giovedì, 30/08/2007

I collezionisti di account

Nonostante io passi buona parte della mia giornata online (al lavoro, a casa, mentre dormo), e nonostante io sia in linea di principio un suo grande sostenitore, a parte il blog non sono un grande consumatore di servizi di publishing/community web 2.0. Oltre a queste pagine, a un ultra faceto account su Twitter (esattamente complementare a un blog: il bello è che non serve a niente, e che puoi smettere quando vuoi; vi ricorda qualcosa?) e a una recente infatuazione per Anobii (quasi inevitabile per un bookworm completista come il sottoscritto), mi tengo ben lontano da qualunque servizio 2.0 categorizzabile, a vari gradi, secondo la triade profiling/publishing/community. Vade retro ai profili vuoti di Myspace e alla sua comunicazione che si riduce a richieste e ringraziamenti, ai profili anche troppo pieni di Facebook e al chiacchiericcio di Jaiku, all’esibizionismo fotografico di Flickr e a quello audiovisivo di Youtube, al classifichismo musicale automatizzato di Last.fm e alla spartana laconicità mascherata da profondo ermetismo di Tublr (che non fa niente che non si possa fare anche su un blog, ma ora è più cool), e così via.

 

Capisco benissimo chi sceglie un servizio piuttosto che un altro per marcare la sua presenza online e i suoi contatti più o meno virtuali; ciascuno trova il proprio mezzo (e il proprio contesto) per pronunciare il fatidico «Hello world». Non capirò mai, invece, come riescano tanti ad avere un account su tutti o quasi i servizi elencati sopra, senza avere tutta la giornata a disposizione per coltivarli a dovere, oppure senza sprecarne le potenzialità a renderli, in definitiva, delle inutili tacche sul proprio fucile 2.0.

Quale servizio di messaggistica useranno i collezionisti di account? Quello di Myspace, di Flickr, di Twitter? Ma non c’era già la posta elettronica? E di quali friends (o follower, o vicini, o link nel blogroll, quel che è) sono più amici? Qual è la prima pagina che aprono appena accendono il computer, e quanto ci vuole prima che arrivino all’ultima? Quante informazioni sulla loro vita hanno bisogno di mettere in rete, prima di sentirsi completi?

 

32 Commenti a “I collezionisti di account”:

  1. utente anonimo ha detto:

    Io ascolto così musica di merda che su last.fm mi trovava due amici di cui l’unico ascolto condiviso erano i Cannibal Ox.

    Il miospazio va bene per ascoltarefar ascoltare rapidamente qualche canzone.

    I flickr li evito, sono appassionato di foto ma ho sviluppato una certa idiosincrasia verso l’autoscatto.

    Il resto die servizi 2.0 non li conosco e concordo col dariella: bangbrus rules the nation.

    Forse qualcuno lo avrà già letto ma questo articolo di wired è molto interessante

  2. utente anonimo ha detto:

    io per mettere commenti su youtube o flickr uso gli account del popolo che si trovano du bugmenot… e magari ci aggiungo un “davide” alla fine.

  3. utente anonimo ha detto:

    Pensateci: il corteggiamento di Bill Murray a Andie MacDowell in “Ricomincio da capo” e’ realta’, e basta una serata su Google

  4. Abboriggeno ha detto:

    caro ink, io sto facendo il percorso contrario, figurati. Una disintossicazione praticamente. Ma spontanea.

    Flickr l’ho aperto qualche anno fa e non ci accedo da almeno un anno.

    Last.fm l’ho provato, carino, ma mi ha stufato subito (e poi dovevo stare attento a usare un solo software per la musica, o impazzire con settaggi noiosi), non amando troppo i condizionamenti da statistiche (poco attendibili, tra l’altro). Usato per una settimana.

    Myspace…mi sono aperto un account un giorno solo per mandare un messaggio a un’altra persona. Subito pentito. Serve solo ad ascoltare qualche pezzo di qualche gruppo senza impazzire, secondo me. Usato 2 volte.

    Tutto il resto che hai citato praticamente è la prima volta che lo sento nominare, o quasi. Ho quasi smesso di aggiornare pure il Blog, figurati. E leggo poco anche gli altri.

    E dire che con tutto ciò la Rete la uso tanto eh, ma principalmente per email o informazioni di vario tipo.

    Per le chat mi è rimasto quasi solo quella integrata di Gmail, ottima, e solo sporadicamente msn.

