lunedì, 02/02/2009

No one really likes anything

Il fenomeno blog Hipster Runoff, feroce, sarcastico e acutissimo castigatore di mode e gusti della comunità indie online.

Merryweather Post Pavillon, il recente disco degli Animal Collective unanimemente osannato dalla critica e da qualcuno già etichettato come il miglior disco del decennio.

Pitchfork Media, la webzine musicale più influente del pianeta, che ormai gioca un ruolo ineludibile nel successo di una band e nella sua percezione da parte del pubblico.

La costruzione dei gusti musicali, di un’identità, di un personal brand, e la perenne ricerca di prodotti culturali che in qualche modo, per ciascuno di noi, siano significativi, e il suo rapporto con il semplice piacere di ascoltare musica senza filtri razionali, ammesso che esista.

 

Tutto questo e molto altro in un monumentale e lunghissimo post di Nick Sylvester (già controverso giornalista per Pitchfork, Village Voice e Gawker) che è tra le cose migliori che io abbia mai letto sull’argomento.
Illuminante.

 

 

Animal Collective – Brothersport (Zshare MP3)

 

11 Commenti a “No one really likes anything”:

  1. utente anonimo ha detto:

    si scrive merriweather, non merryweather

  2. inkiostro ha detto:

    La risposta a molte di queste domande (o a qualcuna, o a nessuna) nell’intervista a Mr Hipster Runoff (Carles) pubblicata oggi dal Village Voice.

  3. utente anonimo ha detto:

    dico cose che mi vengono in mente hic et nunc (cioè non dico propriamente “la mia” perché non so dive stia, la mia), forse più uno spunto o forse uno sputo.

    carles è stato preso sul serio stavolta.

    criticandolo gli fanno un tributo, peraltro.

    ed è come secondo me voleva esser preso. carles secondo me si prende molto sul serio.

    non sono d’accordo che si debba prendere per forza sempre con leggerezza. è solo un aspetto. si può fare, ma se poi uno viene “toccato” è lecito che analizzi la cosa anche prendendola sul serio. sennò è troppo facile.

    non che se ne debba fare un corso universitario apposta.

    io personalmente ho come la sensazione che il nostro carles dopo aver azzeccato alcune cose poi abbia mostrato dei limiti, forse culturali. cioè, dal punto di vista della riflessione, io preferisco un bell’articolo approfondito e ben scritto (à la Klosterman).

    dal punto di vista del personaggio di finzione e del grado di entertainment di HRO dico che non è attento a rendere la cosa piacevole e sempre nuova. non sa decidersi, pur nella finzione del personaggio che si è creato, se scrivere seriamente e a lungo o dipingere piccole scenette divertenti godibili e soprattutto fruibili. ci ha fatto tutto un blog monotematico, forse è anche naturale che stanchi.

    in conclusione, è persona che coglie le debolezze insite in certi fenomeni sfruttando la forza e le leggi di quegli stessi fenomeni che “critica”.

    e la dimostrazione è che sylvester e noi e altri siamo qua a dissezionarlo.

    dario

  4. utente anonimo ha detto:

    L’interpretazione di Sylvester può anche essere corretta ma mi pare un po’ sproporzionata. Lascia un po’ la sensazione che il lungo (per quanto interessantissimo) ragionamento sia una “difesa d’ufficio” per Mark Richardson. E ogni intervento del genere rischia di mostrare un po’ una coda di paglia.

    Da un punto di vista “universale”, è ovvio che è più importante, “più etico”, quel modo di sentire la musica, ed è quindi anche ovvio che, messa così, HRO sembri sterile. Ma non è quello il punto. Perché per una cosa che “senti”, soprattutto per come si ascolta/parla/vive/ la musica ora, ce ne sono mille altre che fingi.

    Il sarcasmo (non l’ironia) di HRO, pur sembrando un’esasperazione di questa finzione, alla lunga funziona da richiamo alla realtà.

    Poi sono d’accordo con Valido: Sylvester passa del tutto sopra alla forma e al linguaggio di HRO, un aspetto per me fondamentale.

    Sulla questione noia: hai ragione, ma credo dipenda anche dal fatto che quando abbiamo cominciato a seguirlo, Carles aveva già un intero vocabolario e immaginario costituito. Adesso, nella lettura giorno per giorno, gli elementi di rinnovamento/progresso ci arrivano più lentamente.

    ciao, e.

  5. utente anonimo ha detto:

    io sono rimasto bloccato a guardare l’immagine sotto al titolo, ora vedo la tastiera ondulata…

    pG

  6. valido ha detto:

    Mah, secondo me il senso di ripetizione e’ semplicemente perche’ ha cominciato a farci dei soldi… fa bene, un calo di ritmo e’ fisiologico, ma ogni tanto piazza ancora la zampata giusta ;)

    In realta’ il post piu’ MNGFL di Carles e’ quello in cui fa una lista di tutte le band che NON ha ascoltato l’anno scorso, con rispettive ragioni, e finisce per elencare praticamente chiunque abbia pubblicato qualcosa nel 2008 (non trovo il link, sorry yall). E’ ovviamente un’esagerazione, estremizzazione e parodia del nichilismo stesso. Se anche dopo un post simile uno come Sylvester non riesce a prendere HRO alla leggera, beh, allora ha una coda di paglia non diversa da quella che critica a Charles Aaron.

  7. inkiostro ha detto:

    Infatti io non sono completamente d’accordo con lui, e anche secondo me vedere solo il lato ‘serio’ di HRO è un modo decisamente miope (e volendo anche pretestuoso) di guardare al blog. Però è vero che alla lunga il suo stile stanca, e che a parte saltuari lampi di genio, dopo qualche mese di lettura non fa altro che ripetersi. E il giochino di essere meta a tutti i costi (anche la continua ripetizione è certamente voluta? il senso di noia che cita Sylvester è esplicitamente ricercato da Carles? e via dicendo) smette presto di essere divertente. Insomma: io lo leggo sempre, ma più passa il tempo meno è MNGFL per me.

  8. valido ha detto:

    Ben scritto, ma da una parte scopre un po’ l’acqua calda, e dall’altra cicca clamorosamente nell’escludere che Hipster Runoff possa piacere non solo per la morale nichilista ma anche per puri meriti umoristici propri (tipo la facilita’ con cui conia slogan e pseudo-meme a ogni post). Che dovendo scegliere per forza tra due salse di nichilismo, meglio quella leggera e autoironica di Carles che quella radicale/arrabbiata della maggior parte degli altri.

  9. utente anonimo ha detto:

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    Thank you for respecting the artist’s and label’s wishes … .. and, for info on “Hipster runoff” and Carles 2008/09 shows, check-out http://www.hipsterrunoff.com and http://www.myspace.com/hipsterrunoff … .. you can also view HR videos at http://www.youtube.com/hipsterrunoff and, for details of preview material and pre-release promotions, keep an eye on these official sources.

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    With Thanks & R3gards,

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  10. utente anonimo ha detto:

    Nick Sylvester era chiaramente il migliore scrittore di Pitchfork. Venne licenziato a seguito della storia falsa pubblicata sul Voice nel 2006. Dal suo pezzo suggerisco la lettura del suo pezzo su Girl Talk, che Simon Reynolds considera una delle cose migliori scritte nel 2008. Ah, il pezzo sugli AC e MPP non lo ho ncora letto.

  11. utente anonimo ha detto:

    Molto interessante, davvero, anche per chi come me il famoso blog non l’ha mai letto ed il famoso disco non l’ha ancora sentito.