lunedì, 24/07/2006

Return to the sea(side)

E’ una cosa leggera, la somma di tanti piccoli granelli, una cosa volatile che forse ha senso solo quando sta insieme. E’ un gioco, che nasconde le competenze su cui si basano le Scienze maiuscole dietro un fine solo apparentemente meno importante. E’ una cosa che sfida le leggi, e misteriosamente sta in piedi, ed proprio qui è parte del suo bello. La musica degli Islands è proprio come un castello di sabbia: una piccola opera d’arte e sabbia che simboleggia in modo perfetto tanto la bellezza quanto la fragilità.
Return to the sea, il loro disco d’esordio, è in giro da un po’. E’ il tipo di album molto promettente che ascolti per mesi a spizzichi e bocconi, ripetendo a te stesso che prima o poi gli darai il tempo di conquistarti, salvo poi continuare a rimandare. Gli Islands sono nati dagli Unicorns, una delle cose contemporaneamente più belle e irrisolte mai uscite dal Canada, e continuano a dare voce alla loro follia creativa inscatolandola in una forma solo apparentemente più ordinata, che riesce a mischiare con rara disinvoltura indiepop da manuale con melodie paraboliche e solari che farebbero invidia a un certo Brian Wilson. La loro incoronazione è stata sancita già a Capodanno, quando Mr. Polaroid (e chi sennò), mesi prima dell’uscita del disco, ha riempito la pista del Covo con la loro clamorosa Rough Gem. E quando, alla spicciolata, lo scorso venerdì sera ha cominciato a diffondersi la notizia che gli Islands sarebbero venuti a brevissimo in Italia per un concerto in spiaggia, raramente qualcosa è sembrato così appropriato.
E così tra un paio di settimane, quando Agosto svuoterà le città e i reduci (tra cui il sottoscritto) rimarranno a vagare in mezzo all’asfalto rovente nel tentativo di trovargli un senso, il Boca Barranca di Marina Romea (RA), l’8 Agosto, ospiterà la prima e finora unica data italiana dell’eccezionale band canadese. Non si può mancare.
In Rough Gem c’è un verso che ho sempre trovato bello, anche se non ho mai capito cosa significhi davvero: Dig deep, but don’t dig too deep. Forse è perchè poi trovi l’acqua, e il castello cade?

Islands – Rough gem (MP3)
Islands – Rough Gem video (MOV)
Islands – Volcanoes (MP3)
Islands – Live @ Philadelphia, Dec 2005 (link -> 12 MP3)

10 Commenti a “Return to the sea(side)”:

  1. utente anonimo ha detto:

    Visti al Bastard di Berlino. Muuucho divertenti.

  2. MatteoL ha detto:

    Marco,

    come tu ben sai…il mio cuore pulsa per te, solo per te.

    Arriverà il giorno in cui potremo stare assieme…ma per ora è un amore a distanza.

    Tuo,

    M.

  3. utente anonimo ha detto:

    nooooooooo!!!!!!!!

    io pure ho l’aereo per londra proprio quel giorno…

    nooooooooooo!!!!!!!!!!!!

  4. colas ha detto:

    ehm io so chi è che è fatto il trenino…

    :D

  5. utente anonimo ha detto:

    Without Google Translate I can’t understand a single word, but I really like your blog. Maybe I could learn Italian.. :)

  6. utente anonimo ha detto:

    In realtà a me li fece scoprire il mio agente.

    Tra l’altro in quell’occasione, se ricordo bene, si scatenò anche un trenino. Dico: si era mai visto, al Covo, un trenino?

    (Per il concerto di Marina Romea rosico pure io, che se tutto va bene quella sera starò planando sulla Scandinavia. Vi auguro che dal vivo siano meglio degli Unicorns… gne gne gne, la volpe e l’uva…)

  7. utente anonimo ha detto:

    in realtà il lavagna furioso fa di tutto per non condividere un appartamento con me

    ci sono rimasto male

    m.

  8. MatteoL ha detto:

    io torno da londra il 7…maledizione…

    comunque anche io impazzisco per loro…

    magari tornano…o magari si sciolgono, come gli Unicorns.

    mah, sti artisti…

  9. utente anonimo ha detto:

    ci si è

    m.

  10. colas ha detto:

    nooooooooooooooo.

    ho l’aereo quel giorno.

    cazzo.