    Sai cosa? Sto meglio.

    ;-)

  5. codyallen ha detto:

    Perche’ limitarsi?

    @ Anonimo: LinkedIn, 150$ per un’inserzione, bello!

    @ Nin-Com-Pop: Last.FM e’ una figata! Oltre alle sue funzionalita’ solo con gli “Attending” ho conosciuto tante persone e si riesce sempre ad organizzarsi al meglio per eventuali uscite. Forse una rivoluzione sociale piu’ che tutti gli altri 2.zeri.

    MySpace purtroppo per chi’ e’ invasato di musica sta diventando lo standard. Come le VHS. Ho provato servizi migliori ma mi sa che ne cancellero’ l’account: NON LI USA NESSUNO. E il bello e’ che sono fatti veramente bene e con criterio!

    @ Ele: Per Anobii e’ successo cosi’ anche a me. Dopo un po’ ti accorgi che e’ un po’ una smazzata colossale e un po’ fine a se stessa, forse perche’ i libri sono lenti da fruire e abbiamo letto un po’ tutti gli stessi titoli. Twitter e’ stata una disintossicazione forzata. Ho dovuto scegliere fra lui e la vita.

  6. utente anonimo ha detto:

    io tumblr lo uso come blocco appunti online. se capita di leggere, vedere (fare lettera testamento) qualcosa di molto interessante la quoto lì.

    la mia considerazione è “lì i contenuti degli altri, sul blog i contenuti miei”. E ho ridotto abbastanza drasticamente i post a punti con i link, come effetto.

    La cosa non mi è dispiaciuta, anzi.

    Junkiepop

    ps senza flickr non avrei mai avuto la possibilità di vedere le foto di Kimicon e di Tommy Oshima e solo per quello mi ripaga

  7. Disorder79 ha detto:

    Io aborro tutte le community e posti dove è richiesta la compilazione di profili (e quoto il commento #4 di Valido sulla privacy: è proprio il mio sogno che le persone magari felicemente uscite dalla mia vita da anni mi ritrovino su facebook o simili…).

    Il tumblr, diciamolo una buona volta, è un doppione del blog (se vi si postano contenuti originali) o di del.icio.us (se ci si limita ai link senza abstract). Non capisco proprio chi tiene sia il blog che il tlog.

    Account su myspace, flickr e youtube alla fine possono servire anche solo per commentare (e sull’ultimo, l’unico che ho, per poter vedere tutti i video). Gli spazi myspace dei non musicisti comunque sono la cosa più inutile in assoluto.

    Io mi tengo blog e twitter (che mi pare si possa usare sia come chat enorme, se con molti contatti, sia come misto tra msn e sms collettivi, se con pochi).

    Last.fm è un giochino divertente in teoria, ma non riesco a consegnare il mio modo di sentire e vivere la musica a delle fredde statistiche.

  8. utente anonimo ha detto:

    LastFM è la VITA:

    Io ho l’iPod e con iScrobbler ci carico gli ascolti che faccio in giro.

    Per il resto, è inquietante il possibile furto di identità, non ci avevo pensato e potrebbe essere qualcosa di davvero probabile…

    Per il resto: anobii, flickr, linkedin, flixster, blog, facebook, citeulike…

  9. utente anonimo ha detto:

    ha ragione dariella. il top è bangrbos, anche se al suo interno io scelgo bangbus. ho sempre amato la vita on the road ;)

  10. adayinthelife ha detto:

    blog, e vabbè.

    myspace aperto per vedere foto e video ma mai usato.

    flickr, no, quello serve.

    youtube ce l’ho, ci ho caricato un video, e chissà.

    per il resto, recentemente mi sono arrivate tremila richieste di amici, inviti per usare questo o quel servizio, come mai erano arrivate prima (è successo anche a te? è per questo che hai scritto il post?). ma no, non mi iscrivo. non ci sto dietro.

    anobii mi interesserebbe ma sono troppo pigro per mettermi a catalogare i miei libri. ma so che, prima o poi, cederò.

  11. utente anonimo ha detto:

    “inutili tacche sul proprio fucile 2.0”

    Veemente.

    Questa me la segno.

