All’Idrogeno’

  3. utente anonimo ha detto:

    Political Music sucks

  4. codyallen ha detto:

    EnVer non mollare!

  5. utente anonimo ha detto:

    MucoMarx… Potresti tu, per la prima volta, scrivere una rubrica, magari su “lotta comunista”, dove recensire tutte le musiChe Che vuoi… Non so… Potresti chiamarla “Comunisti brava gente”, “BRand New” o magari “Compagni e Compagne…”

    jackiAntenna

  6. Enver ha detto:

    chiamato in causa, dico: no.

    i dischi dei fasci non li tratto. tratto solo quello che mi piace, gestendo in autonomia la rubrica: come filosofia della rivista, non abbiamo dei ‘doveri’ di generalismo.

    E poi tratto di nuove uscite, non di cosacce fortunatamente sepolte dalla polvere: semmai c’è Jukebox All’Idrogeno, se qualcuno ha il fegato per. (CZ, anyone?)

  7. MucoMarx ha detto:

    “Italiani brava gente” è un mito costruito nel secondo Novecento dalla pubblicistica e dal cinema tricolori. Oggi è però impossibile ignorare le atrocità e le nefandezze di cui i nostri connazionali si sono macchiati nel recente e nel lontano passato.

    Si parva licet, il titolo del post fa involontariamente apparire i “bravi dischi” menzionati come tanti albertosordi che si arrabattano nel tentativo di farsi strada, disposti anche a vendere un occhio o a far fuori la moglie, ma in fondo onesti. Che poi lo siano davvero, onesti, è difficile stabilirlo (un disco, come un prisma, può essere visto sotto diversi lati). Di sicuro, i lavori dei Mersenne e di Dandi/Pinkronix sembrano molto interessanti, anche alla luce delle considerazioni di Inkiostro (che in gran parte condivido).

    Certo però che, quando ascolto qualcosa degli Offlaga e del De Gregori “di destra”, mi dico che lì c’è un’urgenza comunicativa molto più pressante (e non mi riferisco solo ai testi: può essere “politica” o “di protesta” anche una canzone strumentale). Non mi piace sentirli, ma sento che mi riguardano (anche se capisco di non avere gli strumenti adeguati per giudicarli). Credo perciò che chi si occupa di “mogli e buoi” dovrebbe dedicarsi anche ai dischi di questi musicisti, cercando di parlarne senza preconcetti: “recensirne uno per educarne cento”, parafrasando “brava gente” come Mao Tse-Tung e le Brigate Rosse.

  8. utente anonimo ha detto:

    sulla scia di medo segnalo massimo morsello, per molti “il de gregori di destra”

    http://www.youtube.com/watch?v=nyanaX3iu80

    j.

  9. medo ha detto:

    a proposito di Italiani brava gente, ho trovato una sorta di pop rock fascista con video-clip e documentario.. finalmente qualcosa da contrapporre allo stra-potere comunista degli Offlaga giusto?

    ascoltate bene il testo.

    link:

    http://www.youtube.com/watch?v=cjwjmORYYlg&mode=related&search=

  10. utente anonimo ha detto:

    io c’ero.

    con la cassettina.

    ju’

  11. Enver ha detto:

    niente, era per i suffissi del commento precedente, poi bisognava esserci alle 4 del pomeriggio con MM mixing for you… :P

  12. utente anonimo ha detto:

    enver questa me la devi spiegare, scusa… più di un tot non ce la faccio

  13. Enver ha detto:

    Dariella Molella, musica macchina! ah ah ah ah ah ah a.

  14. utente anonimo ha detto:

    Grazie e Graziella (o Dariella?)… La voce di Chelonis farebbe sembrare bella anche una base di Molella (scusate le rime)

    P.s: escluso il pezzo di Franze and Shape, lì servirebbe un miracolo.

    Listen you on cittàFujiko

    Bella Dariella con il sottofondo dei Chicken Lipps.

  15. medo ha detto:

    Se i Mersenne dovevano sfondare, l’avrebbero già fatto.

    Con tutto il rispetto.

  16. abgely ha detto:

    i marsenne sono una dichiarazione di intenti verso la fine di due importanti blog italiani e l’inizio di un sinergico merger: inkiostrop.org, prossimamente sul miglior etere.

  17. utente anonimo ha detto:

    Stasera non mancherò, gli mp3 che hai segnalato mi gustano assai. Anche quelli dei Pinktronix (che non avevo mai sentito nominare) non sono niente male. Sai se è possibile vederli live?

  18. utente anonimo ha detto:

    Basta parlare degli amici. I Mersenne sono bravi ma basta lì. Cioè per favore…

    Dai.

  19. inkiostro ha detto:

    Beh, nel precedente post li avevo nominati , ma appunto per confutare un paragone che palesemente non sta in piedi. Mi autocito (orrore!) perchè non riesco a dirlo meglio:

    “C’è, come forse avrete letto, chi superficialmente li accosta ai Pavement, nonostante di questi ultimi non abbiano nè il cantato afono nè le linee melodiche sghembe, e nonostante queste fossero proprio la cifra stilistica della band di Malkmus. La musica dei Mersenne fa piuttosto pensare al pop da college radio degli anni ’90, a partire dai Weezer per arrivare ai pezzi più tirati e orecchiabili dei Death Cab for Cutie, forse poco originale nel sound (del resto non è mica quello, ciò che viene richiesto al pop) ma con personalità da vendere.”

    [diciamo che l’ultumo dei Franklyn Delano si avvicina maggiormente ai Pavement rispetto ai dischi precedenti. Ma da qui a dire che gli somigliano anche solo vagamente, la strada è davvero luuuunga…]

  20. utente anonimo ha detto:

    huahuahuhauhauhauha…già pavement e postal service tutta la vita!!…sembra che in italia nn si possa nominare altro referente..huahuha..

    Cmq si bella per i Mersenne e Pinktronix (che ci canta sopra pure quel mito di Chelonis R. Jones…)

    Dariella.

  21. ghostrecords ha detto:

    Non hai nominato i Pavement parlando dei Mersenne, lode a te. Non ne posso veramente più di leggere il nome dei Pavement (il più delle volte citato a sproposito) nelle recensioni di ogni disco possibile e immaginabile. Basta.

    E pensa che l’ombra dei Pavement pare si allunghi anche sulla musica dei Franklin Delano, mah….