lunedì, 09/02/2004

L’angolo Potemkin

L’angolo Potemkin
Questa volta l’ormai consueto angolo Potemkin potrei dedicarlo tutto a Talke-Walkie degli Air, visto quanto se n’è parlato in giro. La verità, però, è che non sarei in grado di argomentare; semplicemente non mi piace, mi sembra debole soprattutto nelle canzoni, con poche idee -per di più poco orginali, a questo punto- e meno efficace tutti i vecchi lavori degli Air (progetto con Baricco escluso, ovviamente). Rimangono sempre ultraterreni nel modo di gestire i suoni e nelle ormai classiche atmosfere retrofuturiste (Alone in Kyoto su tutte), ma insomma, dal duo francese mi aspettavo ben di più.
L’esordio degli Stellastarr* (con l’asterisco -leziosi già dal nome) invece è di qualche mese fa, ma mi ci sono imbattuto solo di recente. Musicalmente non sono neanche neanche male, mischiano un po’ di carte che vanno dalla new wave inglese ai Pixies ai Placebo a certo brit-pop stile Pulp; il problema è la voce del cantante, un incrocio tra quella di Pelù e del cantante dei Tears for fear, Dio ce ne scampi. Peccato che non vengano al Covo in supporto ai Serafin, come precedentemente annunciato, immagino già le parodie tra il pubblico.
Di Meet next life, il nuovo disco degli Isan, dirò solo che mi sembra un pessimo incrocio tra i Mùm meno ispirati e la musica per ascensori (l’obiezione che i Mùm fanno già musica per ascensori non sarà accettata). La Morr sbaglia un’altra volta il tiro dopo varie uscite non proprio ai livelli del passato e un paio di tour annullati all’ultimo momento; fortuna che Faking the books è dietro l’angolo, ed è bellissimo.
Perpetuum mobile degli Einsturzende Neubauten è il tipico disco che parte bene e perde punti ad ogni ascolto; al punto a cui sono arrivato mi sembra noioso, poco ispirato, senza i pezzi bellissimi di Silence is sexy o i furori dei dischi precedenti. Ora si pone il dubbio: dare i 25€ che chiedono ed andarli a vedere ad inizio Marzo (di solito sono una live band eccezionale) o fidarsi dell’istinto che mi dice l’imborghesimento di Blixa ne segna ormai il declino artistico?




12 Commenti a “L’angolo Potemkin”:

  1. inkiostro ha detto:

    Anonimo: vedi un po’ te… :O

  2. utente anonimo ha detto:

    Ma perchè i tuoi giudizi sono diametralmente opposti a quelli di Rolling Stone?
    ps-Nell’ultimo numero c’è l’immancabile classifica di una parucchiera trans…spettacolo

  3. Kekule ha detto:

    Il giudizio sul disco degli ISAN mi pare frettolosamente nazionalpopolare. Questo prima di averlo ascoltato, ma mi domando se hai ascoltato i dischi precedenti. Se cos¨¬ fosse, allora altro che nazionalpopolare: mi aspetta una amara sorpresa! Se cos¨¬ non ¨¨, goto start:end

    ready.
    ¨€

  4. utente anonimo ha detto:

    ehm, “riportato”. devo cambiare stà tastiera…
    (o per lo meno rileggere ciò che scrivo…)
    dj nepo

  5. utente anonimo ha detto:

    una precisazione: l’anonimo (sugli air) era francesco dei baustelle riporato da me, dj nepo.

  6. colas ha detto:

    einsturzende a roma chiedono solo 5 euro il 5 marzo

  7. utente anonimo ha detto:

    Talkie Walkie un brutto disco?
    Dopo aver letto questo per protesta torno a studiare il conflitto di competenza nel diritto processuale penale :)
    Alessandro

  8. inkiostro ha detto:

    Immaginavo una levata di scudi a favore di Talkie-Walkie…del resto pare la mia opinione sia decisamente in minoranza. Quello che scrivono dj nepo e l’anonimo sono probabilmente cose vere…di una sola cosa non sono convinto: non è vero che gli Air non citino nessuno; citano eccome, ed i nomi che fai sono un esempio. Non che questo sia un problema, del resto: credo che i sostenitori della musica originale a tutti i costi siano dei poveri illusi. Il problema, secondo me, è che citano molto -troppo- se stessi, e così la spontaneità va a farsi fottere. Ma non riesco ad argomentare meglio: semplicemente non mi piacciono le canzoni di cui è composto.
    [il paragone con Kill Bill e con la ‘forma che si fa sostanza’ è interessante, ma mi pare un po’ fuorviante: Tarantino si è reinventato non poco, cosa che gli Air in questo capitolo non hanno neanche preso in considerazione]

  9. utente anonimo ha detto:

    Talkie Walkie (Air). Prima grande emozione sonora del 2004, scaricata da internet (giuro che comprerò l’originale, non appena sarà nei negozi). Un disco che definirei “leggero”, molto leggero. No glitches, no electroclash, no Morr Music. Un’elettronica umana e fuori dal tempo. Beatles, Brian Eno (molto Brian Eno) e il Francis Lai di “Bilitis”, se proprio si vuole comiciare col gioco dei riferimenti. Gli Air, a differenza di molti altri artisti “citanti” della nostra epoca, inventano. Qui, più che la maniera, c’è l’instaurazione del codice. Senti “Venus”, pensi che sia la copia di questo e quello, poi ci ripensi (nel frattempo ti sei emozionato) e ti rendi conto che quei suoni e quelle note sono Air al 100% e saranno gli altri a copiarli. Stile assoluto, forma che si fa sostanza, come “Kill Bill” di Tarantino, Talkie Walkie è “rivolucitazione”.

  10. utente anonimo ha detto:

    concordo con dAzzLe. un disco che se l’avessero fatto altri si griderebbe al miracolo…… (dj nepo).
    mi piace citare in proposito quello che dice sul disco francesco bianconi, il cantante dei baustelle.
    < >.
    a presto (dj nepo)

  11. dAzzLe ha detto:

    secondo me l’ultimo degli Air è un gran bel disco…. uff..

  12. secondsight ha detto:

    si vede troppo che hai finito la tesi!