lunedì, 04/07/2005

nessun titolo

Monday gaming (catarsi di traumi infantili edition)
Se ho avuto un’infanzia triste (cosa peraltro non del tutto vera; la mia infanzia è stata tranquilla, è stata semmai la mia adolescenza ad essere inquieta), lo devo in larga parte a Raiden. In un certo periodo, facciamo tra gli 8 e gli 8 anni e mezzo, Raiden era il videogioco più figo in città. Scartando le avveniristiche meraviglie della Sala Giochi, luogo di perdizione in cui da bambini non ci era consentito di entrare (e conosco gente che ha rispettato tale divieto familiare fino alla maggiore età e oltre), Raiden -che stava invece nel ben più innocuo Bar Europa- era il massimo. Uno dei miei migliori amici di allora era il più bravo della città: con sole 200 lire giocava quasi un’ora, arrivando a livelli di inusitata difficioltà in cui con occhio lestissimo e polso rapace riusciva chissà come a cavarsela
sempre. Del resto lui abitava a poche centinaia di metri dal bar, ed eravamo in molti a ipotizzare che lui passasse ad esercitarsi dentro il bar anche l’ora dei compiti. Io invece, sono sempre stato mediocre,  e giocandoci assai poco, non ho mai raggiunto risultati rilevanti: unito alla mia inettitudine a Street Fighter II e mezzo (come la chiamavamo noi), era praticamente uno stigma sociale. Ci ho messo anni a riprendermi dal trauma causatomi da questo gioco, ed ora ho l’occasione di rifarmi: adesso che il bar ce l’ho praticamente in casa, la palma di campione di Raiden X non me la toglie nessuno, ecco.

13 Commenti a “nessun titolo”:

  1. utente anonimo ha detto:

    eravate davvero avanti… io mi sono arrestato al Commodore16

    .Apomorfina

  2. inkiostro ha detto:

    oddio, l’amiga 500, che meraviglia

  3. matteb83 ha detto:

    Raiden! Ai tempi delle medie perdevo interi pomeriggi a sparare a qualunque cosa si muovese in cielo, o in terra, o per mare. Anche se in realtà io giocavo con Silkworm IV, versione per Amiga 500…

  4. utente anonimo ha detto:

    è stato un trauma post-infantile. e per guarirne, durante l’adolescenza ho passato ore e ore a giocare a street fighter II su SuperNES. chiamasi “terapia d’urto”.

    Apomorfina

  5. inkiostro ha detto:

    Apomorfina, guadagni un poverino’s ad honorem per una storia tanto triste. Io, per rincarare la dose, non sono mai stato in grado di fare ‘la bolla’…

  6. utente anonimo ha detto:

    il gioco della mia post-infanzia è sicuramente street fighter II: mi ricordo che al mare, alla salagiochi, riuscivo a spendere tutti i soldi risparmiati da buona formichina durante tutto l’inverno. morivo sempre al primo incontro.

    Apomorfina

  7. utente anonimo ha detto:

    Io a Raiden nn ci giocavo. Però giocavo un botto a Pang.

    Guardare la tua scrivania mi fa venire in mente la mia, che pure è bella incasinata, e mi viene i sensi di colpa, chè dovrei mettere ordine:-P

    [Neubauten]

    P.S.: com’è andata la serata giovedì? Io poi nn son potuto venire perchè son dovuto tornare al borgo natio per delle robe che dovevo fare :-(

  8. Nin-Com-Pop ha detto:

    ink, io ci sono passata ora da quel videogioco della tua infanzia. ma mi chiedo –visto che ho tot anni più di te– com’è che assomiglia ai miei videogiochi del bar della scuola media? in cui ero una delle due uniche femmine, of course. ma l’altra stracciava pure i maschi. e li stracciava pure sulla break dance. lei era maschiaccialesbicissima. ma forse non l’ha mai capito. e non parlo del maschiaccio :)

  9. inkiostro ha detto:

    Dio, Pang. Quanti ricordi… (facevo schifo anche a quello, comunque. ero un bambino davvero triste, bravo solo a super mario). Apo: non mi pare carino dirlo qui. Ti dico solo che quel bambino occhialuto ora è un nerboruto bodybuilder…
    [il bar dei preti….ma esistono ancora gli oratori?]

  10. yoshi. ha detto:

    cazzo raiden!!!! che traumi… ci giocavo al bar dei preti e c’era sempre talmente tanta fila che non si poteva continuare una volta morti

  11. utente anonimo ha detto:

    Pang.

    Ma chi era il fenomeno in questione????

    Apomorfina

  12. utente anonimo ha detto:

    Questi racconti di infanzia sono spassosi…io perdevo tutto il mio tempo con quel giochino in cui dovevi sparare a delle bolle facendole diventare sempre più piccole…com’è che si chiamava? Era diabolico!

  13. utente anonimo ha detto:

    sparatutto!!!