giovedì, 14/04/2011

Una gigantesca serenata kamikaze per Jovabrondi

 

Jovabrondi – Nei garage a Milano Nord ci si skiaccia (È qui la festa del SERT?)

 

Dire le parolacce, essere molto lontano
Fare i camerieri a Parigi, a Kabul, a Beirut
Tornare a casa solo quando ti finisce il grano
E dichiarare guerre alle astronavi di San Patrignano
E partire col camion che raccoglie la spazzatura alle sei di mattina
E scrivere sui muri con i pennarelli scarichi che voglio andare a casa (la casa
dovè?)
E poi appendere un altro albero alla tua schiena per irrigare questo mare nero
nero
Ci provo gusto
Ci provo gusto
A prendere le cose per il verso giusto
E bombardare l'Iraq con i pennarelli scarichi di Mussolini
E leggere su internet i discorsi dei tossici storici
E brillare come le mine e le stelle polari
E conoscere le storie, ognuna originale,
Sapere che nel mondo nessuno è normale
Raccontami un'altra bugia sui fori dei piercing che si richiudono,
Sulle armi dei supermercati che mettono i "beep" nei vaffanculo
Sugli occhi spenti con gli estintori,
Sui conti correnti coi cognomi finti
Fammi riscaldare davanti al fuoco caldo della malinconia
E leggere il giornale prima di tutti,
Degli antifurti, dei carnivori, degli incendi estivi,
Dei truffatori, dei grattacieli, dei clandestini, dei finanzieri
Alberi, bestiole, re, profeti, presidenti, calciatori, poveretti ed animali
Sapere in anteprima tutti i fatti belli e brutti,
Raccontami un'altra bugia con la voce forte di tua madre
Raccontami di un prete di periferia crocifisso in una città d'agosto nonostante
il Vaticano
Dell’avanzata dei deserti a Belgrado

 

Parlare in una macchina davanti a un portone
E ridere a dirotto di distributori di sigarette fosforescenti
Ed alle quattro e mezzo fare colazione
Con cieli indecifrabili e il caffelatte da trecento euro al mese
E lavarsi i denti con le antenne della televisione durante la pubblicità
E non poter andare in moto perché ci sono le targhe dispari
E inchiodare stelle alle lune storte della mia ragazza
Col serbatoio pieno e col giubbotto nero
Le cravatte blu, il tuo fuoco amico
Con gli zaini sulle spalle pieni di cianfrusaglie
E gli occhi lucidi come le mercedes
Fazzoletto al collo e lo sguardo incazzato
L’eyeliner per andare in guerra
La nostra anima che ansimava
Era per un’occupazione temporanea
La notte mi ha adottato
E mi ha dato un lavoro ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici
Che mi piace un sacco anzi io l'adoro
Mi chiamo Jovabrondi faccio il partigiano in Cina,
Non vado mai a dormire in alberghi appena costruiti che coprono i tramonti (tu
non preoccuparti, tu non preoccuparti)
Saremo come dei dirigibili nei tuoi temporali inconsolabili

 

Ciao mamma guarda come mi diverto!
Dammi cinquanta centesimi!
Ciao mamma guarda come mi diverto!
Dammi cinquanta centesimi!
Per me una birra media e per te un gelato!
In giro per il mondo come sopra un razzo!
Anche se poi abbiamo fatto il giro della centrale a a turbogas!

 

E quando sorge il sole rivenderlo a qualche spacciatore e dire buonanotte!
E le cicatrici sui volti dei magrebini distrutti come dei paracarri
Facce meticce da razze nuove come il millennio che sta arrivando
Questo è l'ombelico del mondo e noi stiamo già ballando

 

Mentre alcuni si impiccavano in garage
Lasciando come ultime volontà le poesie di Vasco
No, Vasco ! No, Vasco, io non ci casco
Per quelli che alla notte ritornano alle tre
Sono sugli autobus sfiniti che dormono in piedi
È qui la festa del SERT?
È una libidine è una guerra fredda!
È un catastrofe è una rivoluzione!
E il basso pompa
E il basso che pompa
Speriamo che la COOP
Che non si rompa!
Musica musica musica (della madonna) gente gente gente divertente
Spacchiamoci le orecchie, pompiamo di più!

