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martedì, 17/01/2006

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Inkiostro M-blog Linkaround

Damien Rice & Lisa Hannigan – Unplayed Piano / Cold Water (live) (.mp3)
Dalla cerimonia di consegna dei premi Nobel, il già noto inedito scritto per il premio Nobel birmano imprigionato e un estratto del solito O. Che fine hai fatto Damien? C’è bisogno di te. Via I guess I’m floating.


The Diggs –
Everyone’s starting over (.mp3)
Al primo ascolto ho detto la solita roba, al quarto ballavo come un deficiente per la stanza come mi succede ogni volta che scovo un piccolo inno pop come questo, che, non so bene perchè, mi ricorda i pezzi più anthemici dei Radio Dept. Via My old Kentucky blog.

Yeah Yeah Yeahs – Mr. you’re on fire mr. (megaupload .mp3)
Eccellente cover del classico dei Liars prima della superflua svolta artsy degli ultimi dischi. Perde il tiro p-funk e diventa industrial; suona strano, ma funziona.

Yeah Yeah Yeahs – Hyperballad (.mp3)
Prima era una cover industrial, ora è una cover acustica (di Bjork, ovviamente), con una chitarra pizzicata e Karen che miagola. Versatili anzichenò, ma il pezzo originale era ben altro. Via Copy, right?

Final Fantasy – This modern love (live) (link – Google Video)
Final Fantasy – This modern love (live) (.mp3)
E sempre grazie al blog delle cover, ecco un ottimo video che riprende Owen Pallet e il suo violino che rifanno un lento dei Bloc Party. Anch’io gliel’ho visto fare sul palco e, come potete notare anche voi, l’audio non basta. Se serve, però, c’è anche quello (via Chromewaves).

Cat Power – We dance (.mp3)
Sempre via Chromewaves, la gatta in delirio lo-fi voce e chitarra come ci piace ricordarla (altro che la Capanna dello Zio Tom di questi tempi) alle prese con i primi Pavement. Ha un suo perchè, ma la vecchia versione dei Perturbazione è meglio.

Josè Gonzalez – Live @ Rotterdam 2005 (link – 11 canzoni)
E scusate se è poco. Ma quando viene in Italia?

Iron and wine + CalexicoHistory of lovers (live) (video – .wmv)
Il pezzo più country del disco, ulteriormente banalizzato dal vivo (tanto che finisce per guadagnare nel trattamento) suonato al Late late show.
Simili performance televisive delle band americane non finiranno mai di stupirmi.

TBC Poundsystem – Losing my sledge (.mp3)
«Come il panettone comprato al discount a metà Gennaio per far colazione risparmiando», dice benissimo Max di questa folle cover natalizia del classico degli LCD Soundsystem. A dir poco esilarante.

The morning paper – Your darkest tale at night (rapidshare .mp3)
Piccoli maghi del glitch atmosferico crescono. The morning paper, da Bologna, sa davvero il fatto suo, e non vedrei male qualche suo demo sulla scrivania di Thomas Morr. Se son rose…

Alec Ounsworth (Clap your hands say yeah) – Wide Awake (.mp3)
Alec Ounsworth
(Clap your hands say yeah) Details of war (early) (.mp3)
Scopro ora che il leader della pompatissima band newyorkese ha anche un progetto solista di interessante folk lo-fi e scalcinato. Per lo più pezzi suoi (anche se Details of war è poi finita sul disco della sua band), altri ne trovate qui.

Loose Fur – The ruling class (.mp3)
In anteprima dal nuovo, bel disco, del progetto collaterale di tre mostri sacri dell’area Wilco che, spero, non hanno bisogno di presentazioni: Jeff Tweedy, Jim O’Rourke e Glenn Kotche. Non serve dire altro. Via Muzzle of bees.

venerdì, 28/10/2005

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State of music biz
_il Guardian si chiede se gli Arctic Monkeys -la next big thing britannica di cui parlavo settimane fa, e che è poi puntualmente finita in cima alla classifica appena uscito il suo primo singolo- abbiano cambiato il mercato discografico. La questione è sempre quella dell’importanza del tam tam su internet e dello superamento del ruolo delle label discografiche (zzz):
The simple fact that the internet allows a fledgling band’s music to be heard without label assistance has heralded a joyous new musical socialism.

_i Perturbazione scrivono una lettera aperta al MEI rifiutando il premio per il miglior tour (e Mr. MEI gli risponde mandando tutto a tarallucci e vino e vanificando di fatto il loro gesto).
_Wired esamina il Motorola ROKR -primo telefono cellulare fingere di essere un iPod e a montare iTunes- spiegando perchè è un flop e cosa gli utenti vogliono davvero da un mp3 phone.
_chi è sordo potrà ascoltare la musica con le dita. Bravi.
_un paio di settimane fa la pista piena di un club bolognese ballava all’unisono un singolo allora non ancora uscito, e che non è ancora uscito neanche adesso che scrivo. Sembravano saperla tutti, e la cosa mi ha fatto effetto: non mi sono solo sentito vecchio -quello ormai succede una volta al giorno-, mi è proprio sembrato che le regole che conoscevamo stiano saltando una dopo l’altra. Cioè, sta davvero succedendo.

lunedì, 22/08/2005

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Che la nuova stagione abbia inizio
Se è vero che da queste parti niente finisce mai veramente, dev’essere vero anche che niente comincia mai veramente (anche se nessuno può provarlo, come nota Tom Barman). Eppure.
Eppure: dopo una breve pausa estiva, sabato scorso con l’inzuppatissima penultima tappa del Tora Tora al Mamamia di Senigallia ha avuto inizio la nuova stagione concertistica emiliano-adriatica. E dopo i set carichissimi di Paolo Benvegnù, Yuppie Flu, Perturbazione e il signor concerto degli Afterhours (il resto delle band me lo sono perso, ahimè), si preannuncia come una grande stagione. Anche perchè se Agosto è il mese più freddo dell’anno (e a giudicare da come sta andando, siamo lì), l’Autunno non può che essere meglio.
Sono appunto i Perturbazione, insieme ai Disco Drive e ai padroni di casa, gli ospiti di onore della serata organizzata dagli Offlaga Disco Pax alla Festa dell’Unità di Reggio Emilia mercoledì 24/08; per tutte e tre le band sto cercando di battere il record di date viste in un anno, e segnare tre tacche con un colpo solo è un’occasione da non perdere. Un paio di giorni (il 26/08) dopo sarà Vicolo Bolognetti a sparare le ultime cartucce prima della chiusura, con l’atteso concerto dei Valentina Dorme. Prima della data successiva (il 2/09), quando al quadriportico  suoneranno i modenesi Les Fauves reduci da Benicassim (la scorsa volta mi hanno fatto una bella impressione), sarà cominciata pure qua la Festa dell’Unità, che nel consueto spazio dell’Estragon Summer Festival proporrà gli Afterhours (il 2, appunto), e avrà già proposto tra gli altri Quintorigo (il 25), PGR (il 27), Assalti Frontali (il 29) e Marta sui tubi (il 30). Sempre alla Festa dell’Unità il 3 sarà la volta degli autori di uno dei dischi dell’anno, i canadesi Stars, che supporteranno i connazionali Hot Hot Heat, per una data assolutamente da non perdere. Il giorno seguente ci sarà l’Independent Days Festival, ma a meno di inattese regalìe o sconvolgimenti dell’ultimo minuto, non credo che ci sarò; ok che vedere tutti lo stesso giorno i Bloc party, Maximo park, Futureheads, Ordinary boys, Bravery ed Editors rischia di essere un’esperienza non da poco (e di svelare in modo ancor più impietoso chi ci è e chi ci fa), ma dover sganciare una trentina di euro, slalomare tra le probabilissime sovrapposizioni tra i due palchi ed essere costretti a beccarsi Skin, Meganoidi, Subsonica o Bad religion (ah! i miei 15 anni..) non è proprio il massimo. Poco distante peraltro in quei giorni ci sarà il Pop-Gradara; peccato perderselo.
Il resto del mese propone l’unica trasferta senza se e senza ma, per i Wilco il 6 Settembre al MazdaPalace di Milano; si farà in tempo a tornare per beccare il 7 Pedro the lion (+ Mersenne) alla solita Festa dell’Unità. A metà mese ci sarà il classico appuntamento con l’Anti-MtvDay, all’XM24; l’appuntamento quest’anno raddoppia, presentando una prima serata (il 16) dedicata ad elettronica e hip-hop e la seconda serata alla classica pletora di pesissime band hardcore (dai nomi -come al solito a me quasi tutti ignoti- mi sembra un po’ un’edizione sottotono; ma probabilmente sbaglio). A fine mese ennesima data degli Offlaga Disco Pax, il 30 all’Estragon; dev’essere la quinta in meno di un anno. La stessa serata al Link c’è Original Silence, ignoto e probabilmente inascoltabile progetto sperimentale dietro cui si nascondono Thurston Moore e Jim O’ Rourke dei Sonic Youth, Terrie dei monolitici The Ex, Massimo Pupillo degli Zu  e un paio di jazzisti norvegesi.
E arriviamo ad Ottobre; la riapertura del Covo è prevista per l’inizio del mese, e per quella data si parla della presenza di una band scandinava che il sottoscritto ha già visto due volte negli ultimi due mesi ma che, diamine, vale sempre la pena di essere vista. L’8 ottobre ci saranno gli Spoon, e negli stessi giorni in Italia c’è in giro Stephen Malkmus, la cui vociferata data di Bologna non pare però essere confermata (sigh). Il resto del mese presenta almeno un evento irrinunciabile (gli Stereo Total il 15) e vari nomi interessanti: i Kaiser Chiefs il 12 (al Velvet di Rimini), i Teenage Fanclub il 20, Brendan Benson il 29. Si parla pure di date da queste parti di Smog, Animal collective, Art brut e -pare- del ritorno degli amatissimi Broken Social Scene.
Nello stesso periodo in zona ci saranno anche parecchi nomi da palazzetto: la costosissima unica data italiana dei White Stripes (il 21 /10), Bob Dylan (il 10/11) e i Coldplay (il 15/11). Per chiudere in bellezza l’evento sarà riavere in Italia dopo 5 o 6 anni e un paio di pacchi dall’ultima volta i dEUS, il 26/11 al Velvet di Rimini, per intornare insieme a loro Nothing really ends. Perchè, a quel punto, saremo di nuovo vicini alla fine della stagione; e ne avremo bisogno.

