mercoledì, 04/10/2006

I assure you we’re open

Il primo impulso, appena uscito dal cinema, è stato di difenderlo. Un’excusatio non petita che la dice lunga, dettata con ogni probabilità più da certo inossidabile affetto nei confronti del primo episodio che da un reale apprezzamento verso il secondo. Eppure, nonostante già sulla carta abbia tutte le caratteristiche del film indifendibile (il sequel, 10 anni dopo, di un film girato con due dollari da degli sconosciuti, in breve diventato un cult in tutto il mondo nonchè uno dei film simbolo degli anni ’90? Suvvia), Clerks II non ha davvero bisogno di essere difeso. E’ il miglior seguito di Clerks che si potesse girare, e chiunque sperasse in qualcosa di diverso probabilmente conosce abbastanza l’originale nè ha presente la produzione più recente di Kevin Smith.
E’ buffo perchè anche a me, come a Max, è subito venuta in mente la metafora della rimpatriata 10 anni dopo; invece di vedere il bicchiere mezzo vuoto del «compagno scemo di liceo che continua a fare sempre le stesse battute» e delle «persone una volta minimamente sagaci che sacrificano il loro acume sull’altare della consuetudine», però, sono stato portato immediatamente a vederne il lato positivo. Ovvero quello delle care, vecchie, rassicuranti, cose che non cambiano mai. Perchè ad andare avanti guardando indietro non si può che finire a stare fermi; e non è detto che sia un male. Per eludere ogni muccinismo da post-trentenni con un’abbondante dose di demenzialità e un pistolotto finale talmente fuori posto da risultare esilarante quanto il resto del film stesso. Perchè l’unico modo per onorare lo spirito di cazzeggio dell’episodio originale è proprio quello di fare un film esattamente come il primo, che ignora ogni mutata condizione e ogni pretesa di innovazione od originalità in favore di un caro vecchio triangolo amoroso intriso di volgarità, citazionismo a buon mercato e sesso interspecie.
Evolversi, qualche volta, è un crimine. Qualche volta, solo qualche volta.

13 Commenti a “I assure you we’re open”:

  1. utente anonimo ha detto:

    Io proporrei di cambiare l’espressione “persone una volta minimamente sagaci che sacrificano il loro acume sull’altare della consuetudine” in “acumi sacrificati sull’altare delle persone sagaci dalla consuetudine.” Mi suona meglio.

  2. utente anonimo ha detto:

    non ho visto il primo e questo mi ha fatto morire. Sopratutto non riesco a mettermi il burrocacao senza ridere!

  3. utente anonimo ha detto:

    La cosa migliore di quel film è che fanno sentire 1979.

  4. oltrenauta ha detto:

    ottimo ascolto gli Sparklehorse

  5. catopedro ha detto:

    per me non ai livelli del primo ma ho pianto lo stesso dalle risate.

    se ti va passa da me a dire la tua opinione sulla querelle delle trilogie, quando uscira Clerks 3 cosa dirà Randall? quale sarà la vera trilogia per lui?

  6. codyallen ha detto:

    Cazzo. Devo vederlo! Il primo e’ un oggetto di culto. Ma scusa… non e’ che vado per vedere Smith e mi aspetto Wenders… che discosrsi sono? :D

  7. jolek ha detto:

    Concordo Ink… Io sono appena reduce dall’overdose di risate di Clerk2… bello, tutt’altro che banale…e poi finisce bene. Sto diventando troppo sognatore forse?

  8. toso70 ha detto:

    sono andato a vederlo pronto alla delusione, per gli stessi motivi che hai spiegato nel post. Però, iniziato il film, mi sono sentito a casa. E’ successa una cosa inspiegabile, impossibile: come ritornare in un posto dopo più di dieci anni di assenza e scoprire che è tutto uguale. Che anche tu sei lo stesso.

    Un piccolo miracolo !

  9. utente anonimo ha detto:

    Il mio film preferito è Mallrats…!

    BH

  10. pianetaorsi ha detto:

    boh, che dire. Un mito?

  11. inkiostro ha detto:

    Vabbè, io sono un romanticone e amo le melensaggini (e infatti secondo me il suo miglior film è In cerca di Amy), questa volta non siamo proprio sulla stessa lunghezza d’onda… :)

  12. il problema, secondo me, è che Smith cerca di cambiare (di crescere) ma non ne ha i mezzi. Smith è un bravo fumettista, ma quando si tratta di avere il polso da regista nungliafà. Tenta la strada del romanticismo iconoclasta, ma non riesce a legare le due cose e alla fine nonostante abbia riso e anche molto, quando non sono stato infastidito da scene melense mi è sembrato che i pochi guizzi fossero tutti al servizio della giustificazione di altre melensaggini. alla fine me sono uscito pensando che scegliere becky a quel modo e per di più grazie anche a una gravidanza post ubriachezza non era altro che scegliere emma

    se poi devo parlare da fan del primo film mi limito a dire che l’introduzione del sentimentalismo (come via alla crescita poi) è riuscita e aggraziata quanto l’apparizione di Jar Jar Binks nella nuova trilogia

  13. utente anonimo ha detto:

    io non sono riuscito mai a detestarlo (smith) sebbene ci sia stato jersey girl o in cerca di amy o altro..

    mallrats nel suo essere “filmetto” era un “filmetto” ben centrato, che in un ora e venti da un occhiata su una crisi di pseudo trentenni in cerca di sè stessi

    più che altro a volte bisogna saper dire cose serie ridendo.

    che magari si è ascoltati di più

    junkiepop