    Miss Ann Abin

  12. utente anonimo ha detto:

    e il livejournal? :P

  13. mezzojameson ha detto:

    e già, io sono approdato al blog per sfogarmi e rilassarmi (mi sento un blogger 0.0), ma vedo che in tanti ci stanno dentro solo per complicarsi la vita…

    salot’ mezzojameson (zeropuntozero)

  14. dhinus ha detto:

    si stava meglio quando si stava pegg1.0?

    di account ne ho tanti ma hanno tutti una loro utilità. flickr per dire è il modo migliore per mettere online le foto che faccio, prima avevo delle paginette html, ci mettevo più tempo, erano visivamente molto più brutte, non potevo cercare per tag, ordinare gli album in due clic… e in più le guardavano giusto gli amici mentre fa sempre piacere se qualcuno che non conosci ti lascia un messaggio di apprezzamento (non tutti i “bella foto” sono per rimorchiare :D). lo stesso vale per anobii che sostituisce il vecchio elenco di libri letti, per delicious che sostituisce i link del browser, youtube che permette di caricare rapidamente i video che vuoi fare vedere anche solo agli amici… poi come per flickr, qualche view in più non dà mai fastidio. last.fm mi permette di avere delle statistiche interessantissime sulla musica che _io_ ascolto e di tenere traccia dei concerti (funzione ancora da calibrare, ma promettentissima e già ora molto utile).

    chiaramente non si riesce a stare dietro per tutti gli account all’aspetto “social” (commenti, gruppi, e simili). io adotto il semplice principio delle notifiche via mail dei messaggi da tutti gli account, quindi comunque se uno mi scrive un messaggio privato su qualunque sito io lo ricevo sempre in gmail. andare a vedere chi ha commentato, chi mi ha “addato”, etc., lo faccio giusto quando mi annoio, ricambio l’add per cortesia ma sempre più spesso non vado neanche a vedere il profilo di chi mi ha aggiunto.

    difatti i servizi che puntano _soltanto_ sull’aspetto social come myspace o facebook sono quelli che meno mi piacciono, myspace se non altro mi permette di uploadare rapidamente delle canzoni ma mi loggo giusto una volta alla settimana e ho disabilitato anche le notifiche via mail (erano troppe).

    i tre problemi che mi assilano piuttosto sono:

    1. le password. tutte uguali è pericoloso (l’altro giorno mi hanno non so bene come hacckato myspace), tutte diverse non le ricorderai mai.

    2. la dispersione dei contenuti su mille piattaforme per cui se io voglio tenere traccia delle cose prodotte da un amico devo controllare il suo feed blog, il suo feed flickr, il suo feed youtube… urgono degli aggregatori più efficaci.

    3. la dispersione delle energie: se leggo un libro e voglio scrivere un commento lo faccio sul blog, su twitter, su anobii? scrivo la stessa cosa su tutti e tre? e se ho una sera libera, scrivo un post o metto due foto su flickr? si rischia di avere tanti account interessanti ma non riuscire più a curare la qualità dei contenuti.

  15. kekkoz ha detto:

    e quoto Kay.

    Last.fm, gli si vuol bene.

  16. kekkoz ha detto:

    io uso una buona metà dei servizi che citi. per alcuni ho persino dei buoni motivi.

    (sono troppo curioso per non iscrivermi a quasi-tutto. poi se non serve mi dimentico e rimane sbattuto lì, pazienza.)

    (oppure se fa vomitare mi cancello. tipo facebook.)

  17. kAy979 ha detto:

    io ho un account su tutti quelli che hai citato, però jaiku, tumblr e facebook non sono andati oltre il settaggio iniziale e flickr lo uso poco.

    twitter ormai è una fonte di informazioni, ed è carino da leggere ogni tanto.

    last.fm invece mai più senza, ne sono totalmente dipendente e anche io non capisco come sia possibile che tu sia l’unico blogger musicale che non lo usa :)

  18. manuconta ha detto:

    vogliamo svincolare dal discorso 2.0 e incanalare sul tema: quali sono i tuoi interessi, quali i tuoi gusti e quanta voglia hai di condividerli?

    ho un sacco di magliette nell’armadio che non metto mai, ma non le schiodo da lì fin quando non trovo un’occasione per metterle, ho una batteria che ormai giace smontata da un anno, ma guai a venderla, degli accessori che in certi momenti adoro sfoggiare e altri in cui mi chiedo il perchè di quei soldi buttati.

    capita a volte di inseguire il trend del momento, l’emozione del giorno, pensando che questa duri inalterata nel tempo.

    facendo della becera retorica, quello che rimane alla fine è il succo.

    e la traccia che lascia sul labbro superiore.