   
   

martedì, 21/06/2005

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Inkiostro music video aggregator /Giugno
_Perturbazione – Se mi scrivi (SMS) (streaming) Con la presenza di Marina Massironi e Carlo Lucarelli la Mescal tira fuori l’artiglieria pesante, nella speranza di concretizzare la promessa di tormentone estivo annunciato che un pezzo del genere si porta dietro. Ci riuscirà? I dubbi, nonostante la dichiarata ruffianeria del brano, non sono pochi. E -come sempre- i fan della vecchia guardia non sanno se sperarlo o meno.
_Feist – One evening (Tasto destro, Salva con nome) Anvedi come balla Feist, verrebbe da dire, e anvedi come balla pure Buck 65.. Ammetto che non impazzivo per questo pezzo come per tutto il lato eighties della chanteuse dei Broken Social Scene, ma con un video del genere, semplice ma ipnotico, quasi quasi cambio idea. La presenza di uno dei più stimati indierapper canadesi in borghese aumenta i punti scena, e fa il resto. (via Mondo Oltro)
_Lcd  Soundsystem – Disco infiltrator (update! Tasto destro, Salva con nome) Bellissimo video, non c’è dubbio. Ma, al di là dell’idea -carina ma non esattamente originale- non saprei spiegarvi perchè. Forse per la single version cowbell-enpowered, forse per l’ottima regia, forse per le tonnellate di coolness svogliata che trasudano da tutti i pori. O forse perchè anch’io, in fondo in fondo, sono un disco infiltrator?
_Yuppie Flu – Our nature (Tasto destro, Salva con nome) Video all’altezza per un pezzo che è già culto; semplice e brillante l’idea del 555-rent-a-band e buona (anche se poteva essere migliore) la resa complessiva. La domanda ora è: lo vedremo mai sulle tv musicali? In più, un bonus: buon divertimento col facespotting.
_White stripes – Blue Orchid (streaming) Cosa sarebbero i White Stripes senza un buon consulente d’immagine? Dopo aver potuto contare sul genio di Michel Gondry, i fratellini incestuosi passano ora a Floria Sigismondi, una che si è fatta le ossa con Marilyn Manson e che da allora gira praticamente sempre lo stesso video. I WS non fanno eccezioni, e le intuizioni buone (Jack vampiro e Meg che spacca i piatti su tutte) sono ben poche. A ciascuno il suo, verrebbe da dire.

_Shout out louds – The comeback (Tasto destro, Salva con nome) Dal paradiso dell’indiepop (la Svezia, no?) alle braccia di una major, il percorso degli Shout out louds è stato diritto e spensierati come la loro musica. E con la Virgin alle spalle la band ha buone possibilità di sfondare: ascoltare questo pezzo weezeriano e guardare il suo (bel) video dall’apparenza costosa per credere.
_Daniel Johnston – Live a Bologna 2005 (CODEC TG) (Tasto destro, Salva con nome) Non è un vero clip, ovviamente; ma da metà in poi del servizio dell’ottimo CODEC TG di Flashvideo ci sono vari frammenti del concerto tenuto dalla leggenda del cantautorato indie ai Giardini del Baraccano meno di un mese fa. Per chi c’era un souvenir, per chi non c’era un’idea di cosa voglia dire vedere Johnston dal vivo. Qualcosa vuol dire.

_Bloc Party – Pioneers (update! streaming) Avendo nelle passate edizioni di questo Aggregator linkato praticamente l’intera videografia del quartetto inglese, non posso esimermi dal segnalare anche il loro nuovo singolo. Uno dei pezzi più deboli del disco (ma quando la faranno uscire Like eating glass?), con inutile clip con la band versione cartoon. Perdiamo già colpi? 
_Damien Rice – Unplayed Piano (Tasto destro, Salva con nome) Nuovo singolo per Damien Rice (ancora insieme all’amatissima Lisa Hannigan), senza un vero video ma con un mini-documentario di sensibilizzazione sulla situazione della Birmania e su Aung San Suu Kyi, unico premio nobel per la pace tuttora in carcere (tutte le info qui). Poco da dire sul lodevolissimo intento, e una cosa sola da dire su questa ballata pianistica a due voci: grande pezzo. (via Lonoise)
_Okkervil river – For real (Tasto destro, Salva con nome) L’idea è tutto fuorchè originale (file under il solito video a cartoni animati lo-fi con immaginario infantile e un po’ lugubre), ma si sposa alla perfezione con l’avant-folk della band texana, per il singolo apripista del nuovo, notevolissimo, Black sheep boy. L’estetica ci sta tutta, e conosco almeno un paio di persone che ne andranno matte.
_Beck – Girl (streaming) Siamo già al quarto video tratto da Guero? Pare di sì. Stavolta è il momento del singolo estivo, con il video simpatico e gondryeggiante e la più volte evocata mari-a-chi-band. L’esito non è male, anche se il pezzo non è certo il migliore del disco, e il video spreca un po’ un’idea altrimenti carina. Applicarsi di più.  

