domenica, 09/02/2003

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Time is but a memory
Il tempo è solo un ricordo, già, e il ricordo di questa serata me lo porterò dietro per molto tempo. Perchè vedere cantare Beth Gibbons è un’esperienza che non si dimentica facilmente. Beth Gibbons & Rustin’ man, live al Velvet di Rimini.
Beth è un’ombra pallida, che canta ad occhi chiusi aggrappata al microfono. Ogni tanto accenna qualche mossa di danza, ed alla fine di ogni canzone ride e si schernisce, quasi vergognandosi per l’intensità che riesce a trasmettere mentre canta. La band è un ensemble preciso ed affidabile, 6 elementi, tra i quali spiccano Rustin’ man alle tastiere e Adrian Utley, polistrumentista dei Portishead, alle chitarre. Gli arrangiamenti sono perfetti.
Out of Season, il disco a nome Beth Gibbons & Rustin’ man uscito qualche mese fa, non mi ha convinto del tutto. Le canzoni sono bellissime e gli arrangiamenti pure, ma c’è qualcosa nel suono del disco che non torna, l’impasto musicale alle mie orecchie non si amalgama del tutto e questo tende ad appiattire l’ascolto. Forse è proprio per questo che il concerto mi ha colpito così tanto: dal vivo le canzoni diventano vive, gli strumenti sono veri, ed è impossibile rimanere indifferente ai crescendo finali (come quello, strepitoso, di Funny time of the year, sulle cui note si chiude il concerto prima del bis) ed alle aperture melodiche dei ritornelli. Impossibile rimanere indifferenti al modo in cui Beth Gibbons vive e trasmette le cose che canta, dote che è propria solo di vocalist di grande caratura come Thom Yorke, Jeff Buckley o Tori Amos. Beth è uno spettro, uno spettro buio e tormentato, illuminato solo dalla propria voce. E quasi ci si sente a disagio a sommergerla di applausi alla fine di ogni canzone, come se tutto quel frastuono potesse spezzarla. E infatti, come tutte le cose preziose e rare, il concerto dura poco, più o meno un’ora. Giusto il tempo di snocciolare tutte le canzoni del disco e di esibrirsi nella pregiata cover di Candy Says dei Velvet Underground.
Vedere la musica che, da pallida, diventa viva, e assistere allo spettacolo di una delle più grandi e intense cantanti che ci siano; me lo ricorderò per molto tempo.




6 Commenti a “nessun titolo”:

  1. inkiostro ha detto:

    No, io l’ho letto in inglese perchè, benchè in USA sia uscito circa un anno fa, in Italia non l’hanno ancora tradotto… :( Anche con Miss Wyoming (l’ultimo uscito in Italiano) ci hanno messo quasi due anni, quindi temo ci sarà ancora da aspettare…

  2. ankor ha detto:

    ciao inkiostro
    volevo sapere se Douglas Coupland – All families are psychotic è 1 romanzo in italiano!? A torino gli ultimi usciti sono fidanzata in coma( parte iniziale ‘seventies’ splendida!!!!) e Miss Wyoming (o qualcosa del genere…)
    ….mmmmm io sono un ‘ex’ della generazione X,
    forse.

  3. inkiostro ha detto:

    sul sito del velvet: http://www.velvet.it . Ma c’era anche scritto su Musica, tra i concerti. Mi spiace!

  4. Clutcher ha detto:

    E perchè non ne sapevo nulla? Dove l’hai saputo, per favore, di questo concerto? Sono una specie di orso-talpa ma a quello ci sarei andato.

  5. utente anonimo ha detto:

    Sto crepando d’invidia…

  6. Gr0ucho3 ha detto:

    Ciao!Complimenti per il blog!