  19. utente anonimo ha detto:

    arrivo anche io :D

    personalmente, ho

    – il mio blog;

    – un myspace nato giusto per diventare amica di jack del covo (che poi non mi ha mai accettata!) a cui non mi loggo praticamente mai, e che non cancello perché in fondo non mi dà nessun fastidio che continui ad esistere;

    – un account su flickr (dove ho uploadato soltanto la foto da cui ho ritagliato il mio avatar) che uso per eventuali commenti a foto altrui, perché alla fine le foto preferisco metterle direttamente sul blog;

    – un account su last.fm, che mi piace molto;

    – un twitter (e qui i primi responsabili siete tu e marina.. ;))) ) che mi diverte, tranne quando mi ritrovo centomila tweets al giorno da leggere..;

    – un account su anobii, che all’inizio mi intrigava molto, ma adesso boh. per citare olivia, non capisco bene quale criterio dovrei usare. gli ultimi? i più importanti? dovrei inserire davvero più di 20 anni di letture?. non so, mi demotiva, e dopo un amore iniziale mi è venuto a noia;

    – vari account inutilizzati più o meno ovunque :P

    ma non so. non penso sia esibizionismo; perlomeno non solo, o non per tutti. magari può anche trattarsi di semplice desiderio di comunicare, esprimersi. alla fine, si sceglie ciò che si sente più vicino a se stessi, e a ciò che di sé, o del mondo, si vuole raccontare (e leggere, anche).

    e insomma, non è così semplice generalizzare, se ci pensi bene.. :)

  20. sand ha detto:

    anche a me capita di registrarmi a siti come questi giusto perché non mi si rubi il nome, però poi va a finire che li suo molto poco.

    gli unici che uso davvero alla fine sono il blog su splinder, flickr e myspace.

    di quest’ultimo (molto utile per ascoltare 4 pezzi subito senza scaricare, diciamoci la verità) avevo l’account dal 2004 ma l’ho cominciato a usare davvero solo nell’ultimo mese, dato che ho trovato un layout integrato con flickr, che personalmente non credo sia assolutamente solo esibizionismo.

    leggere per credere:

    http://www.pbs.org/mediashift/2007/08/photo_communityflickr_changes.html

  21. utente anonimo ha detto:

    Io ho solo un account su last.fm. Che non sfrutto al massimo delle sue potenzialità perché due anni e mezzo fa era audioscrobbler e tutto ciò che volevo erano le mie top-ten: siamo figli dell’Altà Fedeltà.

    Spezzo una lancia a favore di last.fm e anobii, quindi, perché mi sembrano più autentici (parola grossa) degli altri. Ascoltare o leggere quello che compra/scarica qualcuno che (non)stimi per il solo fatto che lo ascolta o lo legge (ma non ne scrive sul suo blog) è una fonte di arricchimento più immediata. Un po’ come i vari twitter, tumblr e compagnia cantante, ma meno mirati al dolce cazzeggio.

    Deve essere ché abbiamo perso la voglia di scrivere, e di leggere, forse.

  22. utente anonimo ha detto:

    concordo su myspace: e’ utile per i bollettini. e last.fm e’ una preziosa fonte di statistiche sul nostro argomento preferito, ossia noi stessi (se solo si riuscisse a sbatterci le canzoni dell’ipod). potevi pero’ infierire su quella cazzata elitaria e stupidina di asmallworld; ammetto che ogni tanto – un po’ quando voglio bearmi della stupidita’ altrui e un po’ anche per infliggermi del dolore – perdo qualche decina di minuti sul suo vacuissimo ed esilarante forum.

    matte

  23. utente anonimo ha detto:

    è testato, come ogni internet-dipendente che si rispetti, che prima o poi ognuno compila un post del genere riguardo ai mezzi di comunicazione/apparizione via etere.

    anche questo è web 2.0.

    Anais

  24. subliminalpop ha detto:

    Quoto il commento di Nin-Com-Pop, soprattutto per quanto riguarda il tempo che si passa sulla rete per impegni lavorativi e relativo “cazzeggio”.

    Io ho blog, myspace (più che altro per le notizie nei bollettini), anobii perchè sono book-addicted, flickr con qualche foto e fotolog (tanto per, visto che al momento non possiedo nemmeno una macchina fotografica).

    Resta il fatto che “le madri” sono la mail e il blog.