_Gentleman Reg – The boyfriend song (Tasto destro, Salva con nome) Tempo fa avevo un disco di Gentleman Reg che girava per casa; non ricordo perchè, nè ricordo nulla di come fosse. Brutto segno. Questo pezzo però non è male, e soprattutto a lui va il premio video ormonale del mese, con un’orgia (omo, etero e chissà cos’altro) in visione notturna che non la manda certo a dire. Quanno ce vò, ce vò.  
_Royksopp – Only this moment (streaming) Di quanto mi piaccia il nuovo singolo del duo norvegese ho già scritto. Il video, che odora del french touch degli anni d’oro, quando eravamo giovani e belli e la vita era piena di speranze e promesse, è tecnicamente raffinatissimo e meno scontato di quanto sembra, e gli rende piena giustizia. Ma, nonostante la bomba di pezzo, non lo vedo troppo Mtv-friendly. Sbaglierò?
_Nancy Sinatra – These boots are made for walking (Tasto destro, Salva con nome) E siamo alla fine: sedetevi un attimo, smettete di fare quel che state facendo e fermatevi ad ammirare con quanta classe e naturalezza 40 anni fa una sciampista in paillettes e 6 ballerine siano riuscite a fare uno dei video più belli di tutti i tempi. A degna conclusione. 
[le vecchie puntate del Music Video Aggregator: 1, 2, 3, 4 e 5]

venerdì, 22/04/2005

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Miscellanous
_Martedì, Blonde Redhead all’Estragon: acustica ancora peggio del solito, sold-out invivibile, scaletta penalizzante. Davvero poco covincenti. Mentre l’Estate scorsa…oh, l’Estate scorsa…
_Ieri sera, Micah P. Hinson al Covo: un goffo rocker-wannabe texano più che il tormentato cantautore che viene fuori dal disco. Non un brutto concerto (spiazzante, direi); finanche divertente, visto che il suddetto sul palco si muove come Antonio Albanese (un incrocio tra Frengo ed Epifanio, per essere precisi), e il suo essere così improbabile ce lo ha reso  simpatico.
_Stasera: alle 21 ad Airbag ci dedichiamo all’anima del commercio, la Pubblicità. Per entrare nel mood, date un’occhiata al recente photoshop contest di Worth1000 dedicato all’argomento. A seguire esseemmeesse come se piovesse al Covo, con i Perturbazione.
_Domani uno degli eventi dell’anno: Jens Lekman al Covo. Prevista la folla delle grandi occasioni e uno smodato numero di link. Proprio il tipo di occasioni in cui, di solito, mi ammalo il giorno prima. Per il momento sto bene. E il ginocchio è quasi a posto. Shhht!
_Lunedì, 25 Aprile: gita fuori porta per gli Offlaga Disco Pax in piazza a Cavriago (RE), per la festa dell’ANPI. Dalle 15, sul monumento ai caduti: imperdibile. Molto presto, tra l’altro, gli Offlaga verrano a trovarci di nuovo ad Airbag, per raccontarci del notevole successo che sta avendo il loro Socialismo Tascabile. Stay tuned.
_Mi si dice: su Glamour di Aprile c’è un trafiletto sui Radio Dept. Oh my.

venerdì, 08/04/2005

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Inkiostro music video aggregator
Bloc Party – Banquet (video version 2) (download) Nuova versione (la vecchia è qui) per il video del pezzo migliore dei Bloc Party. L’idea è carina, ma il video è stato probabilmente fatto con due soldi. E si vede. 
_Daft Punk – Robot Rock (download) La canzone più paracula dell’anno (vedi
qui) ha ora un video alla sua altezza. Più vanno avanti e meno li sopporto. Anche perchè, come in questo caso, di rado non c’azzeccano. 
_Kings of Convenience – Cayman Islands (download -grazie a Paola) Non esattamente memorabile, ma con un pezzo del genere non è che si potesse osare granchè. L’idea del mare di lampade vintage, però, non è niente male.
_The Decemberists – 16 military wives (torrent download) Pare solo a me o il gruppo di Colin Meloy sta studiando da supplente dei Belle & Sebastian? Un bignamino su come mischiare estetica indie, politica internazionale e sit-com scolastica e riuscire a mantenere ancora un’aria intellettuale.
_Paolo Benvegnù – Cerchi nell’acqua (streaming – ci mette un po’ a caricarsi) Animazione minimale ed espressionista per uno dei pezzi più nobilmente e sontuosamente pop del disco d’esordio dell’ex-leader degli Scisma. Disegnato da Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione.
_Nine Inch Nails – The hand that feeds (download) Terra chiama Reznor: lo sappiamo che non c’è niente da vedere, ma qualcosa di più del tuo bel faccione e dei tuoi amichetti che suonano non ce lo potevi mettere? Il pezzo rimane ruffiano abbestia. Ma mi piace un sacco.
_Chemical Brothers – Believe (streaming) Dopo il passo falso tamarro di Galvanise, i fratelli chimici tornano ai loro consueti livelli stellari, con un gran pezzo cantato da Kele Okereke dei Bloc Party e un video meravigliosamente paranoico. Dieci e lode.
_M.I.A. – Galang (streaming) Io lo chiedo sempre, ma nessuno è in grado di spiagarmelo: cosa ci trova l’intellighenzia blog americana (e da un po’, pure quella italiana) in questa ragazza dello Sri-lanka che me ricorda tanto La Gasolina? Perchè piace? Perchè fa intellettuale farsela piacere? Perchè fa video poveri come questo? Mah.
_Settlefish –
Kissing is chaos (download) Lo-fi, ruspante e in più di un modo affascinante; come pezzo per un video è una scelta insolita: Ma molto riuscita.
_Aqueduct – Hardcore Days, softcore nights (streaming) Tanto il disco è bello quanto la loro grafica (cd, sito, video, e pure il doppio mento del cantante non aiuta) fa schifo. Questo video non fa eccezione; e non è neanche il pezzo più bello.
_Interpol – C’mere (download) Qualcuno, vi prego, faccia qualcosa per i video degli Interpol, in caduta libera dai tempi di PDA. Qua c’è un angelo con una torcia, un bosco innevato e quel simpaticone di Paul Banks che ormai è la perfetta reincarnazione di un pappone inglese dell’800.
_Weezer – Beverly Hills (streaming) Giorni fa ci chiedevamo se, col loro nuovo singolo, i Weezer ci sono o ci fanno. Guardando questo nuovo video, girato alla Playboy Mansion di Hugh Hefner, e scoprendoci a preferigli la recente pubblicità della Renault Scenic che ha la loro Buddy Holly come colonna sonora, la risposta è quasi scontata.
_Futureheads – Decent days and nights (download) Pezzo incendiario e video all’altezza, per il perfetto rock inglese post-Franz Ferdinand e pre-Bloc Party. We want more!
_Hot Hot Heat – Goodnight Goodnight (streaming) Non è che il pezzo diventi meno ruffiano col tempo; è solo che ci si abitua. E quando dietro la macchina da presa c’è nientemeno che Michel Gondry…. Che -diciamolo- in questo caso non si spreca. Ma il tocco si vede.
[le prime tre puntate del Music Video Aggregator: 1, 2 e 3]

giovedì, 17/03/2005

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I’ll be your mirror
Il nuovo disco dei Perturbazione è fatto per piacere a chi non conosceva i Perturbazione. Ma ciò non implica che non piacerà a quelli a cui già piacevano. Certamente però, non piacerà a quelli a cui non piacevano.
Il bisticcio è voluto, anche se di bisticci ce ne sono ben pochi in questo disco. Ed è inutile nascondere che ci un po’ ci dispiace, perchè i loro bisticci ci piacevano assai; ma è anche inutile nascondere che Canzoni allo specchio è un gran bel disco. Del resto, si sa: In circolo è stato una pietra angolare dell’indiepop made in Italy (LA pietra angolare, per quanto riguarda l’indiepop cantato in italiano), e la sua urgenza espressiva e le sue grandi canzoni sono virtualmente impossibili da eguagliare. Soprattutto se il vecchio, miracoloso, equilibrio tra spigliatezza e derive zuccherose ora vacilla spesso in favore di queste ultime, e se i pezzi non sono tutti esattamente memorabili come un tempo.
Poi, in realtà, bastano una manciata di brani (Dieci anni dopo, A luce spenta, Seconda persona, Il materiale e l’immaginario) a farci ricordare perchè loro sono una spanna davanti a tutti, e quando alla formula si aggiunge la produzione perfetta di Paolo Benvegnù e l’apporto decisivo di una manciata di Baustelle, di Giardini di Mirò e di Sweaters, le vette toccate sono davvero alte. Ok, manca l’Agosto del caso, IL pezzo che buchi la cortina d’indifferenza dell’ascoltatore italico medio per proposte così raffinate (ancorchè inequivocabilmente, nobilmente e genuinamente pop); ma i due singoli hanno un piglio che potrebbe riservagli una certa fortuna -soprattutto ora che il marchio è Mescal- e chissà che Se mi scrivi non porti con sè un destino da piccolo tormentone estivo.
Più la riscossione di un debito che una battuta d’arresto, più una conferma che una smentita, più un ottimo disco per chi non conosce il sestetto torinese che un’evoluzione senza macchia che convincerà in toto i vecchi fan. Per una volta è il caso di essere altruisti, e augurare ai Perturbazione la fortuna che si meritano. Con la sicurezza che, la prossima volta, arriverà di nuovo il disco che ci meritiamo.

