giovedì, 15/06/2006

Studiare studiare studiare

Come molti oggi, anch’io ho fatto il test di Kataweb, per scoprire quanto ne so del prossimo referendum confermativo sulla devolution che, lemme lemme, si è fatto quasi imminente nel silenzio generale. E infatti, con meno di 3/4 di risposte giuste sul totale, ne so molto meno di quanto pensassi, e ho l’impressione che questo sia un problema comune. E se ci preoccupassimo tutti un po’ meno delle dichiarazioni di quel buffone di Buffon e dei mancati concerti del weekend e un po’ di più di quei buffi omini che sventola(va)no forche e suonano il piano sui banchi del Parlamento?

13 Commenti a “Studiare studiare studiare”:

  1. Abboriggeno ha detto:

    Secondo me in questo caso specifico si può tranquillamente votare NO anche senza saperne una cippa. Ma proprio tranquillamente eh.

    (Poi, volendo, ho argomentato meglio la cosa in un post, ma la sostanza è quella.)

  2. utente anonimo ha detto:

    non per niente mi chiamo gino

    gino

  3. santafede ha detto:

    ……a ginooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    ma impara a distingue quando uno scherza da quando uno dice sul serio!!!!!!!!!!!!

    ma che te credi davvero che vivo coi prosciutti agli occhi!!!!!!!!!!!!!!

    ovviamente era una battuta, ma gino non l’ha capita.

  4. utente anonimo ha detto:

    Il punto è in realtà che nel nostro paese non esiste una società civile sviluppata. Così come della riforma del titolo quinto, anche della riforma costituzionale varata dal passato governo si è tanto discusso. Nel nostro paese si legge però pochissimo, mi riferisco soprattutto ai quotidiani. Per rendersene conto non occorre certo andare a controllare i dati statisti comparati a livello europeo sulle tirature dei giornali; basta semplicemente guardarsi attorno, vedere chi passeggia con un quotidiano sotto il braccio, vedere quanti studenti arrivano in facoltà con il giornale. La televisione non può, per ragioni intrinseche e strutturali, sostituire il giornale come mezzo di informazione e di formazione dell’opinione pubblica. Il test che hai proposto è sì interessante (confesso di avere risposto correttamente a poco più della metà delle domande), ma forse manca di cogliere il punto. Il problema non sono tanto le questioni più tecniche che non sono note, quanto il fatto che non sì colga molto spesso la radicale messa in discussione di alcuni principi alla base della precedente carta costituzionale. Le modifiche ai poteri del presidente della repubblica e del capo del governo, il depotenziamento del parlamento, la riduzione del ruolo dei partiti (per non parlare dell’inevitabile scontro che si verificherà per la definizione concreta delle aree di competenza tra parlamento e senato), sono alcune questioni centrali che modificheranno sostanzialmente, nel tentativo di riformare il sistema istituzionale, il rapporto tra cittadini e istituzioni, senza che ci sia da una parte un’adeguata comprensione delle dinamiche di riforma e dall’altra, mi riferisco ora alla classe politica, una sufficiente cultura politico-istituzionale. Il fatto che si sia fatto una riforma costituzionale senza quel livello generale di convergenza e consenso da parte delle varie parti politiche, così come era successo tra i costituenti della prima carta, è già di per sè un fatto grave.

    I valori che emergono poi, mi riferisco alla così detta devolution (che poi sta a identificare appunto un movimento di involuzione, e qui i Devo avevano colto nel segno), sono valori confliggenti con l’idea di integrazione e sostegno nazionale. Se le cose vanno male, nel Bel Paese, è semplicemente perchè, citando Gobetti, il nostro è un paese che manca di nerbo morale.

    In italia devi corrompere qualcuno o farti raccomandare anche per usare un cesso pubblico.

    Concludo notando che, se si passasse meno tempo davanti ad un pc o nei salotti piccolo-borghesi (che è lo stesso), e più tempo confrontandosi con la realta (avrebbe detto Joyce con la vita che sta lì fuori, per la strada), forse si avrebbe un’idea più concreta di come sta combiano il nostro paese, e si riuscirebbe anche ad incidere su questo cambiamento.

    Saluti,

    Mao

  5. utente anonimo ha detto:

    brava santafede.

    peccato che il tuo atteggiamento poi faccia sì che poi a prenderlo nel culo siano gli altri…e magari pensi pure di essere originale.

    gino

  6. santafede ha detto:

    io ho scritto “volgio”! beata ignoranza!

  7. fooosco ha detto:

    pps. e nella fretta ho scritto “canpagna” invece che “campagna”. Ah, l’ignoranza della gente!

  8. fooosco ha detto:

    ps. santafede: non mi riferivo a te :)

  9. fooosco ha detto:

    il problema maggiore è che non essendoci una vera e propria canpagna avversa, passa l’idea che tale riforma distruttiva per l’ordine democratico dello stato sia in realtà mirata solo alla riduzione del numero dei parlamentari. Il populismo ha una grande presa sull’ignoranza della gente.

  10. santafede ha detto:

    volgio restare per sempre ignorante. ignorante e felice.

  11. utente anonimo ha detto:

    beh, a questo punto voto NO solo per vedere cosa combina Bossi…

    .apo

  12. utente anonimo ha detto:

    concordo. soprattutto in paesi come il nostro ove non vige la shame culture.

  13. Enver ha detto:

    il problema grave è il cosiddetto premierato. cioè una forma tale per cui è il presidente del consiglio, e non più il parlamento, a sfiduciare i (propri) ministri. da terrore. molto più che una sanità o scuola o pula regionali: l’importante è che questi servizi restino in mano pubblica, indipendentemente dall’ambito territoriale di competenza. respingere ogni privatizzazione.