martedì, 08/08/2006

So let’s toast the last romance

La fine dell’edizione di un festival che odora di fine del festival stesso arriva con una band che tutti danno sull’orlo dello scioglimento, e che ha intitolato il suo ultimo disco «L’ultima storia d’amore». Se è una metafora, solo un cieco non saprebbe vederla.
Eppure forse è stato proprio questo clima da chiusura, reale o immaginaria che sia, a rendere questa edizione di Frequenze Disturbate un po’ speciale del solito. A riportare l’attenzione sulla musica e sulla location, spazzando via la patina di mondanità e di place-to-be che nelle ultime edizioni aveva trasformato quello che è -e che forse dovrebbe essere fiero di rimanere- un festival di provincia, in qualcosa di diverso.
E così ci sono stati degli Arab Strap letteralmente in stato di grazia (non si sciolgono, dai). Una tempesta di fulmini e un cielo post-atomico a incorniciare il bellissimo set dei Tunng (i migliori del festival, a detta di quasi tutti). Cat Power che come al suo solito perde ogni senso della misura e dopo una manciata di pezzi da panico (una Good woman da lacrime) sbraca orribilmente mettendo, come da copione, alla prova la pazienza dei presenti. Erlend Øye che passeggia da solo sotto il sole con un cappello di paglia, un sorriso a 24 denti e la faccia di chi letteralmente implora che qualcuno lo fermi per chiacchierare (e poi, sul palco, lascia abbastanza a desiderare). I Non voglio che Clara con quartetto d’archi che suonano benissimo ma troppo poco, e nonostante siano in apertura vengono pure richiamati sul palco per un bis. La crescia, e chi non ha il fisico per finirne una. Le salite, e chi non ha il fisico per farle. L’aria di casa.
Non so se quella che è appena finita sarà davvero l’ultima edizione. E non so nemmeno se sia stata sotto tono come poteva sembrare, e come a guardare i nomi in tabellone rischia ancora di sembrare. L’impressione è che DNA Concerti abbia deciso di non puntare molto su questa edizione, o che sia semplicemente stata sfortunata nella composizione del cast. Ne è uscito fuori un ridimensionamento forse inevitabile, forse voluto, che a qualcuno ha messo un po’ di tristezza e che invece a qualcun’altro non è dispiaciuto per come ha riportato il festival alle belle edizioni di 5-6 anni fa e al clima da best kept secret che si respirava allora. Un ridimensionamento che secondo qualcuno è il chiaro sintomo della fine di una storia unica e irripetibile per luogo, passato e atmosfera, e che secondo qualcun’altro è un modo per ricaricare le pile (e il portafoglio) in vista di un futuro tutto da immaginare.
Se è vero che non sarebbe la prima volta che Frequenze Disturbate reinventa se stessa, è anche vero che la fine, di tutte le cose, è sempre la più affascinante. Specie se c’è Aidan Moffat che ti invita a brindare all’ultima storia d’amore. E se tu, all’ultimo momento, decidi di spostare il bicchiere; e di augurare ancora una lunga vita alle tue frequenze disturbate.

15 Commenti a “So let’s toast the last romance”:

  1. yoghiworld ha detto:

    Quest’anno frequenze disturbate mi è piaciuto ZERO, dall’inizio alla fine! Se non ci fosse stata una bella compagnia di amici mi sarei anche annoiato a morte, salvo solo i Non voglio che clara, perchè tutto il resto del cast è stato sottotono e ai Tung sotto l’acqua ho preferito la ctrescia.

  2. codyallen ha detto:

    Se lo chiamavano gnagnafestival era uguale…

  3. utente anonimo ha detto:

    Manuel era giù con la voce a Urbino, l’acustica non era meglio. si è ripresa un po a metà concerto. però gli after sono gli after e non puoi fare altro che cantare, no? e da parte mia, li vedo almeno 1-2 volte all’anno tra tutto..

    Giu

    @Ayeye: sugli after, se non sai le cose, salle. detto con un italiano impeccabile. ma da noi si dice così. a dispetto della loro nomea da fighette (ogni tanto ci sta, siamo ben chiari, ma non era quello il caso) isteriche posso assicurarti che sono delle persone gentili e carine e simpatiche.