martedì, 15/03/2005

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Piccoli fragilissimi .mov
Per festeggiare l’uscita, tra circa un mese, del nuovo EP di Paolo Benvegnù Cerchi nell’acqua (5 pezzi -tra cui la cover di In a manner of speaking dei Tuxedomoon- + video realizzato da Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione) ecco un po’ di omaggi multimediali: oltre al concerto intero già segnalato mesi fa, qua ci sono un po’ di mp3 live acustici assai carini. Inoltre, da questa pagina si possono scaricare vari spezzoni video (in .mov), piuttosto lo-fi, della sua performance del 25 Febbraio 2003 Al Vapore di Marghera.
[nella stessa pagina, inoltre, filmati live di Red worms’ farm, Ronin e Good Morning Boy. Buona visione.]

giovedì, 10/03/2005

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E’ il momento di aggiornare l’agenda
Nel loro campo, immagino, lo fanno tutti. Per qualcuno è un bel momento, per qualcun’altro no, per me è sempre un mix di entusiasmo, strana angoscia e amare considerazioni sull’emorragia economica che comporta; in ogni caso, per un music-junkie il momento di aggiornare l’agenda dei concerti non è un momento qualsiasi.
Il periodo a venire, da queste parti, è di quelli impressionanti; gli abbiamo pure dedicato la scorsa puntata di Airbag, il cui podcasting* lo-fi è -come sempre- scaricabile ancora per 24 ore da qui. Si comincia già stasera con Sondre Lerche all’Estragon, concerto da non perdere -anche se è da solo, vabbè- perchè da queste parti il suo esordio qualche anno fa è stato tra i dischi più ascoltati. Si continua domani coi Trail of dead al Covo (sempre che il sottoscritto, bloccato in radio fino alle 22.30, riesca a entrare), delle cui performance live si dicono meraviglie anche se su disco non mi esaltano particolarmente. Sabato è la volta dei Beat up, sempre al Covo (ci vado? non ci vado? mi piacciono? boh), anche se -potendosi teletrasportare a Roma- il Losing Today party con DJ set dei Sad Pandas sarebbe da non perdere. Domenica poi c’è Howe Gelb a Gradara (PU), la cui lontananza sarà probabilmente compensata dall’unicità della location e della performance. Non ci sarò, ma chi può non se lo perda. Dalla settimana dopo, poi, le cose si fanno ancora più complicate. Urge uno schema dei selected gigs:
_ven 18/03 – Settlefish (release party), Covo (il nuovo disco è notevole, e ha anche una grafica da paura) 
_sab 19/03 – Apparat, Covo (ignoro quasi tutto, ma in questo periodo basta che io legga indietronica..)
_dom 20/03 – Wedding present, Estragon (temo saranno sacrificati. mi convincete?)
_gio 24/03 – Paolo Benvegnù, Covo (una certezza. poi esce il nuovo EP)
                     Ted Leo, Atlantide (lo so, il vero scenester andrebbe qua. quindi mi sa che non sono un vero scenester)
_ven 01/04 – Giardini di Mirò, Estragon (a volte ritornano, ed era ora. ma a quando un disco nuovo?) 
_mer 06/04 – Blonde Redhead, Estragon (a volte ritornano 2. moralmente imperdibili)
_ven 08 e sab 09 /04 – AfterhoursEstragon (vedremo se il nuovo disco merita…sono assai curioso)
_sab 09/04 – Patrick Wolf, Covo (dopo due dischi del genere, come si fa a non andarci? come?)
_mer 13/04 – L’altra, Club 74 (Lindsay, ti amo. canta per me)
_gio-ven-sab 14-15-16/04 – Tarwater (gio), Fourtet (ven), LCD SoundSystem e Prefuse 73 (sab), TDK Dance Marathon – Mi (Dance Marathon? vediamo se qualcuno riuscirà a ballare i Tarwater o Fourtet..però con dei nomi del genere come si fa non fare la trasferta?) 
_gio 21/04 – Micah P. Hinson, Covo (non ho ancora deciso se mi piaccia, ma finalmente i nodi verranno al pettine…ci è o ci fa?)
_ven 22/04 – Perturbazione, Covo (ed è solo l’inizio…oh, se lo è…)
_sab 23/04 – Jens Lekman, Covo (eventone. e basta.)
                       Feist, Velvet – Rn (peccato perdersela…mettersi d’accordo no, eh?)
_mer 26/04 – Niobe, Club 74 (rischio narcolessia alto, ma potrebbe stupire)
_ven 28/04 – Ronin, XM24 (finalmente vengono in città….era ora!)
_ven 06/05 – Antony and the Johnsons, Teatro Masini – Faenza (sono un po’ terrorizzato all’idea…non so bene perchè, ma ho davvero paura)
_mar 10/05 – Lou Barlow, Covo (l’ultimo disco…vabbè, lo sapete. ma solo il nome impone la presenza)
_sab 14/05 – Offlaga Disco PaxCovo (li amiamo alla follia, il disco è bello e loro sono dei grandi. serve altro?)
_gio 19/05 – Adam Green, Covo (è il tipo di concerto che rischia di demolire -o di consacrare- un -piccolo- mito. non oso immaginare che caldo farà per un sold-out al Covo a fine Maggio…)
UPDATE: secondo il sito di DNA, il concerto è il 28 Maggio. Mettetevi d’accordo, basta che non dà pacco…
_ven 20/05 – Isis + Jesu, Estragon (so già che non avrò voglia di andarci. però il bizzarro "post-metal" degli Jesu non mi dispiace per nulla)
[* sì, lo so, è un semplice archivio di mp3, e ce l’abbiamo da sempre. ma visto che adesso che lo chiamano in altro modo sembra anche una cosa nuova, io mi adeguo. chissà che qualcuno non ci caschi]

lunedì, 27/12/2004

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Inkiostro music news aggregator
+ E’ noto da tempo: a giorni Il mucchio selvaggio torna mensile (e cambia nome: sarà solo Mucchio). La notizia è che le sue orme verranno seguite anche dall’unico altro settimanale musicale italiano (Musica), all’interno di una strategia più generale del gruppo editoriale L’Espresso che vede anche l’acquisto di ReteA/AllMusic. Tempi sempre più bui, mi sa. (via EmmeBi e Pompeo)
+ A detta di tutti o quasi, Piccoli fragilissimi film di Paolo Benvegnù è stato uno dei dischi italiani dell’anno. Per festeggiare, ecco qua un intero live del nostro da scaricare. L’ex leader degli Scisma in questa data era un po’ giù di voce, ma la grinta è quella di sempre, e il concerto merita l’ascolto.
[e, sempre a proposito di Benvegnù, a breve uscirà il nuovo disco dei Perturbazione, da lui prodotto. Chi l’ha già ascoltato ne dice meraviglie]
+ Avete presente Nick Cave, quell’attempato gentleman australiano che ora non fa altro che suonare il piano, scrivere canzoni su Dio e sull’amore e parlare di sua moglie e dei suoi figli? Ecco: una ventina d’anni fa le cose erano un po’ diverse; questa bellissima galleria fotografica parla chiaro.
+ L’anno scorso con Let it boom aveva centrato il segno; quest’anno con Boomsongs for Velvet l’ha mancato clamorosamente. L’esito della compilation annuale di Musicboom, che quest’anno vede una ventina di band italiane alle prese con il repertorio dei Velvet Underground e di Lou Reed (gratuitamente scaricabile da qui) è abbastanza scarso, con poche versioni convincenti a fronte di una quantità di interpretazioni un po’ deludenti (qui una recensione assai condivisibile). E’ gratis, comunque, e vale l’ascolto.
+ Alzi la mano chi non ha pensato almeno una volta di aprire qualcosa del genere; ora qualcuno l’ha fatto, ed è nato Indiegossip. Per ora è partito bene: didascalico, cattivello quanto basta ma non gratuito (commenti a parte, ovviamente; ma lì c’è poco da fare). Equilibrio difficilissimo da manterenere; vedremo come si evolverà. (via Enver)
+ Pare che nella colonna sonora di Tu la conosci Claudia? di Aldo, Giovanni e Giacomo (che da queste parti si è evitato, in favore del DVD dell’extended version de Il ritorno del Re, 4 ubriacanti ore) ci sia nientemeno che Consequence dei Notwist. Wow. (via Fidelio)
+ Dopo avere sentito live qualche sera fa Gecco e il suo gameboy (sceso dal palco, la prima dichiarazione del nostro eroe è stata «Con la nuova versione di Nanoloop devo ancora capire come si fa a salvare») la musica a 8 bit è una necessità quasi fisica: ecco quindi The 8 bits of Christmas, compilation di 8 classici natalizi eseguiti da 8 musicisti diversi. Il tutto, ovviamente, scaricabile aggratis insieme ad altre decine di mp3.
[si comunica, inoltre, che il presente blogger nella prossima settimana sarà poco reperibile. buon anno a tutti]