 

Fatevi prendere dai per un momento!
Liberati dai treni merce per i diluvi universali dei tuoi pianti!
Facciamo casino, bella storia!
Liberati dai cieli coperti dai copertoni bruciati !
Facciamo casino, bella storia!
Liberati dai lunedì difettosi!
Facciamo casino, bella storia!
Liberati dalla reazione dei residenti !
Facciamo casino, bella storia!

 

Bella forte come l’alta marea dei nostri sguardi
Dolce di dolore come i conoscenti morti negli incidenti
Bella come i cadaveri degli astronauti e i cani avvelenati
Gioia primitiva di saperti viva vita piena giorni e ore batticuore
Pura come gli aironi che abitano vicino al campo nomadi
Nuda come sposa ai tempi del burka
Mentre t'allontani stai con me forever
Metteremo dei letti dappertutto
Dei materassi sporchi volanti
Ci provo gusto
Ci provo gusto
A prendere le cose per il verso giusto
Stasera voglio fare una festa
Insieme alla ragazza mia
Stasera voglio fare una festa
Prendiamo la moto e via via via
E allora via si va via si va si va via in culo a questa notte e pure alla
polizia

 

Il suo alito tremendo mi fa girar la testa
Quando sto su di lei è proprio la mia festa
Mi guardo quando passo sui tetti di eternit degli anni ottanta
E rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
Mi accorgo che con lei mi sento proprio Vian
Senza di lei sarei solo un ciarlatano,
Come una barca che non esce mai dal porto
Sono un ragazzo fortunato perché m'hanno regalato un sogno
Volo sul ponte più bombardato d'Europa con la mia macchina non catalitica
Sono fortunato perché non c'è niente che ho bisogno
E quando viene sera e tornerò da te e andremo fare l’amore nei container
E a raccogliere i petardi che non sono esplosi
Sei bella come il sole a me mi fai impazzire sei bella come il sole a me mi fai
impazzire
Che a forza di ferirci siamo diventati consanguinei
E sempre come un amuleto tengo i tuoi occhi nella tasca interna del giubbotto
Il nostro scambio d’organi ha imbrattato le pareti dobbiamo ridipingerle
Considerando che l'amore non ha prezzo
Lo pagherò offrendo con la costatazione amichevole del nostro niente

 

Altro che il luna park, altro che il cinema,
Altro che internet, altro che l'opera,
Altro che i CCCP, altro che i cani di piazza Verdi,
Altro che il cielo malconcio di Chernobyl,
Altro che gli eserciti israeliani schierati,
Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi…
Io e te!
Te che sei
Come un supermercato per me sei sempre aperta
Semplicemente sei
Come un supermercato per me sei sempre aperta
Sostanza dei giorni miei
Che i sogni siano sintomi siano armi nucleari
Serenata rap serenata metropolitana
Mettiti con me non sarò un figlio di puttana
E se gli alberghi appena costruiti coprono i tramonti tu non preoccuparti tu non
preoccuparti
E chiudi tutti i cancelli le tue porte blindate
Le tue braccia magre le tue celle frigorifere
Te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più
Chiudi ermeticamente le tue gambe i mari mossi le finestre
Te che cambi tutti i giorni e resti sempre la stessa
E hai i vestiti adatti per i cimiteri monumentali
Affacciati alla finestra amore mio
Ti lascio le tue basi aeree
Affacciati alla finestra amore mio
Ti lascio le tue basi aeree
Affacciati alla finestra amore mio
Ti lascio le tue basi aeree
Senza di te sarebbe stato tutto vano,
Come una spada che trafigge un corpo morto, e gli elettrocardiogrammi piatti
E finiti i tuoi terremoti ci eravamo addormentati
Ti vedo scritta su tutti i muri ogni canzone mi parla di te questa notte questa
città mi sembra bellissima chissà se stai dormendo
Si schianteranno ancora in cielo sopra di noi le frecce tricolori come quella
sera
Dalle province del grande impero sento una voce che si sta alzando:
E cosa racconteremo ai figli che non avremo di  questa cazzo di onda che viene e
che va?

 

 

[Sulla base della notizia del giorno (di ieri), e del conseguente delirio lanciato da Pop Topoi su Twitter]

2 Commenti a “Una gigantesca serenata kamikaze per Jovabrondi”:

  1. sickfede ha detto:

    ahahhahahaha!
    favolosooooo!! se continuate così finisice che vado al concerto solo perche spero di sentire JOVABRONDI!

  2. davide ha detto:

    io ora spero solo che qualcuno prenda audacity e faccia i taglia e cuci.