lunedì, 03/09/2007

I know the pieces fit – Indipendent Days 2007

La prima cosa che notiamo tutti è che quest’anno Indipendente ha deciso di andare al risparmio. Nell’impresa -forse impossibile- di andare in pari in un festival i cui headliner (Tool e Nine Inch Nails), portando in giro produzioni colossali costano uno sproposito (in totale quasi 300.000 euro, si mormora) ma pescando più o meno nello stesso pubblico rischiano di non garantire una massa critica sufficiente, l’organizzazione ha tagliato tutto il tagliabile: un solo palco a fronte dei due soliti, una line-up con accostamenti azzardati che pare composta un po’ a caso, niente backstage, e -soprattutto- l’irragionevole (e probabilmente illegale) divieto per il pubblico di uscire e rientrare dall’area del festival (per fare cassa con i bar interni, si suppone). Avendo dovuto mangiare un costosissimo e stopposo panino al prosciutto, spero vivamente che almeno ci siano riusciti.

 

Non è stata una brutta edizione, in realtà. Evitati i prescindibili Petrol (nuova band di Dan Solo, già ex-bassista dei Marlene Kuntz, insieme a Franz Goria, già voce dei Fluxus) ma non, purtroppo, parte del set degli a dir poco inutili Billy Talent, andiamo a cominciare.

 

 

…And you will know us by the trail of dead

Clicca sulle immagini per ingrandirle [e leggere le splendide didascalie]

Normalmente, gli …And you will know us by the trail of dead sono una grande live band. Ma…alle 4 del pomeriggio? Contando il notevole solleone e l’orario non esattamente da rocker, la band di Jason Reece si è spesa anche troppo, infiammando l’ancor esigua platea con i celebri pezzi a doppia batteria; peccato che il risultato totale sia stato, nel complesso, meno convincente del solito.

 

 

Hot Hot Heat

Clicca sulle immagini per ingrandirle [e leggere le splendide didascalie]

Stesso discorso per gli Hot Hot Heat: i pezzi vecchi spaccano come al solito, quelli nuovi dal vivo guadagnano appena quel po’ di tiro che la produzione leccata su disco gli toglie, ma l’aspetto della band (capitanata da Steve ‘riccioli d’oro’ Bay e soprattutto dai suoi agghiaccianti pantaloni attillati non troppo distanti da una tutina di spandex) continua ad essere impresentabile, e Mtv è appena dietro l’angolo. Se non altro, però, i fan dei due headliner in quel momento erano tutti in coda per la birra o per il bagno, e la band non ha suscitato neanche troppe reazioni negative (a parte un paio di acini d’uva lanciati sul palco da una ragazza con la t-shirt degli Elastica a cui va tutta la mia ammirazione).

 

 

Maxïmo park

Clicca sulle immagini per ingrandirle [e leggere le splendide didascalie]

Meno fortunati sono stati i Maxïmo Park, che hanno dovuto combattere una pletea in parte ostile ma che sono usciti dallo scontro decisamente a testa alta. Forte di un sound che dal vivo guadagna ancora più pathos e impatto, di un front-man che nonostante il look improbabile sa stare sul palco come pochi altri e di repertorio che vanta già almeno una decina di classici, la band di Paul Smith ha suonato un set compatto e di alto livello, all’altezza di quello che avrebbe potuto suonare in un concerto da headliner. The coast is always changing, Books from Boxes, Noisebleed e soprattutto Going missing sono state come al solito dei piccoli colpi al cuore.

 

 

Tool

Clicca sulle immagini per ingrandirle [e leggere le splendide didascalie]

Il passaggio al set dei Tool è stato da stridore di unghie sulla lavagna; fortuna che il quartetto californiano -raramente visto così in forma- riesce a passare sopra tutto come un buldozer. Proiezioni e luci curatissime come al solito, band in stato di grazia, scaletta ben composta e meno sbrodolata di altre volte, e con circa un’ora e mezza di concerto i Tool conquistano un pubblico già in larga parte lì per loro.

 

 

Nine Inch Nails

Clicca sulle immagini per ingrandirle [e leggere le splendide didascalie]

Meno convincenti -ma forse a quel punto erano già il freddo e la stanchezza, a parlare; o forse no- invece i Nine Inch Nails. Con uno show colossale e suoni praticamente perfetti (anche troppo, se volete il mio parere; più volte la parola «playback» ha fatto capolino nella mia testa), la band di Trent Reznor ha messo in piedi uno show un tantino troppo artefatto per i miei gusti; sarà che il repertorio non è tutto all’altezza dei (pochi) grandi classici della band, oppure che dopo il pathos sincero dei Maximo Park e il profondo esoterismo dei Tool, la rabbia di Reznor & co. mi è sembrata un po’ troppo sintetica e pettinata, non lo so. Non ho retto la fine (perdendomi Hurt, ahimè) e me ne sono andato a casa.

 

 

…And you will now us by the trail of dead – Another morning stoner (live at Manheim, 28/08/2007) (MP3)   [intero concerto – 19 mp3]

 

Hot Hot Heat – Bandages (acoustic live) (MP3)

 

Maximo Park – Nosebleed (live at Black Sessions 2007) (MP3)

 

Tool – Stinkfist (live at Zenith 2006) (MP3)   [intero concerto – 12 mp3]

 

Nine Inch Nails – Closer (live) (MP3)

 

14 Commenti a “I know the pieces fit – Indipendent Days 2007”:

  1. utente anonimo ha detto:

    NIN spettacolari per me!! Emozionanti come poche concerti!