mercoledì, 17/11/2004

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Italia non pervenuta
Ho un amico che, l’ho sentito con le mie orecchie, dichiara di avere aperto un blog solo avere una giustificazione per poter stilare le sue classifiche di fine anno. Il momento fatidico -ovviamente- non è ancora giunto, ma da queste parti, dove classifichisti lo si è da ben prima di Nick Hornby, è da tempo che si pensa a quali saranno i dischi che riusciranno a rientrare nella top ten di fine anno. Manca ancora più di un mese a quando la giuria si ritirerà per deliberare, e i giochi non sono ancora fatti; guardando i vincitori del premio italiano della musica indipendente del MEI, però, mi è impossibile non pensare al triste fatto che con ogni probabilità quest’anno nella mia top ten non ci sarà neanche un cd italiano. Mentre l’anno scorso tra i miei 10 dischi bravi c’erano sia i Baustelle che gli Yuppie Flu, quest’anno gli unici italiani che potrebbero aspirare a un piazzamento (ma che non credo ce la faranno) sono gli Hogwash, che qualche sera fa hanno confermato live la grande qualità dell’indie rock in punta di chitarra del loro Atombombproofheart, e Paolo Benvegnù, i cui Piccoli Fragilissimi Film sono -si spera- l’inizio di una brillante carriera solista. Ottimi dischi, a cui però manca qualcosa per farsi ricordare molto a lungo. Per quanto mi riguarda meritano una menzione anche gli esordi sulla lunga distanza di Ronin, Non voglio che Clara, Artemoltobuffa, Studiodavoli, il ritorno di Massimo Zamboni, l’opera prima degli El Muniria, e i lavori di Ultraviolet makes me sick, Altro, Gatto Ciliega contro il grande freddo, Bugo e Franklin Delano (e sicuramente me ne scordo qualcuno), ma -parliamone- a me non sembra sia stata un’annata troppo fortunata. Mi fate cambiare idea, per favore?
[Il 2005 invece si prospetta come un anno di fuoco, con nomi attesissimi come Discodrive, Perturbazione, Settlefish, Micecars, Offlaga Disco Pax (a proposito, vi ricordate che stasera suonano a Bologna per Murato, vero?), di nuovo Yuppie Flu e Baustelle, Afterhours e vari altri. Speriamo bene.]


venerdì, 01/10/2004

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Tra i movimenti quei momenti
Come forse avete intuito -o forse, giustamente, non ve ne frega nulla- ultimamente da queste parti il tempo libero scarseggia. Ovviamente, molto dipende da cosa si intende per libero; diciamo che è il tempo da impiegare nel blog che scarseggia, che è meglio. Del resto, non appena riesco a staccarmi un minuto dal computer mi sdraio sul letto ad ascoltare un po’ di musica, come i ballatoni clamorosi con cui si conclude l’ultimo disco di Nick Cave (presto ne scrivo, prometto), un vecchio pezzo dei Perturbazione con un testo da paura –La corda di vetro– fattomi riscoprire dalla reinterpretazione di Giaccone e Congiu, e la tristissima canzone del nuovo disco di Styrofoam cantata dall’amato Ben Gibbard. Le ultime due le potete sentire stasera alle 21 su Airbag (103.1 FM a Bologna oppure in streaming), le prime magari no perchè un minimo di senso della misura da qualche parte ce l’ho ancora. Ma qui mi fermo, chè in questo periodo mi sento molto melodrammatico, e se continuo così un Poverino’s non me lo leva nessuno.

martedì, 07/09/2004

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Inkiostro music news aggregator
+ Colpo grosso per i Raveonettes: nel loro nuovo disco suona anche Maureen Tucker, leggendaria batterista dei Velvet Underground.

+ Quatto quatto, Gecco ha aperto quello che potrebbe essere il primo M-Blog italiano. Tra le prime segnalazioni, notevole il remix di Little Victories dei Giardini di Mirò ad opera di Jimmy ‘Dntel ma anche metà dei Postal Service’ Tamborello.
+ E’ sempre Gecco a segnalare che è uscito il programma dell’Anti Mtv Day 2004, che avrò luogo il 19 Settembre all’XM24 di Bologna. La solita infornata di gruppi per lo più sconosciuti e per lo più hardcore, tra i quali spiccano però gli irrinunciabili Sprinzi. Ci si vede là, sarò quello spaesato.
+ Potrebbe essere una buona notizia (per loro), potrebbe essere cattiva (per noi): lo scopriremo a Febbraio. Frattanto ci limitiamo a prenderne atto: i Perturbazione (uno dei migliori gruppi italiani, ça va sans dire) hanno firmato per la Mescal.

+ Rumore si è rinnovato. In copertina c’è un bollino Nuova formula! come fosse un detersivo, le prime pagine sono piene di nuove rubriche che hanno ancora bisogno di una registratina, le recensioni sono ancora più corte del solito e diverse altre cose non piacciono. Il risultato finale, in ogni caso, mantiene comunque la sufficienza. Diversamente, però, pare pensarla Il Blog della Domenica, autore di una spietata radiografia del numero in questione.
+ Tutto quello che avreste voluto sapere sui Wilco e non avete mai osato chiedere in una lunghissima intervista (che continua nelle tre pagine successive, poi qui ci sono anche gli extra) a Jeff Tweedy.
+ Giochiamo un po’ a fare gli M-Blog delle cover: qui c’è una strepitosa versione di Float On dei Modest Mouse rifatta da Ben Lee (via Gomitolo), mentre qui una luguberrima (nel sendo di davvero lugubre) versione di una delle più bell canzoni mai scritte –Famous Blue raincoat di Leonard Cohen– ad opera di Damien Rice (via Lonox). Buon ascolto.
+ Sempre Lonox segnala il video (da scaricare) di You are the light dell’astro nascente dell’indiepop d’autore Jens Lekman (con audio e video paurosamente sfasati, ma tant’è), di cui cominciano a trovarsi in rete anche i testi (ma se non siete attrezzati di antivirus aggiornato non cliccate su questo link, chè questo sito infame tenta di installarvi un trojan). Assolutamente brillanti quelli del singolo, di Higher Power e della mai troppo lodata Maple leaves.
+ Del discusso e discutibile Medùlla di Bjork e delle sue ardite esplorazioni vocali abbiamo già detto giorni fa; secondo Stylus Magazine, però, il momento in cui Bjork ha imboccato la nuova via va individuato nel precedente Vespertine, e in particolare nella sua più bella canzone, Pagan Poetry. Io, da parte mia, sono abbastanza d’accordo, anche se per quanto mi riguarda quello è stato esattamente il momento di perfezione prima che il giocattolo si rompesse.