  4. AyeyeBrazorv ha detto:

    Beh!…pensa che anno annullato una data in sardegna perchè “gli organizzatori non ci hanno dato l’importanza che meritavamo”. Se vai a guardare il cast della rassegna a cui avrebbero dovuto far parte, loro sono (forse) l’ultima ruota del carro…

    http://www.roccerosse.it

  5. inkiostro ha detto:

    Banalmente, perchè non li ho visti. Anche se normalmente live sono una macchina da guerra, mi hanno detto che erano molto sottotono..

  6. AyeyeBrazorv ha detto:

    Com’è che non nomini gli afterhours!? non ti piacciono?

    O non sono più abbastanza Underground per entrare nelle tue grazie!?

    Scherzo…

  7. nicogio ha detto:

    L’hai incontrata firequeen? C’era pure lei. Con gli stivali!

  8. rent ha detto:

    quindi posso ammazzarmi tranquillamente..

    grazie

    ricordati di me

  9. inkiostro ha detto:

    _RedGlow: un perfetto e per molti versi miracoloso mix di glitchtronica neanche troppo accessibile e folk un po’ freakkettone, il tutto senza strafare. Intorno, una tesmpesta di fulmini a fare da cornice. Abbastanza irripetibile.
    _Anonimo: più ci penso più mi sembra vero.
    _NicoleDiver: Ti dirò, alla fine ho visto dei disadattati molto peggiori, nel corso degli anni. Le cose urlate alla Gatta dal pubblico sono state tra le cose più divertenti dell’intero festival..
    _Rent: occhio, che alla fine non ha fatto per nulla un brutto concerto. Fosse durato una quarantina di minuti in meno, avremmo urlato tutti alla sua rinascita. Ma ha sbracato, e noi l’amiamo anche per questo, in realtà.
    _Marco: degli Islands già sapevo, ho già organizzato una bevuta sciamanica per non pensarci. Il nuovo progetto di Erlend mi piace molto, ma solo a piccole dosi; era il secondo concerto che vedevo, e già alla terza canzone mi aveva stufato.
    _CB: a suo modo, è stata una bella scoperta.

  10. utente anonimo ha detto:

    Non ero mai stata a Frequenze Disturbate, ne ho sempre letto in giro, ho sentito i racconti degli amici, ho avuto la sensazione che per molti fosse più una moda andarci che una vera scelta sulla base del cast. Ci sono stata quest’anno (per moda, non per il cast), e ho scoperto che la moda è andata e che il cast era in realtà splendido. Ho tirato un sospiro di sollievo: ho sempre odiato le mode. Arab Strap grandissimi.

    -CB-

  11. utente anonimo ha detto:

    si condivide quasi tutto

    gli arab strap hanno salvato il mondo per l’ennesima volta ed era scontato, tunng molto meglio del previsto. Su cat power (da fan) dico semplicemente che non era il caso di voler recuperare tutti i live precedenti andati male per deliri alcolici. Erlend Oye..insomma, figliolo, va bene essere monocordi, ma c’è un limite. Piaciuti f.russia! Calla peccato non uscisse la chitarra, ma ai calla io perdono anche eventuali parricidi.

    il futuro è nel grembo di giove

    di certo si sa che gli islands stasera non suonano

    m.

  12. rent ha detto:

    mi avete tolto un peso per cat power

  13. NicoleDiver ha detto:

    Significativo è stato che ha urlato alla povera Cat ‘AIUTATELA!’ dal fondo.

    Erlend Oye invece passeggiava con babbo e mamma, ma che bravo ragazzo!

    C’era un’atmosfera un po’ da sopravvissuti non si sa bene a cosa, ma siamo fieri comunque di esserci ancora a vedere questi disadattati sociali che suonano e cantano le loro canzoni.

  14. utente anonimo ha detto:

    Perfetto, hai detto tutto tu. Se era un finale, è stato un degno finale.

  15. RedGlow ha detto:

    Eh, dispiacere. Soprattutto per i Tunng, che ho imparato ad adorare ultimamente. vabbe’.