giovedì, 28/10/2004

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Geeks don’t cry
[attenzione, post ad alto tasso di lirismo digitale]
Cambiare computer è un po’ come partire. Me ne sono reso conto ieri pomeriggio, mentre facevo il backup di anni di intensa attività telematica in vista della sostituzione dell’antidiluviano K6 che uso da anni con un fiammante Pentium IV con 1 GB di RAM. Me ne sono reso conto mentre cercavo i file da tenere tra quelli sparsi nelle cartelle di mezzo hardisk, mentre raccoglievo anni di vita e li stipavo dentro un CD-RW come fossero librioggetticd da mettere dentro gli scatoloni prima di un trasloco o vestiti e effetti personali di varia natura da far entrare in un trolley o uno zaino da trekking prima di un lungo viaggio. Mentre cercavo di ricordarmi quali fossero i file con le migliaia di mail archiviate, recuperavo tesine dell’università, appunti, slides, siti web, recensioni, articoli, racconti, foto, testi di canzoni, rintracciavo i bookmark del browser, la lista utenti di soulseek, l’addressbook di Eudora e decine di altri file di ogni genere.
Ora ho finito, ed è come guardare per l’ultima volta un vecchio appartamento ormai vuoto, prima di voltarsi e partire. Ma è anche contemporaneamente come dare un ultimo abbraccio a una ragazza un attimo prima di salutarla, nel momento esatto in cui si scopre che le sue bizze e mille idiosincrasie (messaggi di errore immotivati come dei tic, malfunzionamenti inspiegabili come adorabili vizi) da difetti quali sono sono ormai delle peculiarità a cui si è affezionati.
Verrebbe quasi voglia di dare a un evento del genere qualche significato superiore, di vederlo come la fine di un’era (e in effetti, anche se qua è tutto un momento di transizione tra momenti di transizione, il periodo lo è), e di commuoversi per una buona volta. Ma i veri geek non piangono. Si limitano a fare una foto ricordo con il vecchio computer. E a metterla in una cornice.
(continua)





13 Commenti a “nessun titolo”:

  1. inkiostro ha detto:

    Il villain? That’s me.. :)

  2. utente anonimo ha detto:

    C’è una teoria in giro che dice che nei film i Buoni hanno il Mac e i Villain hanno il pc : )

    Hai bisogno di una “letterina”?…se vuoi ti faccio uno zabaione!
    :)

    Ciao

  3. utente anonimo ha detto:

    Cambiare computer è come cambiare valigia. Vai in tanti posti, ti porti dietro tante cose e ne aggiungi sempre di nuove.

  4. mrw0lf ha detto:

    http://ars.userfriendly.org/cartoons/?id=20041028

    ps.
    guarda che sono vivo, toglimi il requiem ;)

  5. utente anonimo ha detto:

    ma fatti un bel mac, ragazzo mio!!

  6. utente anonimo ha detto:

    (e sorridi solo quando si gira a guardarti)

  7. utente anonimo ha detto:

    mi era successo millenni la stessa cosa, da qualche parte nel mio archivio ve n`e` traccia

  8. utente anonimo ha detto:

    A me lo cambiano, d’autorità, martedì (oh, ma te ne diamo uno più bello, eh!). Sto già male.
    m.

  9. inkiostro ha detto:

    + Nin-Com-Pop: beh sì, tra geeks ci si intende. Però è una sensazione strana, è piacevole ma anche no..
    + Delio: l’idea era quella. Sapessi cosa le ho sussurrato all’orecchio..
    + Mr. Reset: in realtà non lo so bene neach’io. Col K6 mi sono sempre trovato benissimo, mentre ho avuto a che fare anche con un Athlon che non mi ha proprio esaltato. Probabilmente, in realtà, il fatto è che non ho più computer con processori Intel da secoli, e forse avevo voglia di cambiare.
    + Maxcar:almeno tu hai avuto il buon gusto di evitare post melodrammatici come il mio.. :O

  10. mi è successo lo stesso tra ieri e oggi: ho riconsegnato il portatile del master e ho passato due giorni a raccogliere mp3, foto e scritti di quest’ultimo anno

  11. utente anonimo ha detto:

    Bel post. una domanda: hai dato fiducia ad Amd quando non ne meritava, e oggi passi ad Intel?
    Ovviamente scherzo, ma è interessante questa sfumatura. Ne farò probabilmente un post.
    ciao

  12. demu ha detto:

    praticamente come il saluto finale tra bill murray e scarlet johansson.

  13. Nin-Com-Pop ha detto:

    ma davvero? davvero davvero? se potessi cambiare i miei pc (lavoro e casa) almeno una volta all’anno sarei una donna felice.