martedì, 29/06/2004

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Fenomenologia del Loser
[un post un po’ pretenzioso, che parla di questo]
A metà anni ’90, essere dei Loser aveva delle connotazioni molto precise. Camicioni di flanella e t-shirt sdrucite, pessimismo venato di cinismo e ironia, chitarre strapazzate, suoni in bassa fedeltà, rivalutazione delle minoranze e delle subculture, con Beck, Coupland e Linklater a fare da portabandiera per la prima generazione nata senza nulla in cui credere. Negli anni successivi, quella del perdente -declinata nelle varianti slacker, nerd, geek e compagnia- è diventata una vera a propria estetica, celebrata da più parti e, in qualche misura, istituzionalizzata; inevitabile, ma non per questo meno calzante.
Time (and place) warp: dalle nostre parti, in musica, essere Loser qualche anno fa voleva dire mettere su dal nulla una webradio, ascoltare e promuovere piccole band italiane di rock indipendente con visibilità più che scarsa, finendo per crearsi un nome e un marchio ed approdare sui media tradizionali. Voleva dire farsi interprete dei tempi che cambiano, della fruizione della musica che si evolve, delle relazioni sociali che mutano luoghi e modi di aggregazione, e del concetto di Loser che assume connotazioni diverse. E Voleva dire creare e mettere a disposizione compilation di mp3 scaricabili gratuitamente (le tre Loser, my religion) quando nessuno lo faceva: contenti i musicisti che potevano farsi conoscere, contenti gli ascoltatori con un bel disco gratis da godersi.
Nel 2004 essere Loser ha un significato ancora diverso. Dopo lo sdoganamento del pop e del trash, dopo l’intellettualizzazione e la contemporanea democratizzazione dell’elettronica, con l’onnipotenza musicale data dai computer e dagli audio-tools e il calderone del peer to peer come blob totale a cui attingere senza restrizioni di sorta, il Loser non è più quello di una volta. Il remix e l’uso dei campionamenti sono talmente una prassi, e la commistione di generi talmente normale che solo l’ibridazione totale del bastard pop, che crea canzoni composte dalle parti di altri brani diversi, mischiando alto e basso, sacro e profano, e fregandosene della legge e delle convenzioni, riesce ad essere veramente rappresentativa dello stimolante smarrimento giocoso che esalta l’appassionato di musica.
L’ultima compilation Loser: Re-Login parte da qui, proponendo 8 brani che altro non sono se non i mash-up e i remix bastardpoppizzati dei brani delle vecchie 3 compilation di Loser; una scelta piuttosto coraggiosa, che da una parte si rivela sfortunata, mentre dall’altra vincente. Sul piano del risultato musicale, infatti, l’esito è piuttosto incerto. Come è già stato notato, il gioco del bastard pop rivela presto i suoi limiti quando i riferimenti intertestuali sono troppo oscuri, e non fanno parte dell’enciclopedia del pop rock come avviene di solito. Certo, quando il pezzo bootleggato è clamoroso come The sample and the loser dei Perturbazione (da LMR#3) i risultati raggiunti sono notevoli (ed è infatti il brano che compare più volte, ritoccato sia da Pinktronix che dai Girdini di Mirò). Le altre canzoni, invece, lasciano assai poca traccia.
Nonostante ciò -anzi, in parte proprio per questo-, Loser: Re-Login è anche un progetto vincente. Sul piano della rappresentatività e della filosofia sottesa ad un’operazione simile, il successo è totale: Loser rimane ancora una volta al passo coi tempi, realizzando l’unica compilation possibile con i mezzi che aveva, mostrandone così i limiti ma non rinunciando alla sfida. Anzi: nell’esplorare (all’interno della legalità, è bene ricordarlo) i confini di questo non-genere, Loser: Re-Login mostra nella maniera più chiara possibile quanto, quando viene a mancare la componente più spudoratamente pop, il tutto si riduca a qualcosa di non molto diverso dalla pratica del remix creativo. E’ messo in evidenza quindi l’esatta frontiera tra il classico bastard pop (clandestino, illegale, underground per sua natura) e una compilation del genere, che -per quanto digitale- ha tutti i crismi dell’ufficialità e della legalità, e regole cui suo malgrado deve sottostare. Come risultato non è poco, per quello che una volta era un semplice perdente.






venerdì, 11/06/2004

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La dura vita del selezionatore musicale
Oggi, nel primo pomeriggio, ero in giardino a testare i dischi che ho sottomano in questo inizio di Giugno per capire quale sarà il disco dell’Estate. E non fate quella faccia, insomma: sono un deejay (?), anche questo fa parte del mio lavoro (??).. Dicevo: stavo cercando di capire quale sarà il disco dell’Estate; purtroppo, però, non sono riuscito ad arrivare a un risultato veramente soddisfacente. Il nuovo di PJ Harvey è troppo cupo e manca di singoloni, Louden up now dei !!! c’avrà anche il tiro ma vi sfido ad ascoltarlo per tutta la sua durata mentre siete sdraiati (sì, ero sdraiato), l’ultimo di Mirah parte bene ed ha alcuni episodi parecchio desertici, ma nel complesso è un po’ fiacco, dei Sonic Youth non ne parliamo, chè loro da anni ormai sono fuori dal tempo e non c’entrano nulla col passaggio delle stagioni. Badly Drawn Boy è troppo poco scanzonato, come anche Devendra Banhart: dischi di tutto rispetto, ma insomma, d’Estate ci serve anche qualcosa di leggerino di canticchiare.
L’anno scorso, di dischi estivi, ce n’erano in abbondanza: un sacco di ottimo indiepop come l’onda lunga dei Postal Service, gli Yo la tengo, i Radio Dept, i Calexico, i Broken Social Scene, i Baustelle, i Perturbazione (per i tanti che come me li ha scoperti tardi); c’era davvero l’imbarazzo della scelta. Quest’anno forse solo i Kings of Convenience e Morrissey fanno all’uopo, i primi con un disco talmente pieno di bossa che non si può non pensare a Jobim e Gilberto, il secondo con il suo pop immortale che va bene per tutte le stagioni, ma che siccome ora è Estate si adatta benissimo a sole, caldo e serate languorose. Ma solo due dischi è poca cosa. Piuttosto, i consigli sono molto benvenuti, per rimettere sui binari quest’annata ‘estivamente’ piuttosto scarsa. Pensate che ascoltando l’esordio solista di Adem (disco clamoroso, ma bpm davvero scarsi) ho persino rischiato di addormentarmi, e sarebbe stato un vero danno, visto che essendo solo in pantaloncini (e senza proezione solare) mi sarei sicuramente preso una  mastodontica scottatura. Perchè sì, ok, lo ammetto, stavo prendendo il sole. Ma volete mettere quanto fa più fico dire che stavo «selezionando il mio disco per l’Estate»?


lunedì, 22/12/2003

Rivoglio indietro la…

Rivoglio indietro la mia adolescenza
Prima il concerto dei Baustelle e la loro adolescenza mitologica, per definizione non vissuta, già filtrata da un occhio adulto, ora morboso ora malinconico, ma talmente consapevole di giocare con un universo di citazioni da diventare una meta-giovinezza archetipica irreale e per questo iperreale.
Poi il concerto dei Perturbazione, la loro adolescenza quotidiana, che torna a casa tardi senza una scusa, che sente arrivederci e già pensa addio, che rimpiange i giorni sbagliati ma diversi, con gli arpeggi, il violoncello, la timidezza sghemba di Tommaso Cerasuolo e la canzone forse più adolescenziale della storia, quella There is a light that never goes out che celebra l’unico periodo della vita in cui si può desiderare di morire sotto un double-decker bus solo perchè si è in compagnia dell’amata.
Poi ti ricapita tra le mani Microservi -ma non eri più adolescente quando l’hai letto- con tutte quelle riflessioni meravigliosamente couplandiane (come tutti gli anni ti rileggerai uno dei suoi libri in queste vacanze, già lo sai) sul non avere una vita fino a 25 anni, con certe idee zen sullo spendere quegli anni nel perfezionamento di un sè futuro più completo e felice, e ti chiedi cosa sarebbe successo se avessi letto quel libro a 15 anni.
Poi ritorni per le vacanze di Natale nella casa dove sei cresciuto, con i poster ancora lì, i libri che sono sempre gli stessi, le decine di cassette con pessimi gruppi grunge e concerti registrati alla radio, una scatola di scarpe con dentro foto segretissime, una cartellina piena di lettere e biglietti, e tutte le cose al loro posto. Di sotto la mamma cucina i passatelli, c’è l’albero di Natale e il presepe, si parla della messa di mezzanotte, di ex compagni di scuola persi di vista da anni e persino di quella volta che l’ultimo dell’anno aveva nevicato e tu eri andato a una festa a piedi, e (ma questo lo sai solo tu) siccome non ti eri divertito il giorno seguente avevi scritto un racconto pieno di rabbia e frustrazione. Poi senti le previsioni del tempo che dicono che domani nevicherà, e tu lo desideri con una violenza tale, che davvero vorresti tanto risvegliarti domani ed avere 16 anni.




