mercoledì, 01/09/2004

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Un Covo tra le montagne
Anche se è stata una settimana di vacanze, la sveglia suonava alle 9, quando il sole era ancora coperto dal profilo dell’Antelao e a guardare fuori dalla finestra sembravano le 6 di mattina. Ogni giorno, più o meno, andava così, con la ladra di lenzuola che si alzava riposata e quello che la frase giusta non è «Quello che non ti uccide ti rende più forte» ma «Quello che non ti uccide ti fa desiderare la morte» si lamentava per il residuo sonno inevaso; di solito l’uomo che non perse il portachiavi dei Kiss entrava che facevano colazione, mentre Your cover’s blown dei Belle & Sebastian, la Bohemian Rapsody dell’indiepop -anche se a me sembra più la Another brick in the wall-, che fungeva da sigla quotidiana, faceva del suo meglio per scuotere le membra assopite della compagnia. Dopo uno sguardo alla carta topografica, un salto alla Cooperativa (il vero stile si vede anche dal non chiamarla semplicemente Coop) per comprare le pucce, lo speck cotto, il cioccolato fondente e il Il Covo di San Vito di Cadore (BL)grappino ai mirtilli, si partiva alla volta della destinazione scelta; che si trattasse di una funivia da infarto che porta a una vetta dolomitica innevata anche ad Agosto, un sentiero micidiale con dislivello di centinaia di metri in cui sentire gli alveoli dimenticati tornare a nuova vita (contesi tra ossigeno e catrame come in una lotta epica tra il bene e il male), un lago nei cui «cerchi nell’acqua che non sanno nuotare» perdersi, una segheria tra i boschi di Lynchana memoria o un sottobosco fantasy in cui maledire il CAI.
Poi il pranzo all’ombra di qualche rifugio, generalmente allietato dalla lettura di Men’s Health e Cosmopolitan, comprati al solo scopo di deriderne il biunivoco sconfortante ritratto della battaglia tra i sessi, prima che quello fortunato nel minigolf quindi sfortunato in amore (ed era una bella gara) insistesse per tornare a valle, cosicchè la amante di bevande vintage potesse ordinare uno spritz col Select, quello che alla festa delle bande si immaginava come potrebbe suonare un gruppo di Tirol-Punk potesse illustrare per l’ennesima volta agli astanti il testo geniale di Maple Leaves di Jens Lekman, e l’uomo che l’abbronzatura faceva sembrare il negativo di un panda potesse allontanare la sua pelle bruciante dal sole.
Il resto era cena, relax e a letto presto, mentre la ragazza che si depila (e quindi, secondo Men’s Health, ragazza facile) tentava di ordinare alle sue gambe doloranti di muoversi come fa Uma in Kill Bill, e c’era chi guardava la finale olimpica di basket con la tele silenziata ascoltando una vecchia compilation di musica indiepop (Hit Music Only della Heavenly Pop Hits), e chi continuava a chiedersi su cosa sia appoggiato lo scoiattolo nel simbolo dell’omonimo gruppo di scalatori ampezzani (un coltello? una carriola? una tromba?).
Tra le cose che restano, alla fine, c’è una certezza: paese che vai, Covo che trovi.




11 Commenti a “nessun titolo”:

  1. Error ha detto:

    forse i peli biondi non valgono

  2. Error ha detto:

    Obiezione ineccepibile, in effetti. Quasi quasi scrivo una mail a Men’s Health per vedere cosa mi rispondono.

  3. utente anonimo ha detto:

    la donna che si depila è facile?Mi state dicendo che polacche e finlandesi e danesi e tedesche sono difficili?

  4. inkiostro ha detto:

    altrettanto… ;-)

  5. Blackhair ha detto:

    ah, buon settembre a tutti…

  6. inkiostro ha detto:

    Bravo bravo, bel post… lo sottoscrivo, tranne che per un piccolo particolare. E tu sai quale, subdolo esperto nel trafugare coperte e lenzuola (che sennò il risvolto non è come lo vuoi tu, altobassocaldofreddogomitisù testaingiù)
    Anyway, cari i miei avventurieri boschivi, esperienza memorabile: thanks!

  7. inkiostro ha detto:

    Quasi tutta, credo, ed è un bene. Quella che è rimasta serve giusto per arrivare a metà mese e adeguarsi con calma all’autunno bolognese.

  8. laginestra ha detto:

    E bravi che vi divertite a fare le scampagnate… Ma quanta estate é rimasta lí?

  9. utente anonimo ha detto:

    :-) (a volte le parole non servono)

  10. inkiostro ha detto:

    Completamente d’accordo. Secondo me entrambe le cose (un incrocio tra i Pink Folyd più accessibili e i Basement Jaxx??) si sentono ancora di più nell’altra versione che c’è nell’EP.

  11. utente anonimo ha detto:

    Your covers blown è una grande canzone…All’inizio mi sembrava un po’ una cazzata, con quella chitarra anni ’70 (vero, molto The wall) e tutti i cambi di tempo. Poi inizia come se fosse una canzone dei Basement Jaxx! Invece ora più l’ascolto più mi piace.