  25. utente anonimo ha detto:

    Quando nacque splinder feci un account anche qui, per non ritrovarmi lo speculare di polaroid. Un po’ come poi hai fatto tu per myspace.

    Altre volte ho “fermato” altri account per lo stesso motivo (flickr, tumblr), poi magari non li ho usati perché non so cosa ci si fa.

    L’utilità di myspace o last.fm invece mi è, per così dire, venuta incontro. Può essere sporadica o seppellita sotto un mare di cazzate ma credo non si possa negare, ma di questo abbiamo già parlato.

    Per comunicare uso gmail/gtalk perché è capiente, tiene in memoria sia email che chat e visto che io mi dimentico tutto quando cerco qualcosa faccio un google.

    ciao,

    e.

  26. utente anonimo ha detto:

    Che mondo orribile…..io cmq parto sempre da bangbros!!..

    Dariella.

  27. Nin-Com-Pop ha detto:

    la dipendenza dalle cazzatine del web è cosa seria. però esiste la via di mezzo, suvvia.

    come sai bene non mi sentirai mai dire male di last.fm e francamente non capisco perché non piaccia a un appassionato come te (ricordo solo una tua frase, tanto tempo fa: “non riesco a farlo andare” :P ).

    un account myspace e youtube è praticamente obbligatorio, se vuoi avere accesso a certi contenuti (le foto su myspace, i video per i maggiorenni su youtube).

    la home page del mio browser è repubblica a casa, il sito per cui lavoro in ufficio. poi ho i segnalibri per i vari blog, eccetera. ho appena iniziato a inserire titoli su anobii, anche se non capisco bene quale criterio dovrei usare. gli ultimi? i più importanti? dovrei inserire davvero più di 20 anni di letture? ma andiamo..

    stessa cosa per flickr, che ho iniziato a usare da poco.

    ink, la questione è che proprio perché sul web ci passiamo la vita ci servono anche quei momenti per cazzeggiare. in ufficio, appena arrivata e dopo repubblica, do un’occhiata veloce a 3-4 blog. in pausa pranzo mi faccio tutti gli altri che ho tra i bookmark. nei giorni in cui il lavoro è poco (o quando non ho mezza voglia di lavorare) passo il tempo dappertutto.

    non si può liquidare tutto con l’esibizionismo. su flickr ci sono anche belle foto e su anobii leggi un sacco di commenti su libri che non hai ancora letto e che ti incuriosiscono.

    poi è chiaro che è anche per intortare :P

  28. utente anonimo ha detto:

    Ah, ed era successa una cosa del genere anche a Chester Bennington dei Linkin Park. Una fan ha trovato il suo indirizzo email per colpa di una mailing list comune in cui il gestore aveva dimenticato di mascherare i destinatari. Da li’, con un po’ di pazienza, e’ riuscita a sabotargli tutto – telefono, pay tv, ecc… – semplicemente tirando a indovinare le password grazie alle notizie trovate su Wikipedia e compagnia.

  29. utente anonimo ha detto:

    Il primo invito a LinkedIn l’ho ricevuto nel 2004… ma in effetti e’ adesso il boom per questo genere di cose.

    La cosa che piu’ mi fa riflettere pero’ e’ che quelli che si aprono un account su ogni sito, riempiendo nei dettagli i rispettivi profili, magari sono gli stessi che appena il governo gli chiede qualcosa urlano “violazione della privacy!”.

    Qua a Londra sono frequenti i casi di appropriamento di identita’ altrui – scopo truffa – fatto senza nessuna tecnica hacker, ma semplicemente grazie alle notizie trovate su Facebook e affini.

  30. IRI ha detto:

    come neurona, tra l’altro

  31. inkiostro ha detto:

    Esatto, volevo aggiungere anche LinkedIn, poi me lo sono scordato. Forse negli States è qualcosa di nuovo, ma qua in Italia una frase tipo “Per fare questa cosa potrei chiedere a un mio amico, che conosce uno che mi ha detto che è bravo” è fin troppo comune, LinkedIn non ci serve a niente… :/

  32. utente anonimo ha detto:

    nel mondo dell’impresa comincia a farsi strada LinkedIn, ovvero il social networking professionale: interfaccia seriosa per gestire i contatti lavorativi ‘affidabili’ nell’ottica della rete di conoscenze (“tanto lo sappiamo tutti che è solo un posto per trombare”, cit.)