venerdì, 19/12/2003

L’illogica allegria

L’illogica allegria
[un post che ha il titolo di una canzone di Gaber e in cui si parla dei Baustelle, degli Outkast, degli Smiths, dei Pulp e dei Perturbazione, anche se i questi artisti non c’entrano granchè uno con l’altro; o forse c’è un filo rosso che li lega che è semplicemente difficile da vedere]
Nonostante il concerto dei Baustelle di ieri sera mi abbia un po’ deluso (tanto rendono su disco quanto perdono dal vivo, troppo complesso il loro suono, che finisce sempre per farli sembrare i Pulp: infatti ho nominato ufficialmente La canzone del riformatorio come la Disco 2000 italiana; comunque ballarli è stato molto divertente), oggi mi sono svegliato di ottimo umore. Sarà il week-end, sarà che secondo le previsioni a giorni nevicherà, sarà che stasera a Bologna ci sono i Perturbazione, sarà che il Natale quando arriva arriva, e che comunque le cose che cambiano mi rallegrano anche quando non mi piacciono, o più probabilmente, sarà che la radiosveglia si è accesa direttamente sull’One-Two-Three-Four con cui inizia Hey Ya degli Outkast. Quante canzoni riescono a mettere d’accordo tutti come il singolone di Andre 3000 e Big Boi? Quanti pezzi di un duo hip-hop riescono a rallegrarti al risveglio? Di quanti pezzi primi in calssifica l’autore dichiara spassionatamente che avrebbe voluto aver scritto lui Last night I dreamt that somebody loved me degli Smiths? Quanti pezzi li passano sia su Mtv che al Covo? E, soprattutto: quante canzoni riescono a essere singolo dell’anno sia su Stylus Magazine che su Pitchfork?
Ho sei canzoni di sei artisti diversi in testa oggi, e sono di insensatamente allegro. Vi pare poco? A me, a volte, basta così.



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martedì, 16/12/2003

La mia vita solita, …

La mia vita solita, tutto questo implica: una gioventù
Questa settimana il presente blog andrà in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali. Citazione Tabloidiana a parte, ovviamente se c’è qualcuno le cui capacità mentali ultimamente sono in serio pericolo, quello sono io; è però vero che non so quanto riuscirò a tener dietro a questa spazio nei prossimi giorni. Domani ci sarà un crash test di quelli grossi: penso che alle 2 dovrò essere trascinato via come uno dei celebri fantocci cantati dai Kraftwerk; in che condizioni, però, non è dato di saperlo. Mercoledì sarebbe un giorno qualsiasi, non fosse che è una data stampata pure sulla mia carta d’identità. Dettagli, in fin dei conti. Giovedì toccherà a un concerto che attendo da parecchio: finalmente potrò vedere i miei beneamati Baustelle dal vivo, al Renfe di Ferrara; se saranno brillanti anche la metà di quanto sono su disco sarà un gran concerto. Venerdì è invece il turno dei Perturbazione al Covo; una serata che è praticamente una certezza, dall’atmsofera, alla musica, alla gente. Sabato se sarò ancora vivo mi terrò sul tranquillo, perchè domenica mattina si parte. Ma senza smettere di lavorare, perchè quest’anno Natale o meno non c’è differenza, prima di Marzo non si tira il fiato.

giovedì, 04/12/2003

Whispering words of …

Whispering words of wisdom, let it boom
Come promesso mesi fa, da un paio di giorni sul sito di Musicboom -celebre webzine musicale- è scaricabile gratis Let it boom, compilation in mp3 di pezzi dei Beatles rifatti da una ventina di nomi della scena indipendente italiana. Dopo un paio di ascolti generali il mio WinAmp si accanisce sempre sulle stesse tracce: And your bird can sing rifatta dai Joe Leaman (difficile credere che una canzone in origine tanto solare e scanzonata possa trasformarsi in questo rauco e solitario canto notturno), Penny Lane mirabilmente indiepoppizzata dagli Slumber, I am the walrus ad opera degli A toys orchestra, sgangherata quanto basta, e She loves you, trasformata dai Milaus in una dilatatissima cantilena che vira dalle parti del post-rock. Ma i due pezzi che in assoluto mi hanno conquistato sono Because reinterpretata dai Revolver, un’autorità quando si parla di Beatles (ne parlavo anche qui), e Yesterday rifatta dai Perturbazione, riusciti nell’impresa impossibile di dare nuova vita ad una delle canzoni più famose e ormai scontate della storia della musica. Con una chitarra acustica, un violoncello e l’inconfondibile voce di Tommaso Cerasuolo, il gruppo di Torino si è prodotto in una classicissima versione del più celebre brano di McCartney che mi ha completamente conquistato nonostante lo scetticismo iniziale.
[La compilation è consigliatissima, ma una nota di demerito: la nuova grafica del sito è decisamente brutta. E tra l’altro, davvero pesante.]


lunedì, 01/12/2003

The Blog Top Ten 200…

The Blog Top Ten 2003 Records human aggregator
[update: contrordine! per aggregare la vostra playlist dei dischi dell’anno leggete questo post]

Eccoci qua, è arrivato Dicembre. Ultimo mese dell’anno. Mese di Natale. Mese di bilanci. Mese di liste.
Come segnalavo una settimana fa, Rossano dei Perturbazione ha rotto gli indugi e pubblicato sul blog del gruppo la sua top ten dei dischi del 2003, seguito a ruota da altri. Se conosco i blogger -e, fidatevi, li conosco- per le prossime settimane sarà tutto un fiorire di liste dei dischi dell’anno: alzi la mano che non ne sta preparando una o non ci ha quantomeno cominciato a pensare. E allora, sulle orme di un’analoga iniziativa di quasi un anno fa del buon Clutcher, il quale aggregò le liste delle 31 canzoni della vita che avevano invaso la blogosfera sulle orme del celebre libro di Hornby, mi è venuta l’idea di aggregare anche queste liste e scoprire, tra qualche settimana, quali siano i dischi dell’anno dei blogger italiani.
Le regole sono poche e semplici: valgono solo le liste di 10 dischi (sennò impazzisco a normalizzarle), che devono essere usciti nel 2003 o nel paese di origine o in Italia, e che devono essere pubblicate su un blog. Nessuna discriminazione, valgono anche liste contenenti Tiziano Ferro e Robbie Williams, anche se in caso la vostra lista contenga questi dischi magari ci fate più bella figura se ve la tenete per voi. Segnalatemi via mail o nei commenti le vostre liste, visto che ci sono ottime probabilità che io non mi accorga quando le postate, e magari fate un po’ di pubblicità all’iniziativa, in modo che abbia il maggior valore possibile. Io vi darò aggiornamenti settimanali (ogni lunedì, facciamo), con la vetta della classifica e un file scaricabile con la lista completa. La scadenza sarà a metà Gennaio, almeno diamo tempo anche ai ritardatari (come il sottoscritto, che non riesce ad assegnare le ultime due piazze libere) e ai poveri illusi che sperano che in Dicembre esca anche qualche disco decente e non solo Greatest Hits natalizi.
Detto ciò, passiamo alla prima classifica, che aggrega le liste di pochi ma autorevoli nomi: Rossano (Perturbazione), Arturo (Polaroid), Fabio (Euston Station) e Enzo (Il cielo su Torino). La vetta è già contesa tra un paio di dischi (e di gruppi) che immagino faranno furore fino alla fine, ma ancora siamo solo all’inizio, e alcuni nomi illustri non sono neanche entrati in classifica. Se e quando pubblicherete la vostra lista dei 10 album del 2003 fatemelo sapere, via mail o nei commenti, e la aggregherò al successivo aggiornamento. Ed ora bando alle ciance; ecco la vetta della classifica:

Postal Service: Give Up 3
The White Stripes – Elephant 3
Broken Social Scene: You Forgot it in People 2
Massive Attack – 100th Window 2
The Decemberists – Her Majesty The Decemberists 2
The Rapture: Echoes 2
The Strokes: Room on Fire 2

La classifica completa, in .txt, è qui.
Buon listaggio, e che Nick Hornby sia con voi.
















