sabato, 15/01/2005

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Un Voce che vuole disturbare
L’ascolto del disco di Lello Voce è un’esperienza faticosa. Non puoi metterlo su per rilassarti. Non si accontenta di essere un sottofondo. Tra poesia, rap e spoken, tra hip-hop, elettronica e free jazz (alla tromba c’è Paolo Fresu), Fastblood è quanto di più lontano dal concetto di pop sia possibile ascoltare in giro di questi tempi. Senza ritornelli com’è, non dà il minimo appiglio all’ascoltatore, fa di tutto per non essere rassicurante, infilando versi con un’urgenza e una frenesia che non lascia possibilità di opporsi.
Vuole attenzione, Fastblood, e vuole disturbare; va detto che ci riesce molto bene. Sa di avere poche occasioni per arrivare dove vuole, e mira a colpire subito, senza scampo. Sa che presto, con ogni probabilità, all’ottavo minuto del primo pezzo o al decimo del terzo, chi ascolta potrebbe cedere. Sa che la prima reazione potrebbe essere di fuga e repulsione. Ma sa anche che, probabilmente, chi è scappato tornerà.

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