mercoledì, 23/06/2004

nessun titolo

Come un tumulto in una strada vuota
La natura di Riot on an empty street, nuovo disco dei Kings of Convenience appena uscito per Source/Virgin, sta tutta nella sua copertina e nel suo titolo.
Nella copertina, Eirik ed Erlend giocano a scacchi, seduti per terra sopra un tappeto bianco, di fianco ad Ina, ragazza di Eirik, che legge un libro; mentre Eirik -che del duo è sempre stato in qualche modo il leader (è lui il lead singer della maggior parte delle canzoni)- guarda piuttosto serio in camera, Erlend è distratto e vagamente imbarazzato dallo sguardo provocante che la ragazza del suo socio gli sta lanciando. Sta forse succedendo qualcosa? Forse.
Il titolo, Riot on an empty street (Tumulto in una strada vuota), è un classico esempio di immagine ossimorica, che però riesce a non essere antipatica come avviene di solito, ma anzi, spinge l’ascoltatore ad interrogarsi sul suo senso. In proposito, in questa bella intervista del Guardian, Erlend spiega: Guarda la coppia seduta a quel tavolo. Sembra che tutto vada bene. Forse stanno dicendo «Sai, mio fratello vuole aprire un altro negozio», oppure lei gli sta dicendo «Non ce la faccio più». Me ne vado tra tre giorni e non tornerò. E forse lui ha pianificato tutta la sua vita intorno a lei, e ora ha il cuore in mille pezzi. Ma non si vede.
Riot on an empty street
, quindi, è azione sotterranea. E’ superficie appena increspata da sconvolgimenti imponenti eppure invisibili, è tensione di fondo che da fuori non si nota, è inquietudine nascosta dietro una bella foto o un titolo enigmatico. Ed è esattamente l’estetica di questo disco.
Dietro l’impeccabilità della forma, il tumulto è grande; ma non è facile da vedere. C’è una prevalenza di educatissime bossanove (quale altro genere musicale riesce ad essere così disperatamente ma compostamente malinconico?), lo spleen drakiano è quasi scomparso, a favore di un paio di ballate 100% Simon e Garfunkel (Homesick e Surprise ice -quasi natalizie), le evoluzioni del suono portano al pop perfetto (anche nello spirito) di I’d rather dance with you, all’inserimento inedito di una chitarra elettrica (ma non rumorosa, giammai) di Love is no big truth, agli interventi gorgheggianti e vagamente jazzistici di Leslie Feist.
Eppure…eppure il contrabbasso cadenzato di Stay out of trouble sembra fatto apposta per aggrapparcisi al momento del più disperato degli addii, l’arpeggio sognante e balneare di Cayman Islands è il cuscino su cui sdraiarsi in un languoroso pomeriggio d’Estate, la progressione melodica delle strofe di Sorry or Please riflette tutto lo smarrimento di chi non comprende se quei lunghi abbracci significano «Mi dispiace» o «Per favore», e l’intreccio di voci alla fine di Know How è la superificie su cui si riflette la nuda semplicità di una situazione you and me alone. Il tumulto interiore di ogni canzone è forte, mentre la forma musicale è impeccabilmente sussurrata e (un po’ meno che in passato) acustica, apparentemente vuota e poco interessante come una strada vuota. Che però nasconde un tumulto, per chi lo sa vedere.






13 Commenti a “nessun titolo”:

  1. inkiostro ha detto:

    In Blow Up o nel disco dei KoC? In entrambi, in effetti, forse sì.

  2. china ha detto:

    Io ci sguazzo. L’avresti saputo immaginare?

  3. inkiostro ha detto:

    Misread è una gran canzone, ma il testo (che mi lascia un po’ perplesso) e il fatto che essendo il singolo sia già arcinota fa sì che non sia tra le mie preferite al momento. Anche se -sì- sarebbe una buona suoneria.. :)
    [E io Blow Up lo sopporto poco, e non lo leggo mai, per la cronaca]

  4. pompeo ha detto:

    L’altra notte ho compiuto un gesto folle: ora Misread Polifonica è la nuova suoneria del mio cellulare…

  5. Enver ha detto:

    continuo a pensare che Misread sia un pezzone significativo, anche se non lo vedo citato nella recensione;)

  6. Lomotonic ha detto:

    La recensione è favolosa, il disco un po’ meno, anche se merita l’acquisto, o il download, fate un po’ voi….

  7. utente anonimo ha detto:

    Disco a dir poco meraviglioso…

  8. empty ha detto:

    … bellissimo post, quanto il disco …

  9. Mohole ha detto:

    Oh ma quando la pianterete con blow up?

  10. utente anonimo ha detto:

    Gran bella recensione . Non avrei saputo far meglio.

  11. gomitolo ha detto:

    spettacolodipost.
    a me -perdire- il disco piace e parecchio. e mi annoia un po’ sentir ripetere: “è bello fino a metà..”. c’è scritto su BlowUp, occhei. ma lasciamoci -ancora- la possibilità di affezionarci ai dischi.

  12. inkiostro ha detto:

    che il primo sia meglio credo sia incontestabile. ma anche questo ha il suo perchè, sotto sotto. Ed è un gran perchè.

  13. utente anonimo ha detto:

    pezzo di bravura…e bel disco, anche se il primo è meglio.