lunedì, 24/11/2003

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Si dia il via alle danze
Non siamo neanche a Dicembre (e non c’è ancora stata la premiazione degli IndieBlogAwards), che già si parte: Rossano Lo Mele, batterista dei Perturbazione e uno tra le penne di punta di Rumore, stila sul blog della band la sua classifica dei 10 dischi del 2003. A occhio e croce ce ne sono vari in comune; per scoprirlo, comunque, dovrete pazientare ancora qualche settimana..

lunedì, 06/10/2003

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It’s all about music
I blog che parlano di musica hanno influenza? Se lo chiede il Guardian, in un bell’articolo di qualche giorno fa. Partendo dal successo ai Mercury Music Prize di quest’anno del semi-sconosciuto Dizzee Rascal -che dopo la vittoria ha ringraziato “tutti i miei soldati là fuori nella blogosfera”- l’articolo riflette sul ruolo che stanno avendo i blog nel diffondere e promuovere musica che spesso ha scarsa visibilità.
Si ripropone quindi il discorso che si faceva mesi fa; leggetevi questo passaggio dell’articolo:
Quello dei blog può spesso sembrare un mondo autorefenziale. In effetti, però, i blog musicali parlano di qualcosa. Come risultato, stanno trovando posto nella più larga ecologia del music business, e stanno diventando un posto dove scoprire la next big thing e godersi un po’ di scrittura di qualità sulla musica. Per i giornali musicali in particolare, i blog sono una fonte potenziale di nuovi talenti. E, mentre la loro qualità e diffusione aumenta, possono diventarne anche degli avversari.
Il Guardian però non si ferma al rapporto online/offline e blog/fonti non amatoriali ma va avanti, concentrandosi sul ruolo dei blog nella promozione di artisti poco noti. Grazie alla loro struttura, alla credibilità che ogni blogger si è conquistato presso i suoi lettori e alla sua passione di fan più che di critico, spesso i blog che parlano di musica dedicano agli artisti che amano più spazio di quanto un giornale musicale possa dare.
La cosa, dalle nostre parti, non è andata in modo tanto diverso. Mi vengono in mente vari gruppi che negli ultimi mesi sono stati protagonisti di un vero tam-tam blogosferico, partendo da uno o più blog che li hanno ‘adottati’ per approdare sulle pagine di altri blog che li hanno scoperti grazie ai primi. Impossibile non citare i Perturbazione -che se ne sono accorti– o, prima ancora, i Postal Service, Martina Topley-bird e i Radio Dept. Ma ce ne sono molti altri che ora non mi vengono in mente.
E’ come avere amici intenditori di musica che insistono per farvi ascoltare la loro ultima scoperta. Voi che fate? Gli date retta. E, di solito, scoprite che avevano ragione.






venerdì, 19/09/2003

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I complicati pretesti del come
Era la seconda volta in tre mesi, ieri sera, e, immancabilmente, mi sono concentrato sui particolari. Ho inseguito l’ombra dell’archetto di Elena accanirsi avanti e indietro sullo stesso inevitabile percorso, ho osservato il movimento di spazzole di Rossano sul finale di Agosto, ho cercato di carpirne le note dalle dita di Gigi e ho apprezzato soprattutto le rarità: la loro splendida versione di We dance dei Pavement che è la mia preferita nel tributo targato Homesleep, la b-side Il grande passo che dal vivo è quasi un twist, la deliziosa Cuorum che regge anche senza coretti lounge, la vecchissima Cuki che parla della «sensazione di svegliarsi la mattina con una pellicola di plastica sulla faccia» e che è la mia preferita del loro primo cd. Se non fossi stato conquistato anche dalla loro simpatia oltre che dall’ottima musica direi malignamente che quella cover semi-improvvisata di Hurt dei NiN, dedicata a Johnny Cash, se la potevano anche evitare, visto che non è troppo nel loro stile e che probabilmente non l’hanno abbastanza assimilata per darne una versione convincente; ma preferisco immaginarlo come un accorato tributo al man in black che trascende valutazioni qualitative. La manciata di blogger convenuti ha partecipato e apprezzato, e tanto basta.
E quando mi è stato chiesto come si potrebbe descrivere il loro genere, ho buttato là un pop indipendente che non convince me per primo. Ma come fai a spiegare perchè canzoni semplici, leggere e romantiche come quelle dei Perturbazione riescano a imprimersi nella mente senza stuccare? Come puoi etichettare le loro ballad adolescenziali che conquistano un pubblico decisamente fuori tempo massimo? Come fai a spiegare il modo in cui Arrivederci addio e Per te che non ho conosciuto ti fanno emozionare? Come fai?
[il sito è stato rinnovato; e ora hanno anche un blog!]



venerdì, 05/09/2003

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Musicboom, my religion
Musicboom
ha annunciato che da Novembre renderà disponibile una compilation di mp3, liberamente scaricabile dal suo sito, che vedrà svariati gruppi indipendenti italiani alle prese con il repertorio dei Beatles. Tra i primi nomi finore confermati Perturbazione (alle prese con Yesterday, davvero coraggiosi), Revolver, Jennifer Gentle, Slumber, Lara Martelli e A toys orchestra. Da leccarsi i baffi anche solo all’idea. La compilation sarà presentata al M.E.I. di Faenza, il 29 e il 30 di Novembre, che si preannuncia come il prossimo raduno indie-blog da non perdere.
Musicboom come
Loser, quindi. Ma noi sappiamo chi è stato il primo.. :-)

mercoledì, 06/08/2003

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De Andrè Extra
Un paio di giorni fa ne ha parlato persino DoReCiakGulp, l’imbarazzante rubrica di cultura e spettacolo condotta dal Mollicone nazionale all’interno del Tg1, e non capita tanto spesso che l’iniziativa di un periodico di nicchia si conquisti uno spazio all’interno del più visto telegiornale italiano. Questa volta, però, l’attenzione è ben meritata: allegato all’ultimo numero de Il Mucchio Extra, trimestrale d’approfondimento musicale de Il Mucchio, c’è un cd che per idea e contentuto non può non essere lodato ed apprezzato. Si tratta di Non più i cadaveri dei soldati, tributo da parte di molti gruppi italiani, giovani e meno giovani, a quello che è forse stato il più grande cantautore italiano: Fabrizio De Andrè.
Ora: i cantautori non sono esattamente il mio genere, e, pur apprezzandone qualche canzone, non sono mai riuscito ad ascoltare in modo continuativo i vari Guccini, De Gregori, Fossati, Dalla, Vecchioni e compagnia. L’unico che in qualche modo è riuscito a fare breccia è stato De Andrè, i cui testi liricamente e metricamente eccezionali hanno sgretolato il mio muro di disinteresse costringendomi ad inchinarmi davanti al suo straordinario talento. Nonostante ciò non mi capita spesso di ascoltare i suoi dischi -non so bene perchè, forse sono troppo impegnativi e richiedono troppa attenzione, o forse è per la costante impressione che l’universo sonoro sia sempre in secondo piano rispetto alla parola- e l’iniziativa del Mucchio Extra è un buon modo per dedicarsi alla sua sterminata produzione.
Non più i cadaveri dei soldati contiene 18 riletture, per quasi 80 minuti di musica. A farla da padrone gruppi di matrice più o meno apertamente folk, che reinterpretano molto fedelmente le canzoni di Faber, osando poco ma ottenendo buoni risultati (in particolare Un giudice rifatta dalla Bandabardò e Canzone per l’Estate, ad opera dei Mercanti di Liquore). Il cd si fa interessante quando le canzoni di De Andrè capitano nelle mani di musicisti abbastanza lontani dallo stile del cantautore genovese: è il caso degli Afterhours, che consegnano un’intensa versione darkeggiante de La canzone di Marinella, retta su linea di basso legnosa con inaspettate aperture di chitarre e pianoforte. E’ il caso anche di Marco Parente, alle prese con Ho visto Nina volare, che perde in ritmica ma guadagna in eterea (trasparente, verrebbe da dire) evocatività. Notevole anche il blues sporco de La ballata degli Impiccati, ad opera di Cesare Basile, e il quasi-post-rock di Nell’acqua della chiara fontana, che vede la collaborazione dei Gatto Ciliegia contro il Grande freddo con Tommaso Cerasuolo (ma dove ho già sentito questa voce? Inconfondibile, è il cantante dei Perturbazione).
Disco egregio, per un’iniziativa egregia. Chapeau.
[grazie all’A.nonimo per essersi scordato il cd da me]