mercoledì, 22/03/2006

The music-loving novelist and the book-loving musician

Douglas Coupland vola a Roma per intervistare Morrissey.
Ed è già leggenda.

«To me, interviews are mostly about trying not to make the interviewer think I’m too much of an asshole. I think that’s the experience with most interviews these days, mine and most everybody else’s. Let’s face it, pretty much any info you need is already out there on Google. Interviews never go away any longer. They just pile up and up and up for the rest of time. If people want to know something about a subject, they can just find it themselves. All that remains is control of the asshole yes/no switch. Do you want an interviewer to flip it? Remember – if you don’t want people thinking you’re an asshole, it means you allow your interviewer to torture you. It all boils down to how strongly you believe in the totemic Sony.»

«And maybe what all this further boils down to is the fact that Morrissey is interview-proof. Don’t bother. He’s not an asshole and he’s not the Dalai Lama, but you could interview him for a thousand years and you’d learn nothing. And this is just fine.»

7 Commenti a “The music-loving novelist and the book-loving musician”:

  1. man0lo ha detto:

    nello stesso articolo, douglas coupland porta all’attenzione del lettore un particolare fisico del mitico moz:

    His head (this is really weird, and I hope it doesn’t go outside the boundaries of taste) is enormous. It’s like a huge Charlie Brown parade float head. I walked into the bar to meet him and I saw this guy across the room with this massive head and I thought to myself, ‘Man, that’s one massive head’, and it was Morrissey.

  2. utente anonimo ha detto:

    per post sotto. ho scoperto anche io questa rivista dal suddetto numero, e sono rimasto scioccato dai suoi contenuti, dalla grafica e dal fatto che una rivista del genere sia potuta nascere. proprio bruttina e insulsa!

  3. utente anonimo ha detto:

    p.s.

    mi sorpresi molto, perchè mentre hornby veniva osannato, quello che consideravo al paragone un gioiello non ebbe praticamente alcuna pubblicità

    mario

  4. utente anonimo ha detto:

    è un romanzo che al tempo trovai straordinario, composto in forma di lettere a morrissey che di fatto divantano un diario attraverso il quale seguiamo la vicenda, che ha come protagonista un ragazzino inglese ipersensibile che vive in simbiosi con gli smiths e che, anche per ragioni fisiche, si sente “sbagliato”. è un malinconico (ma non senza speranza) percorso costellato da citazioni smithsiane e di personaggi indimenticabili che rimangono tuoi amici anche dopo aver finito il libro.

    mario

  5. codyallen ha detto:

    E dire che il suo sogno era rivaleggiare con i Frankie Goes To Hollywood. Umilite’ plz…

  6. inkiostro ha detto:

    No, e non mi sembra di averlo mai sentito nominare. Cos’è e perchè è Smiths-connected?

  7. utente anonimo ha detto:

    OT ma non di molto: a proposito di smiths e morrissey avete letto Il ragazzo sbagliato, di Willy Russell (Rizzoli) ? x me merita.

    mario