  2. Padone ha detto:

    I maximo park sono lievemente ridicoli. Non si impressiona il pubblico dell’independent semplicemente tenendo l’asta del microfono in bilico sul naso.

    E se i tul erano in stato di grazia, alleluia, riconosciamo che sono una band curatissima e impeccabile su disco, ma dal vivo lo spettacolo è mediocre. Roba che piace a chi interessa più la forma del contenuto. Comunque lo show è durato poco meno di un’ora. (Sì, lo so, quando ti annoi sembra che il tempo non passi mai…).

    Non so poi, dopo i tul, come possa esserti sembrato artefatto il set dei NIN. Io ho avuto l’impressione opposta. Secondo me hanno fatto un gran sangue. Apparte ovviamente i grandi classici (tipo closer) che si potevano tranquillamente evitare, la scaletta era ottima e bella tirata. E hurt è stato il momento più bello.

    La settimana scorsa pensavo a reznor come un quarantenne alcolizzato con la pancetta e ai tul come uno dei gruppi più profondi al giro di boa del millennio.

    Ma i tul sono budini; Reznor è carne viva.

  3. utente anonimo ha detto:

    Beato te, se dico io che il Trent di oggi e’ troppo finto/ripulito mi becco una valanga di insulti – sia a voce che per iscritto. Allora lo prendo per quel che e’: uno che, finto per finto, playback o non playback, mette ancora su uno show strepitoso, con suoni magistrali, idee, grinta e convinzione. I grandi classici saranno pochi, ma sono assoluti…

  4. inkiostro ha detto:

    _Ele: per vedere solo i Maximo Park era troppo, sì. Ma per tutto il cucuzzaro, ci stava eccome. E’ tutta questione di gusti più o meno onnivori.
    [per Lightbox ho risposto altrove. Controlla il path delle immagini in lightbox.js]
    _Dhinus: pensavo di incrociarvi, vi eravate messi una maglietta dei Tool per mimetizzarvi nella folla? :)
    [sarà per la prossima..tanto ti si vedrà più spesso da queste parti, no? ;-)]
    _doc: Prego, troppo buono.
    _Kay: è come panettone e pandoro, sono due scuole di pensiero.. :)
    _Irlanda: me lo dico sempre anch’io ogni sera, prima di andare a letto.
    _Felson: non sei il solo a sostenere che Smith fosse senza voce, ma che vi devo dire, a me non è sembrato proprio.
    _CodyAllen: purtroppo no. La cosa era annunciata all’ingresso da un foglio scritto a pennarello; a quel punto cosa avrebbe potuto fare uno del pubblico, farsi rifondere il costo del biglietto?
    _Ceci: cerca ‘lightbox’ su Google.
    _Mezzojameson: allora non sono l’unico che pensa male… Io ero lontano quindi mi sono perso i dettagli, ma le prime file sicuramente avranno visto con certezza cosa era suonato e cosa no..
    _Franci: cazzo! mi spiace non esserci non incrociati, non avevo idea che ci foste anche voi..! Quando venite a Bo dovete avvertirmi! :)

  5. utente anonimo ha detto:

    Dovevi fare come me e franci: bottiglione di birra (2 bavaria di casa travasate), bottiglia di cirò preso in calabria e crescentine (0,80 l’una, prese dallo stand di fronte all’entrata). Ho nascosto i tappi nei miei texani e via..alla faccia del panino stopposo degli stand interni.

    Mi spiace non averti visto (ad averlo saputo..).F.

  6. mezzojameson ha detto:

    è venuto anche a me il dubbio sul playback: gli schermi supersincronizzati, la chitarra spaccata la secondo pezzo con la musica che andava avanti, difetti assenti nonostanti i mille sbattimenti del chitarrista… mha!

    salot’ mezzojameson

  7. utente anonimo ha detto:

    Inkiostro, posso chiederti come hai fatto a mettere le foto così?

    mica altro, così ti rubo l’idea (se si può)!

    ceci

  8. codyallen ha detto:

    ” divieto per il pubblico di uscire e rientrare dall’area del festival ”

    Stiamo scherzando?

  9. Felson ha detto:

    Concordo su tutto tranne che sui Maximo: inutili. Paul Smith senza voce già al secondo pezzo (e purtroppo per lui è la normalità). Dimenarsi tanto sul palco non necessariamente porta ad un buono show. Terribili anzi.

  10. utente anonimo ha detto:

    interessante blog.

  11. kAy979 ha detto:

    ammazza che recensione perfetta.

    volendo proprio farti le pulci posso solo dire che i trail of dead hanno due leader, e io non li chiamerei mai la band di jason reece, perché per me lui è solo un esibizionista tutto fumo e niente arrosto. per me loro saranno sempre la band di conrad keely :)

  12. utente anonimo ha detto:

    Impeccabile come al solito, il “Trattamento Inkiostro” è sempre il migliore in sintesi e completezza. Io non c’ero, ma è come se fossi lì. Gracias (anche per i due concerti interi!),

    .doc

  13. dhinus ha detto:

    ma azzo non t’ho mica visto! concordo sui commenti, tranne riguardo i NIN che proprio non ho sentito perché dovevo rientrare a milano. alla prossima e complimenti per l’efficienza nel pubblicare subito il report con tanto di foto, non ti si sta dietro :)

  14. utente anonimo ha detto:

    il biglietto costava anche una follia, diciamoci la verità.. o almeno, per me di sicuro, visto che oltretutto sarei venuta solo per i maxïmo park.

    mah.

    [OT: *perché* a me lightbox2 funziona solo a metà (non si visualizzano le gif ‘loading’ e ‘close’ – solo quelle, poi!!)? argh]

    e.