venerdì, 20/08/2004

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Zeitgeist for dummies
Prendi una giornata qualunque; ce n’è in abbondanza, di questi tempi. Smussane gli spigoli più aguzzi, che in realtà non ce ne sono poi tanti -ma rischiano di fare male-, toglili uno ad uno di modo che non possano tagliare più. Elimina gli strati più esterni e superficiali, che di solito traggono in inganno, e magari nascondono dietro un’apparenza calcarea un gesso o un basalto. Poi rendi la forma più regolare, cerca di farla diventare il più simile possibile ad una sfera, senza facce e senza bordi, tanto monotona quanto elegante nella sua prevedibile circolarità. Quindi elimina le impurità, quei piccoli grumi di sostanze estranee che magari non si notano a prima vista, ma che quando la prendi in mano senti che sono lì, fastidiosamente e tenacemente aggrappati alla sua perfezione minerale. Quindi disinfettala, candeggiala, immergila nell’acido di modo che sia di un colore omogeneo, anzi, che non sia più di nessun colore, così che il rosso del tramonto non assuma alcun tipo di sfumatura quando si riflette su di lei. Quindi levigala, scartavetrala, rendila liscissima, senza una ruga, senza un angolo ruvido, senza alcun punto in cui il polpastrello si possa impigliare, o lo sguardo sia portato ad indugiare. Ciò che hai ottenuto, ecco, quella è l’essenza del tuo tempo. Sempre che ci sia rimasto qualcosa.

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